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Il secondo a svegliarsi fu Jake. Aprì gli occhi nello spazio mentale e si tirò su, soffocando uno sbadiglio. Guardò Marc e Steven entrambi sdraiati supini rispettivamente alla sua destra e alla sua sinistra; sembravano incredibilmente sereni nel sonno.

Avvertì un forte senso di protezione verso di loro: si sentiva terribilmente responsabile della loro sicurezza. Era più che un dovere, per lui era un senso fisico istintivo superiore anche all'autoconservazione; era stato creato per questo, per risparmiare il dolore peggiore a coloro che condividevano il corpo con lui. Nonostante fosse stato concepito dopo Steven – quando quest'ultimo era stato a un passo da soccombere emotivamente agli abusi della madre, che persino la sua mente allora dissociata non poteva più reggere in tali quantità –, si considerava davvero un fratello maggiore per lui e Marc. Non aveva mai conosciuto direttamente Randall (almeno, allora non si era ancora formato come alter separato da Marc), ma sentiva che provava per Marc e Steven quello che normalmente avrebbe dovuto provare per lui, il fratellino morto quando erano così piccoli.

Decidendo di aver dormito abbastanza, prese il controllo del corpo e si svegliò completamente. La prima cosa che notò fu l'assenza di Loki; subito la paranoia esplose dentro di lui (Cazzo, mierda, cazzo, lo sapevo, LO SAPEVO CHE NON C'ERA DA FIDARSI DI LUI, maldita sea-), ma poi si accorse che il teampad era ancora sul comodino: Loki non se ne sarebbe mai andato senza quel dispositivo.

Jake comunque non si tranquillizzò del tutto: doveva tenerlo sott'occhio, chissà cosa stava trafficando. Magari stava cercando delle informazioni sugli Avengers per sfruttarle in qualche modo e non gli importava davvero di Kang... qualsiasi cosa era possibile.

Jake? Che succede? chiese la voce assonnata di Steven.

Nulla, Stevie, tranquillo. Rimettiti a dormire.

Dov'è Loki?!

Ah, buenos días anche a te, Marc. Non è scappato, ha lasciato qui il teampad, stavo giusto per andare a cercarlo.

E la ragazza?

Kamala stava ancora dormendo placidamente, rannicchiata su un fianco.

Lasciamola dormire, ne ha bisogno.

Dovresti scriverle un biglietto, così se si dovesse svegliare non verrebbe presa dal panico non vedendoci.

Jake sbuffò, ma fece come Steven gli aveva detto: trovò un pezzo di carta e una penna e scrisse: "Siamo qui in giro. Tutto ok, non spaventarti, quando ti svegli se vuoi vieni a cercarci".

Steven prese a tradimento il controllo della mano per aggiungere una faccina sorridente alla fine del messaggio.

Por amor a Dios, non ha cinque anni!

È solo per farla stare tranquilla!

Jake lasciò il biglietto vicino al teampad sul comodino, dopodiché uscì dalla camera e si avviò lungo i corridoi, camminando con circospezione nel caso Loki avesse voluto tendergli un agguato o simili.

Perché mai dovrebbe farlo? Poteva benissimo attaccarci nel sonno, se avesse voluto.

Non guardi le película de acción, Steven? Uno dei cliché tipici è il protagonista idiota di turno che si fuera capturado mentre guarda dove non deve e finisce nei guai per questo. Non cadiamo nello stesso errore, va bene?

Alla fine, tornarono alla cucina dove avevano mangiato. Jake si affacciò sullo stipite; Loki era seduto al tavolo, che era stato sgombrato degli avanzi e delle stoviglie e rimpiazzato con del cibo diverso, trovato evidentemente nelle credenze.

Secret Wars: PreludioUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum