La resa dei conti era arrivata, l'avevamo affrontata e avevamo vinto.

Mi avvicinai a una finestra scricchiolante presente in quella minuscola torre e l'aprii.

Spalancai i battenti e l'aria fresca mi fece rabbrividire. Guardai fuori e vidi gli stregoni di Cassian festeggiare dopo che tutte le creature erano scomparse. Con la dipartita di Garreth, tutta la sua magia era scomparsa con lui, tenuta a freno dal ghiaccio magico.

Posai gli occhi sull'orizzonte, lievi raggi di luce cercavano di bucare la nebbia della notte.

Il sole stava sorgendo.

Una nuova alba si stava elevando.

*

"No, ti sbagli." Scossi la testa esausta. Ero già debole per aver combattuto così a lungo e la ramanzina o sfuriata - come preferiamo chiamarla - di Kora, mi stava sfiancando.

Eravamo tornati a Bluebay dopo aver sconfitto Garreth. Cassian, Ayumi e Ingrid ci avevano salutati più o meno calorosamente ed erano ritornati a Salem.

Edgar, il conte e il loro clan aveva raggiunto di corsa il loro palazzo per potersi riposare con l'arrivo del giorno.

Caleb, com'era prevedibile, era scomparso prima che tornassi dalla torre e nessuno sapeva dove fosse finito.

Garreth, ancora sotto forma di statua di ghiaccio, era stato preso in custodia da Ingrid e portato in una prigione temporanea, prima del vero e proprio trasferimento in un luogo, che a detta della strega, era impenetrabile.

Nel marasma generale del combattimento, Edgar e Madeleine erano riusciti a uccidere Vincent, anche grazie alla ribellione portata avanti da Costantine. Quest'ultimo era diventato il nuovo capo del clan Eclipse e anche lui, con il favore della notte, era sparito.

Peggio invece era andata a Barbara che, sebbene con l'aiuto di Jay fosse riuscita a occuparsi del branco di Gonzales, non era riuscita a prendere Alysia. La strega infatti sfruttando il marasma generale era riuscita a scappare e nessuno sapeva dove fosse finita.

Byron aveva combattuto la sua battaglia con suo padre, Amos. Uno scontro tra titani che aveva visto vittorioso proprio l'Alfa dei Blacks.

Non avevo assistito a tutto lo scontro, ma quando ero tornata nella stanza dopo essermi occupata di Garreth, avevo assistito alle battute finali. Byron aveva ucciso l'assassino di Blake nello stesso modo in cui era morto quest'ultimo.

"Questo è per Blake e per averci impedito di essere uno la famiglia dell'altro! Questo è per mio fratello!" Quelle erano state le ultime parole di Byron prima che lacerasse la gola di Amos.

Insomma facendo un bilancio totale la spedizione era stata molto fruttuosa. A parte la fuga di Alysia, tutti i cattivi erano stati catturati e i buoni avevano vinto senza subire alcuna perdita. C'erano dei feriti purtroppo, ma nessuno davvero grave.

In quel momento ero seduta nel soggiorno di casa Greens a subire un interrogatorio. Julian era seduto al mio fianco con Oliver, Barbara era seduta per terra accanto a me con le gambe incrociate, mentre Kora e Byron erano in piedi con le braccia incrociate e le fronti corrugate.

"Te l'ho già spiegato!" Ero esasperata.

"Io ho capito soltanto che ci hai mentito per tutto questo tempo!"

"Non vi ho mentito! Non potevo dirvelo, era troppo rischioso... Charlene è morta per proteggere questo segreto come potevo rischiare che dicendolo ad uno di voi o a tutti, la voce arrivasse a Garreth!" Mi passai una mano sul viso. "Un segreto rimane tale solo se nessuno lo conosce. Dopo i tradimenti della fabbrica non potevo fidarmi di nessuno!"

