Capitolo 6

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Fedro servì ai concorrenti tre boccali di birra ciascuno.
Tutta la sala era concentrata sulla gara che stava per cominciare.
Mentre Neo affondava il viso nelle mani, fingendo di non esistere, il compare dell'energumeno capra osservava la scena con distaccato entusiasmo, consumando piano la sua bevanda.

-Posso sapere come ti chiami?- chiese Kaboom con un ghigno:- Così conoscerò il nome di colui che sconfiggo-

-Aren- gli rispose l'energumeno con una voce profondissima. Squadrò il ragazzo e poi aggiunse, privo di qualunque intonazione: -Non vincerai-
Mentre i due si guardavano in cagnesco ed Icegirl si sfregava le mani divertita, tutti vennero attirati da un fischio.

I tre concorrenti fissarono i boccali, con i palmi premuti sul tavolo, ed in posizione di partenza.

-Allora...- disse l'altro locandiere, molto più giovane di Fedro: -Al mio segnale solleverete le mani e comincerete a bere, il primo che finisce i tre boccali può richiederne un altro, vince l'ultimo in piedi-

I tre concorrenti annuirono, ed al fischio del barista, si fiondarono sulla birra, bevendola il più velocemente possibile.

La sala era spaccata in tre gruppi, ognuno dei quali faceva a gara per tifare più forte, Fedro aveva raccolto qualche scommessa, ed il giovane e biondo collega sorvegliava la gara, facendone da arbitro.

I tre finirono le prime tre pinte più o meno nello stesso momento: Icegirl era in testa, seguita da Aren e Kaboom a pari merito.

Vennero serviti altri due boccali ad ogni concorrente: Kaboom era veloce, ma Aren ne consumava quantità maggiori ad ogni sorso.

Al sesto boccale, i tre caddero svenuti, la gara fu giudicata pari e mentre gli altri clienti tornavano piano piano ai loro precedenti passatempi, i tre ragazzi giacevano con la faccia sul bancone.

Neo prese Icegirl sotto un braccio, mentre il compare di Aren fece lo stesso con l'amico. Kaboom e Fulminix furono spinti fuori a calci dai baristi.

*

Arrivata sera Kaboom si svegliò ricoperto di fango. Era sdraiato poco fuori dalla locanda, oramai chiusa, mentre alcuni rari passanti lo squadravano con aria di disgusto.
Gli faceva male la testa, risultato di una sbornia sensazionale, ed il cattivo odore proveniente dalla strada gli faceva venire ancora più voglia di vomitare.

Era stato scosso dall'amico che gli allungò la mano per aiutarlo ad alzarsi.
Si guardarono intorno confusi, cercando di capire perché diavolo fossero lì.

I muri di di pietra dell' edificio erano riparo di altri tre uomini privi di sensi. La strada, poco illuminata e sporca, enfatizzava la condizione di povertà che il piccolo paese di Crinya era costretto a vivere ormai da decenni.

Con lo spostamento dei commerci nel nuovo e vittorioso regno di Adracmore, regni come Falconya, avevano vissuto una grande crisi sia commerciale che popolare e le zone più confinanti erano praticamente cadute in miseria.

-Odio Adracmore, odio la terra come odio il re!- biascicò il rosso all'amico.

-Ma perché diavolo mi parli di politica a quest'ora?- fece il ragazzo che lo sosteneva.
I due si diressero a casa barcollando mentre Kaboom continuava a lamentarsi della nuova potenza.
-Ti ricordo- continuò Fulminix stanco:-Che anche Köz ha schiacciato popolazioni per ottenere il suo prestigio-

Il regno di Köz, aveva dietro le spalle un passato pieno di violenza, un passato sanguinario, durante la quale il reame aveva schiacciato sotto ai propri piedi paesi vicini, bruciato villaggi e compiuto massacri.
Il risultato ne era la nascita di uno stato ampio e forte, nato dal deserto ed ora esteso fino a monti innevati.

Tra le più memorabili conquiste era presente il regno di Thorgard: paese di uomini forti, di popolazioni temprate dal gelo, e governato dalla dinastia degli Storahorn, una famiglia in cui da sempre scorreva sangue magico, portatore di una forza fisica incommensurabile.
Gli Storahorn guidavano le loro terre con mano ferma e per quanto la popolazione fosse abbastanza chiusa nei suoi confini e poco aperta ai commerci, il reame vantava una certa fama ed i leader esteri ne temevano l'esercito.
Per assicurarsi prestigio, era perciò necessario per Köz compiere un atto estremo e muovere guerra contro il popolo più comunemente conosciuto come quello dei "giganti del gelo".

