Capitolo sette

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Dopo quel momento in cui Noah si era manifestato con il suo atteggiamento freddo e distante, sembra essere scomparso nel nulla, come un'ombra sfuggente che si muove in silenzio. La sua presenza è diventata quasi impercettibile, ma la sua influenza aleggia costantemente nell'aria, come un enigma senza soluzione.

Claire si trova in cucina, seduta al tavolo con un panno di lana bianca tra le mani e un set di argenteria davanti a sé. La luce naturale filtra attraverso le ampie finestre della cucina, illuminando delicatamente il tavolo in legno massiccio. Il bagliore argentato delle posate brilla sotto le sue mani mentre le passa con cura, rimuovendo ogni traccia di ossidazione.

Il suo viso è concentrato mentre lavora, e i suoi occhi verdi riflettono la luce argentea delle posate. Claire indossa un grembiule pulito sopra il suo outfit nero, e i suoi capelli castani sono leggermente raccolti per evitare di intralciarla nel suo compito. Ogni pezzo di argenteria riceve un trattamento attento e amorevole, come se fosse un tesoro prezioso.

«Attenzione, Claire, stai lucidando quelle posate così tanto che rischiano di scomparire!»

Il suono improvviso della voce di Phil la fa sobbalzare, e i suoi occhi verdi si allargano di sorpresa. Con un gesto istintivo, Claire porta la mano al petto, come se volesse fermare il battito accelerato del cuore.
È come se fosse stata improvvisamente svegliata da un sonno profondo, e la sua reazione è sussultoria, quasi spaventata.

«Ti ho spaventata, scusami» dice Phil con un sorriso gentile e un'espressione rassicurante nei suoi occhi.

«Scusa, ero pensierosa» posa il panno di lana con un movimento deciso. Le sue mani si incrociano sul petto e il suo sguardo torna alla sua consueta serietà. Con un profondo sospiro di frustrazione, sbuffa lievemente, come se volesse liberare le tensioni accumulate.

«Phil posso farti una domanda?»

«Certo» Phil si avvicina pronto a risponderle

«Cosa c'è che non va in Noah?» l'uomo sorride, ma il suo sorriso è più rassegnato che gioioso.
Il suo sguardo si sposta altrove, quasi come se volesse comunicare qualcosa senza parole. È un sorriso che trasuda comprensione, come se lui sapesse bene quanto sia complicato il carattere di Noah.

«Beh..ha un carattere particolare. Ma sai è molto simpatico»

«Ho difficoltà a crederti dopo ciò che ho visto. Come fate a sopportarlo?»
Il momento è rotto improvvisamente dall'ingresso di Gloria, che porta con sé un carico di biancheria da lavare. Claire capisce subito che sono gli abiti di Noah.

«Non è affidato ad altri il compito del bucato?» chiede Claire spinta dalla curiosità

«Noah preferisce che sia io ad occuparmi dei suoi abiti, È una cosa su cui non ama scendere a compromessi. Di cosa parlavate?»
Gloria poggia con delicatezza la cesta di vimini colma di abiti  sulla tavola della cucina. La sua espressione riflette la fatica di chi ha lavorato instancabilmente, e una leggera ruga di stanchezza solca la sua fronte.

Phil, con premura e attenzione, le porge un bicchiere d'acqua, come se avesse già intuito il suo bisogno di bere.
Gloria accetta il bicchiere con un sospiro di sollievo e lo porta alle labbra, bevendo con gratitudine. Il sorso d'acqua le dona un attimo di refrigerio e lenisce la sua fatica momentaneamente.

«Claire mi ha chiesto di Noah» Mentre sorseggia l'acqua, Gloria sente le parole di Phil e una sorta di nodo le si forma in gola facendole emettere un colpo di tosse.

«Sapevo che avrei dovuto parlartene. Vediamo, cosa vuoi sapere?» Gloria si siede accanto a Claire con eleganza, incrociando le gambe e portando le mani sulle ginocchia. Il suo sguardo, ancora leggermente stanco, si posa su Claire con gentilezza e un'aria di comprensione. La sua presenza è rassicurante, e Claire sente che può fidarsi di questa donna che, nonostante la sua riservatezza, sembra pronta a offrire sostegno e consiglio quando necessario.

ClaireWhere stories live. Discover now