Quelle parole fecero infuriare ancora di più Kora. "Di noi non potevi fidarti, ma di Stone sì?! A lui lo hai detto senza problemi!"

"Non glielo ho detto! L'ha scoperto da solo!"

Julian per calmarmi poggiò la sua mano sul mio braccio, stringendo leggermente.

"Tu hai tramato con lui per tutto il tempo, tenendoci allo scuro da tutto. Sei stata una sciocca a fidarti del Traghettatore così facilmente, ti ha persino sparato!"

Mi alzai di scatto. "Non ti permettere di parlare di lui così." La mia voce in quel momento era fredda come il ghiaccio, tanto che la temperatura nelle stanza sembrava essersi abbastanza. "Sono viva solo grazie a lui. Credi davvero che abbia sbagliato il colpo?! Caleb è addestrato a colpire bersagli dalla lunga distanza, se avesse voluto uccidermi lo avrebbe fatto. Lui si è sacrificato per me e per tutti noi e così che lo ripaghi?!"

Poteva dire quello che voleva su di me, ma non poteva azzardarsi a parlare male di una persona che aveva fatto l'impossibile per aiutarci.

"Scusa tanto se non lo ringrazio! Garreth mi ha torturata e lui è rimasto lì a guardare!"

Una risata amara mi scappò prima che potessi fermarmi. "Garreth ha torturato Caleb quando era un bambino per anni e lui, pur di aiutarci, ha passato gli ultimi mesi accanto al suo torturatore, facendo buon viso a cattivo gioco. Tu questo come lo chiami, se non sacrificio?!"

Lei sbuffò sarcastica.

"Va bene. Basta così." MI alzai dal divano e feci per allontanarmi da casa Greens. "Questa è l'ultima volta che te lo spiego, se vuoi ascoltare e capire è bene, altrimenti me ne farò una ragione.

Io non sapevo del doppiogioco di Caleb fino a qualche settimana fa; quando l'ho scoperto, lui mi ha aiutata a imparare come resistere alla magia di Garreth. Perché se tu ti sei limitata ad avere delle visioni, io non solo ho dovuto vedere le mie ferite aprirsi, ma ho anche dovuto sopportare il dolore del mio potere che mi mangiava da dentro. Ho dovuto reprimere la mia magia mentre cadevo a pezzi per quello che stavo vedendo e mi sembrava di vivere. Tu hai potuto lasciar andare il tuo potere, ma io no.

L'unico motivo per il quale sono viva e siamo riusciti a sconfiggere Garreth è Caleb. Se non fosse per lui, ora saremmo tutti morti e lo stregone avrebbe messo il mondo sottosopra. Sì, ho mentito, ma l'ho fatto solo perché non avevo altra scelta. Questa è la verità, se puoi conviverci è bene, altrimenti sono problemi tuoi."

Detto ciò mi allontanai dal soggiorno e uscii da quella casa per tornare alla mia.

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Buongiorno ragazz*. Finalmente la guerra è finita, Riley ha sconfitto Garreth e i cattivi sono stati fermati.

Questo ci porta al prossimo capitolo, il CAPITOLO 44 che per me è IL capitolo.

Tutti gli scrittori, o chiunque abbia mai scritto anche solo più due parole, sente dentro di sé un richiamo diverso per una parte della sua storia.

Quella parte per me è il capitolo 44. L'ho scritto in dieci minuti, come un vero e proprio flusso di coscienza. E' stato come se i personaggi mi avessero parlato per condurli insieme verso quell'epilogo.

Non l'ho mai riletto, l'ho rileggerò solo prima di pubblicarlo VENERDI'. Spero che vi piacerà e che riusciate a cogliere l'emozione dietro ogni parola.

Come sempre aspetto i vostri commenti, 

un abbraccio

TheWinterLady

P.S. state attenti alle parti scritte in corsivo perché saranno utili per capire meglio qualcosa che accadrà a breve.

Siamo GHIACCIO e FIAMMEWhere stories live. Discover now