La guerra fu lunga e distrusse la popolazione dei Thorgardiani, i cui villaggi furono annientati da una battaglia combattuta solo nel loro territorio.
L'esercito era forte, ma dopo otto anni di lotta, gli Storahorn caddero sotto la potente mano di Köz.

A guidare gli eserciti, una élite di maestri della guerra, di generali della morte i cui nomi furono impressi a fuoco nella storia del mondo.
Immenso pregio ricevettero i due generali fratelli Kaçevk e Kayildiz Alev, che insieme ad altri portarono vittoria e fama al reame del fuoco.

Ahimè però erano passati decenni dall'ascesa del reame del fuoco, che decadendo ora lasciava spazio di espansione a nuove potenze, e mentre Köz guadagnava il nome di "brace" per via della sua scarsa longevità, il regno di Adracmore acquistava potere.

I due arrivarono a casa e dopo una serie di interminabili difficoltà dovute all'apertura di una porta, si buttarono nei giacigli polverosi per dormire tutto il mattino.

*
Arrivato il pomeriggio, Kaboom era in piedi, e con i rossi capelli arruffati davanti agli occhi, si accingeva a contare il denaro rimasto dall' ultimo lavoro.

-Ci servono altri soldi- disse stanco all' amico che steso sul suo giaciglio mezzo addormentato era intento a fissare il soffitto con occhi vuoti: il ragazzo non rispose.
-Dobbiamo anche occuparci di quella grossa bestia la dietro- continuò il rosso mentre con un gesto indicava il retro dell'edficio.

Cadde un silenzio stanco mentre Kaboom cercava in modo esasperato ad attirare l'attenzione dell'amico.

-Dici che potremmo chiedere alla ragazza bionda di collaborare?- disse all'improvviso Fulminix, uscendo dallo stato di trance in cui si trovava.
-Icegirl?- chiese il rosso: -Non credo che il suo amico voglia avere qualcosa a che fare con noi...-
-Mah- continuò Fulminix: -Lei sembrava propensa, magari stasera sarà alla locanda...-

-Tanto dobbiamo tornarci per un altro lavoro- disse Kaboom, -Ma ora concentriamoci su quel cavolo di cane-

I due scesero dalla soffitta e raggiunsero il retro dell'edificio, dove il grosso cane giaceva addormentato e lo fissarono per qualche minuto non avendo la minima idea di cosa fare.

-Forse avrà fame- disse il ragazzo al rosso che sembrava anche esso confuso.
-Ma perché lo abbiamo preso?- si chiese Kaboom esasperato.
-Lo volevi tu...- gli rispose l'altro.

Continuarono a fissare la bestia: il pelo grigio dell'animale era terroso ed arruffato, l'orecchio integro cadeva sereno sul muso morbido e le zampe, grosse come ceppi d'albero, erano stese a terra.

-Ho un' idea!- disse Fulminix con un grosso sorriso sul volto: -Il sarto, quello che ci affitta la casa, lui ha un cane. E' piccolo ma sarà più o meno la stessa cosa...-

Il rosso annuì ed i due entrarono nel negozio.
Si trattava di una piccola bottega di tessuti, dove in mezzo a grossi rotoli di stoffa, un piccolo uomo rotondo stata filando della lana.
Aveva corti capelli ricci, ormai grigi, e lo sguardo abile e dolce.

-Capisco...- disse l'uomo strofinandosi il mento dopo essere stato informato:-Sospettavo fosse vostro... come si chiama?-
-ehmmmmm.....- fece Kaboom che non aveva mai pensato di dare un nome all'animale.
-Rimic- fece Fulminix mentre il rosso lo guardava interrogativo: -Che c'è, non ci avevi pensato?-
-Rimic- confermò il rosso.

-Beh Rimic dovrà mangiare... suggerisco carne da caccia, credo che allo stato brado mangino questo, vi consiglio comunque di andare all'archivio cittadino, dovrebbe esserci un volume riguardo ai giganti canini, pare che siano una specie molto antica.-

-La ringrazio- fecero i due, Kaboom eseguì anche un piccolo inchino, mentre gli altri due lo guardavano interrogativi.
-Allora...- fece Kaboom una volta usciti:- Andiamo a caccia!

Ciao sono MarleneBird! Scusate di nuovo per l'assenza.....
Il prossimo capitolo uscirà mercoledì come da piano, spero che via piaccia!

Crimson ChroniclesWhere stories live. Discover now