«Rose»

«Isabelle» l'amica di mio nonno mi viene incontro, abbracciandomi.

«Come stai?»

«Non è il momento di pensare a me ora. Dov'è mio padre?»

«Seguimi»

Inizia a camminare e lancia un'occhiata a Kylian che si tiene a qualche passo di distanza.

«È arrivato qui qualche ora fa con tutti i sintomi dell'infarto. I dottori sono riusciti a intervenire in tempo, ma lo abbiamo ricoverato per fare dei controlli. È necessario capire quanto il cuore sia stato danneggiato.»

«Quindi è cosciente?»

«Si, Isabelle, ma ha bisogno di riposo. La prima cosa che ha nominato quando lo abbiamo steso sulla barella è stata la sua eredità. Ha espressamente detto che tu saresti stata l'unica in grado di gestire i suoi affari. Entrate pure»

«Io... ti aspetto qui» afferma Kylian, mentre io butto giù il groppo che ho in gola.

Rose apre la porta della stanza e gli occhi di mia madre si alzano su di me.

Ha il solito aspetto perfetto e formale.
Capelli in ordine, dita smaltate e viso truccato quel poco che basta a coprire i segni dell'età che avanza.

Lascia la mano di mio padre, che sposta lo sguardo verso la finestra, forse pensando si tratti dell'ennesimo dottore pronto a condurlo nella stanza delle tac.

Mi avvicino cauta, schiarendomi la voce.
«Come stai?» sussurro, proprio quando lui si accorge della mia presenza.

«Isabelle, cosa ci fai qui?»

«Non avrei mai potuto lasciarti solo, papà. Come ti senti?»

«Sto bene, il mio cuore mi ha giocato un piccolo scherzo»

«Tu l'hai fatto a me. Cerca di riposare per favore, pensa a te stesso e lascia stare per un po' quella azienda»

«Ha ragione, Joseph. Mi occuperò io di tutto finché resterai sotto osservazione»

«Non ne sei in grado, Catalyn.»
Mia madre si alza in piedi, prendendo la sua borsa dalla poltrona.

«Il tuo braccio destro mi aiuterà. Il lavoro ti ha stressato troppo nell'ultimo periodo, sarei dovuta accorgermene. Quando uscirai di qui, le cose cambieranno e non potrai importi in alcun modo. Accetterai il mio aiuto, che tu lo voglia o no.»

Scuote la testa, rassegnato.

«Rose si occuperà di te mentre accompagno Isabelle a casa» lo informa.

«Oh, non c'è bisogno mamma, io-»

«Andiamo, sei tornata a Houston dopo mesi. Comunque non potresti stare qui con me, tesoro, tra qualche minuto mi porteranno in cardiologia»

Sbuffo, seppur sollevata dalla forza con cui mio padre stringe la mia mano nella sua, posandoci un bacio sopra.

«Sono contenta che tu stia bene. Mi sono spaventata a morte»

«Non avrei mai potuto lasciare sola la mia bambina»

«Passo a trovarti dopo. Riposa»

Esco dalla stanza dopo mia madre e trovo Kylian in piedi, poggiato allo stipite della porta.

Abbassa il cappuccio della felpa e molla la presa che i suoi denti esercitavano su uno dei due lacci. Sembra davvero stanco, forse ha bisogno di una doccia e di stendersi a dormire.
«Tutto okay?»

«Scusi?» la voce squillante di mia madre riecheggia nel corridoio.

«Mamma... lui è con me.»
Non mi sfugge la sua espressione sorpresa, e non piacevolmente.

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