Capitolo quattordici

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Claire si sente ancora sconvolta dalla reazione di Noah quando l'auto di Liam accosta per farla salire.

L'atmosfera è tesa, ma il gentile sorriso di Liam la fa sentire un po' meglio.
Quando scende dalla sua auto e le apre la portiera, Claire non può fare a meno di apprezzare la sua gentilezza.

Con un po' d'incertezza, Claire salta nella sua auto, ringraziandolo con uno sguardo sincero. Liam chiude la portiera delicatamente e poi si dirige al suo posto.

«Fa freddo stasera vero?» Chiede Liam mettendo in moto l'auto

«Già..»  nella sua testa c'è ancora la confusione dei momenti precedenti mentre si allontanano dalla villa, da uno sguardo fugace fuori dal finestrino chiedendosi se fosse stata una buona idea questa uscita.

Arrivati al ristorante Claire è di poche parole, non riesce a togliersi dalla testa la reazione di Noah.

Il ristorante è vivace ma allo stesso tempo rispetta la privacy dei clienti, offrendo un ambiente ideale per una serata romantica o una cena tranquilla. Claire e Liam vengono condotti al loro tavolo, situato in un angolo tranquillo del locale, dove potranno godersi una serata di chiacchiere e buon cibo.

Le tavole sono imbandite con tovaglie bianche e posate d'argento scintillano sotto la luce. I camerieri, vestiti in modo impeccabile, si muovono con grazia tra i tavoli per servire gli ospiti. Il delicato profumo di cibi prelibati aleggia nell'aria, preparando i palati per un'esperienza culinaria straordinaria.

Claire e Liam si siedono al loro tavolo, ma Liam nota subito che qualcosa la preoccupa.
Il suo sguardo attento coglie la tensione nei suoi occhi e il nervosismo nei gesti. Inizia a preoccuparsi, cercando di capire cosa possa turbare Claire.
Mentre il cameriere si avvicina per prendere le loro ordinazioni, Liam decide di affrontare la situazione delicatamente.

«È tutto a posto, Claire? Ho notato che sembri un po' nervosa. Se c'è qualcosa che vuoi dirmi sono qui» Claire decide di non condividere i suoi pensieri con Liam, almeno per il momento.

«Va tutto bene, sono solo molto stanca.»

Mentre si gustano i loro piatti al ristorante, Claire inizia a raccontargli del motivo per cui ha accettato il lavoro a Villa Wilson.
Il calore delle candele e l'atmosfera intima del ristorante contribuiscono a creare un ambiente perfetto per condividere storie personali.

Liam, dall'altro lato del tavolo, ascolta con attenzione, i suoi occhi verdi fissano i dettagli del viso di Claire mentre lei parla.

«E tu invece? Cosa fai?» chiede Claire

«Studio a Cambridge. Mi manca poco per la laurea» gli occhi di Claire si illuminano

«Cambridge.. wow! Il sogno di tutti..» Fin da quando era una bambina, Claire ha sempre sognato di andare all'università.
Il suo desiderio di conoscenza e l'ambizione di migliorare la sua vita attraverso l'istruzione hanno guidato gran parte delle sue scelte. Si immagina seduta in una sala da lezione, circondata da libri, professori e coetanei desiderosi di apprendere. Questi sogni sono il suo motore, spingendola a cercare opportunità per realizzarli.

L'idea di un campus universitario, con i suoi edifici storici e le aule dove si insegnano materie stimolanti, è una visione che nutre i suoi pensieri.

«Potresti entrare anche tu, ti ci vedrei molto bene»
Claire alza gli occhi al cielo, il gesto è un mix di tristezza e rassegnazione.
Le spalle che si sollevano e scendono mentre fa spallucce sono un segno tangibile del peso delle sue responsabilità.

«Al momento non mi è concesso. La necessità di lavorare per aiutare la mia famiglia, mi costringe a rimanere ancorata alla realtà quotidiana.  Pur desiderandolo ardentemente.»

La cena volge a termine, e Claire si sente un po' dispiaciuta perché l'argomento Noah non è mai saltato fuori durante la conversazione con Liam.
Ha sperato che avrebbe potuto ottenere una prospettiva diversa sulla situazione.

L'auto di Liam si ferma fuori dalla Villa Wilson, e in quel momento i suoi occhi si fissano intensamente in quelli di Claire, la quale prova un leggero imbarazzo.

