• 《 Inizio 》•

39 4 0
                                    

Era un anno come un altro, un mese come un altro, un giorno come un altro, l'unica differenza era l'inizio di un nuovo capitolo della sua vita, in una nuova scuola, in una nuova classe e con nuovi compagni di classe.

Era tarda sera e Jisung si stava incamminando verso l'edificio che lo avrebbe ospitato, appena arrivò si diresse alla segreteria del dormitorio, ed attese che la gentile signorina, che lavorava al computer dietro il bancone, gli consegnasse le chiavi della sua stanza.

Appena ebbe le chiavi in mano si recò su per le scale, ed iniziò a salire quegli innumerevoli scalini per poter raggiungere la sua stanza, la quale sarebbe stata condivisa con un ragazzo frequentante la sua stessa università. Durante il suo cammino notò molti gruppetti di amici che scendevano le scale, molto probabilmente per andare a divertirsi in qualche locale.

Salì i pochi gradini rimasti e poco dopo si ritrovò sul piano in cui era situata la sua stanza, raggiunse la porta, inserì la chiave nella serratura e cercò di fare meno chiasso possibile per non svegliare il suo coinquilino. Non appena oltrepassò la porta, si ritrovò a calpestare qualcosa che fece un rumore metallico, con la mano cercò l'interruttore della luce, la accese è ciò che vide lo disgustò e non poco.

La piccola cucina e il piccolo salottino che lui e il suo coinquilino avrebbero dovuto condividere erano completamente messe a soqquadro; c'erano buste di patatine, lattine vuote, bottiglie rotte o vuote, vestiti sporchi o strappati, confezioni di cibo sparsi su tutto il bancone della cucina e per tutto il pavimento del salottino.

Jisung avrebbe tanto voluto mettersi a pulire quel macello, per via del suo odio nei confronti del disordine e della sporcizia, tuttavia la stanchezza che aveva addosso, lo portò a pensare che avrebbe svolto le pulizie il giorno seguente, e soprattutto che era arrivato il momento di andare a dormire.

All'interno della stanza, trovò la sua camera personale molto facilmente, dato che la porta della stanza affianco aveva un cartello sopra con su scritto: "NON ROMPERMI I COGLIONI", così entrò in camera sua, posò le sue borse e le sue valigie in un angolo, si tolse i vestiti e si infilò il pigiama per poi mettersi sotto le coperte e addormentarsi profondamente.

I hope I die first Where stories live. Discover now