VENTIQUATTRO - questa è la fine

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La mattina dopo Wax partì per primo, dopo averle accennato un ciao sussurrato e averle lasciato una pacca sulla spalla. Non ci furono più grazie o scuse, non chiarirono quello che era successo, semplicemente si salutarono come se fossero due conoscenti. Come se non avessero condiviso ogni cosa negli ultimi cinque mesi, come se non conoscessero ogni più infimo segreto dell'altro.

Non ci furono più confessioni, serate condivise, risate sguaiate, occhiate nascoste, parole sussurrate o dolci abbracci. Non ci fu più niente, se non un silenzio tombale. Sguardi imbarazzati governarono il palco durante il concerto di Full out, e poi nient'altro. Né un'uscita, né un messaggio, né una chiamata, nemmeno gli auguri di buon compleanno.

Ci avevano provato, Carolina ci aveva messo tutto il suo cuore ed anche Matteo l'aveva fatto, anche se nessuno l'aveva visto. In quei momenti non c'era Wax né Waxiello, ma solo Matteo Lucido e l'anima pura di quel bambino.

Ci aveva provato davvero, Matteo, ma la realtà era che lui non era in grado di amare. Non sapeva farlo, nessuno mai gliel'aveva insegnato e lui non era stato in grado di scoprilo da solo. Sapeva stringere una persona a se, ma non conosceva la sensazione del calore di un altro cuore, che nella stretta coincide esattamente con il buco nel lato destro del petto. Sapeva come baciare, come fare sesso, ma non come fare l'amore, non sapeva cosa significava coccolarsi dopo l'atto, sussurrarsi dolci parole e accarezzarsi.

E quelle emozioni che per la prima volta aveva provato con Carolina, lui non sapeva decifrarle. Non sapeva cosa significa sentire una morsa alla bocca dello stomaco quando l'altro sorride, o la sensazione di soffocare quando non ci si vede per giorni. Eppure lei gliele aveva fatte provare, e lui non era stato in grado di riconoscerle.

Le farfalle nella stomaco, i brividi sulla pelle, il cuore a mille, lui li aveva sentiti tutti, dal primo momento. Semplicemente, non era stato capace di dargli un nome. Non era riuscito a chiamarle amore.

Così, quando lei l'aveva baciato e lui aveva ricambiato istintivamente, sentendo le mani prudergli dalla voglia di toccarla, non aveva capito cos'era quel fuoco dentro di se. Però aveva capito che quella sensazione lui la odiava, la sensazione di volere qualcosa che non poteva avere, la sensazione di instabilità. Si sentiva vacillare e lo odiava. Odiava non poter controllare quello che stava succedendo.

Così, semplicemente, le aveva respinte. Aveva spinto via quelle emozioni, e le aveva chiuse in un angolo, evitandole.

Carolina aveva capito. Lei aveva sempre avuto ragione, su di lui. Matteo la voleva, forse anche più di quanto lei desiderasse lui,

ma non era capace di amarla.

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Platonic soulmates | WAXWhere stories live. Discover now