27. un'orgoglioso all'ospedale

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Charles ha ragione, io devo andare da Max, lui ha bisogno di me.
Esco fuori dalla stanza correnendo dopo aver salutato di sfuggita il monegasco.
Avrò sicuramente dimenticato qualcosa, ma ora non importa.
《Mattia dov'è stato portato Max?》 dico senza neanche salutarlo e facendolo sobbalzare per la sopresa.
Tutti mi guardano, nessuno si aspettava di vedermi, soprattutto Mattia che probabilmente mi ha visto uscire in panico.
《È stato portato nell'ospedale più vicino.》dice senza pensarci due volte, capendo la situazione particolare.
A quasto punto non mi resta che prendere la macchina.
Ma quale macchina che neanche ce l'ho?
Mi blocco qualche secondo a pensare.
《Ti accompagno io》 dice una voce che capisco essere di Charles.
Sorrido e mi limito a seguirlo mentre esce dalla struttura rossa.
Corriamo verso la sua auto e io salgo dalla parte del passeggero.

Il breve tragitto è stato in totale silenzio ma forse e meglio così, ero troppo suscettibile in quel momento.
Corro fuori dalla macchina senza curarmi di Charles ed entro subito in quella grande struttura bianca.
L'ospedale.
Non mi piacciono per niente gli ospedali, li ho sempre odiati, odio vedere le persone che piangono, persone sulle barelle e odio l'attesa di sapere se un persona cara sta bene.
Beh l'ultima è la stessa situazione in cui mi trovo io.
Dopo aver chiesto ad una dottoressa dove si trovasse il mio amico mi dirigo molto velocemente al piano superiore mentre Charles mi ha raggiunto con il fiatone.
《Aspettami》sbuffa il monegasco ma io non lo ascolto e continuo a correre.
Cammino per tutto il corridoio bianco fino ad una porta anch'essa dello stesso colore.
Qui ci dovrebbe essere Max.
Mi giro per cercare lo sguardo di Charles e una volta agganciato al suo mi fa un cenno per dirmi di entrare.
Io qesta volta faccio ciò che mi dice, apro la porta e poi la richiudo.
Quando mi giro mi ritrovo la figura del mio amico olandese in piedi che mi guarda.
Io mi fiondo su di lui facendolo sbilanciare un pochino.
《Sei vivo Max, oddio mi ha fatto prendere uno spavento》dico tremante con la testa nascosta dal suo petto.
Inizio a piangere scaricando la tensione e la preoccupazione avuta fino a quel momento.
Temevo di perderlo, di non poter fare più tutti i discorsi stupidi, tutte le litigate, i pranzi in compagnia, di non vederlo più nei paddock
Lui mi strige forte facendomi sentire al sicuro tra le sue braccia e facendomi realizzare che lui è qui con me.
《Dove eri? ho pensato che ti fosse successo qualcosa》confessa staccandosi dall'abbraccio e con un sorriso comprensivo.

Tutti dicono che Max è duro e che non ha emozioni, ma se impari a conoscerlo bene, riesci a cogliere anche quelle e a capire che in realtà è un ragazzo d'oro, e che le emozioni le prova ma spesso non le da a vedere.

《I-io》inizio a torturarmi le dita e arrossisco violentemente mentre mi asciugo le lacrime appena versate.
Lui lo capisce e si avvicina ulteriormente.
Mi prende il viso tra le mani e mi sussurra
《Cosa è successo?》sposta lo sguardo da un occhio all'altro e così faccio anche io, che sono immobile, inerme, come pietrificata.
《Mi sono trovata paura, avevo paura che ti fosse successo qualcosa, che non potessi più vederti e non sapevo cosa fare e-e m-mi è venuto un attacco di panico》guardo per terra per non vedere la sua faccia e la sua espressione, ma dopo qualche istante di estremo silenzio, alzo il viso per scoprire la faccia stupita dell'olandese che ho di fronte.
Lui non dice niente e si avvicina sollevandomi da terra e facendomi allacciare le gambe alla sua vita.
Le sue braccia avvolgono il mio corpo, mentre al sua faccia è sul mio collo.
《Adesso sto bene, ma se sono così importante bastava dirlo eh》dice sbruffone con un sorrisetto sul volto.
Io sbuffo e scendo dalla sua presa mettendomi inp piedi
《Coglione》gli punto un dito al petto con il broncio stampato.
《Stronza》controbatte lasciandomi uno schiaffo sul sedere.
Poi apre la porta della stanza scappando da me.
Io intanto scatto e inizio a rincorrerlo

Max non è capace di mettere da parte l'orgoglio e di lasciarsi andare neanche per 10 secondi, deve sempre fare lo stronzo con l'ego a mille.

《Qui lo stronzo sei tu》gli urlo mentre corre da una parte all'altra
Intanto un'infermiera si gira e ci guarda malissimo, fulminandoci con lo sguardo, quindi noi ci fermiamo rendendoci conto del casino che stavamo facendo.
Scoppiamo a ridere insieme per poi ricomporci.
Insieme alla dottoressa c'è anche Charles, seduto su una sedia, con un faccia sbalordita per quello che stavamo facendo, ma allo stesso tempo riesco a leggere anche un po di tristezza nei suoi occhi.
《Tutto bene Charles?》chiedo avvicinandomi.
Appena mi affianco a lui, però, spegne di corsa lo schermo del telefono e annuisce alzandosi.
Si stiracchia un po e si gira dalla parte di Max, che nel frattempo sta parlando con un dottore, evitando il mio sguardo.
Non me la racconta giusta.
Io però lascio perdere, se non ha voglia di parlarmene, sicuramente non insisterò.

Quel fottutissimo monegasco ||Charles Leclerc||Where stories live. Discover now