«È stata una bella serata» dice la ragazza provando a spezzare quel momento

«Vero, dovremmo proprio rifarlo. Sempre se ti va, è chiaro» Claire sorride con dolcezza mentre volge uno sguardo alla Villa.

«Ti preoccupa qualcosa Claire?»

«No, assolutamente. È che uscire stasera mi ha fatto bene, ne avevo proprio bisogno»

«Se non ti va di rientrare possiamo andare da qualche altra parte» Claire, inconscia del tempo che passa, solleva il polso per dare un'occhiata all'orologio

«È molto tardi, meglio rientrare» Claire si allunga verso Liam per abbracciarlo, il ragazzo ricambia con forza e lei percepisce la sua vicinanza, i muscoli del suo corpo, e il suo calore.
Il profumo di Liam, una combinazione leggera di una fragranza ammaliante e il suo odore naturale, la avvolge delicatamente, facendola sentire al sicuro e confortata. Sente il suo cuore battere, e l'abbraccio diventa un rifugio temporaneo da ogni altra preoccupazione.

«Buonanotte Claire.»

Claire entra nella villa con passo leggero e silenzioso, consapevole che ogni minimo rumore potrebbe tradire la sua presenza. Mentre varca la soglia, la luce soffusa del corridoio illumina appena il suo volto.
I suoi passi, nascosti da scarpe silenziose, sono appena percettibili sul pavimento.
Le pareti ornate della villa sembrano custodire secoli di segreti e storie, e Claire si sente un'estranea in quel mondo.

Nel momento in cui Claire raggiunge il corridoio della sua stanza chiude la porta dietro di sé con gentilezza, un sospiro di sollievo sfiora le sue labbra.
È finalmente al sicuro nella sua oasi personale, lontana dagli sguardi e dalle dinamiche complesse che caratterizzano la vita a Villa Wilson.

La vista di Noah a terra la colpisce come un fulmine a ciel sereno.
Il giovane Wilson è seduto a terra, in uno stato evidente di ebrezza , con i vestiti in disordine.
La sua camicia, una volta impeccabile, è sbottonata, mostrando parte del suo petto, e la cravatta è sciolta, penzolante in modo trasandato. I suoi capelli, un tempo così ordinati, sono ora arruffati e disordinati.

Noah giace lì, inerte fuori la camera di Claire, come se la serata avesse avuto il sopravvento su di lui.
Il suo viso, di solito composto e fiero, è ora segnato da un'espressione confusa e priva di quella consueta sicurezza.
Una bottiglia di alcol è posizionata a terra vicino a lui, testimonianza dei suoi eccessi.

Claire si avvicina a Noah con premura e cautela, cercando di sollevarlo dalla posizione supina in cui giaceva.
Tuttavia, il corpo del giovane Wilson sembra pesare una tonnellata, e Claire fatica nel suo tentativo di sollevarlo.
I suoi muscoli, normalmente forti e vigorosi, sembrano ora privi di qualsiasi cooperazione, intorpiditi dall'effetto dell'alcol.

«Noah cosa hai combinato?! Se solo ti vedesse tua madre se la prenderebbe sicuramente con me. Perché sei fuori la mia stanza poi?» Claire, mentre cerca di sollevarlo, si ferma ad osservarlo.
Nota i dettagli affascinanti del viso di Noah. Il giovane giace lì, senza dare segni di risveglio, e Claire si ritrova a contemplare ogni aspetto del suo volto.

Le ciglia lunghe di Noah ombreggiano le palpebre, dando un tocco di mistero al suo sguardo.
Il suo naso è perfettamente sagomato, conferendogli un aspetto nobile.
Ma è quel piccolo neo, delicato come un tocco di pennellata d'artista, accanto all'occhio sinistro, che cattura l'attenzione di Claire. Sembrerebbe un piccolo segno distintivo, una firma personale in mezzo al suo viso altrimenti impeccabile.

«Non dovevi uscire con lui» Le parole di Noah escono quasi come un sussurro da labbra semi-consapevoli.

«Noah, cosa...» inizia a dire, ma le parole rimangono sospese nell'aria, mentre lo guarda, stupita dalla sua dichiarazione.

ClaireWhere stories live. Discover now