OTTO

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«Avrei voluto vincere io.» Sospira Wax.

Come ormai nostra abitudine, ora che è sera e sono tutti nei loro letti, siamo seduti fuori in veranda a parlare. È ormai una routine che fa finire le mie giornate meglio di come siano iniziate, mi rende leggera. Con lui parlo di ciò che mi passa per la mente, senza giudizi o critiche, e dopo andiamo a dormire tranquilli. La puntata è finita ore fa, ho vinto la gara, come premio ballerò al concerto di Elisa e sono veramente emozionata. Anche Wax ha vinto, però è arrivato a pari merito con Angelina e i professori hanno votato che fosse lei a vincere. Non so cosa avrei fatto al loro posto, sono entrambi estremamente talentuosi e mi sarei trovata in difficoltà. Comunque avrei fatto vincere Wax, le sue due esibizioni in questa puntata sono state impeccabili, spettacolari, mi sono venuti i brividi. In più, Angelina ha vinto il premio della scorsa settimana, lui l'avrebbe meritato. Comunque, ormai il danno è fatto.

«Hai vinto. Sei arrivato primo, anche se il premio è stato dato a lui, hai vinto.»

«Lo so, ma...» Sbuffa. «Sarebbe stata una soddisfazione maggiore.»

«Lo so.» Annuisco. «Io ti avrei fatto vincere.» Sorrise dolcemente, lanciandomi un'occhiata dalla poltrona.

Oggi siamo seduti lontani, io sul divano e lui sul puff, non ne conosco il motivo, non che sia così importante.

«Ci saremmo andati insieme.» Anche per i cantanti il premio sarebbe stato il concerto di elisa all'Auditorium parco della musica di Roma.

«Avremo altre occasioni di esibirci insieme, ne sono sicura.» Sorrido. «Magari al tuo concerto, una volta finito il programma.»

«Non mi ci far pensare.» Alza gli occhi al cielo, sognante. «Non vedo l'ora, solo il pensiero di avvicinarmi mi fa venire i brividi.» Si accarezza il braccio.

«Lo stesso per me.»

«Riempirai i teatri di tutto il mondo.» Mi assicura, e sembra così certo che quasi mi convince.

«Lo spero così tanto.» Sogno ad occhi aperti, come lui poco prima. «E tu gli stadi, tutte quelle persone che urleranno sa sa prova il microfono al mio concetto, insieme a te, a un vero concerto.»

Si alza per venire a sedere sul divano, alzando i miei piedi e sedendosi sotto di essi.

«Vediamo di non farci eliminare allora.» Scherza, facendomi ridere.

«Eh, speriamo.» Ridacchio. «Tra poco è Natale.» Rifletto ad alta voce.

«Già, il programma va in pausa, sarà strano.» Concordo. «Ti piace il natale?»

«Lo amo» Sorrido, è la mia festività preferita.

«Chissà perché non mi sorprende affatto» Ridiamo. Accarezza la mia gamba da sopra la coperta mentre parla, forse inconsciamente.

«Lo preferisco persino al mio compleanno, mi piace l'idea di festeggiare qualcosa insieme a tutte le persone che amo. La mia idea di Natale è amare gli altri, nonostante credo che non serva un giorno speciale per farlo.»

«Preferisco amare gli altri giorni dopo giorno che istituire un giorno apposta per farlo.» Annuisco.

«Non sembri uno che ama gli altri a Natale, figurarsi gli altri giorni dell'anno.» Lo prendo in giro, sto imparando che dentro di se ha un cuore enorme colpo di affetto da dare.

«Non sono bravo a dimostrarlo.» Alza le spalle, ma sorride, non si è offeso. Capisce il mio modo di scherzare come io faccio con lui, non c'è bisogno di prendersela.

«Secondo me sì, lo fai nelle piccole cose, bisogna essere bravi a vederle.» Appoggio la testa indietro sul bracciolo del divano.

«Ah si? Tipo?» Mi guarda curioso.

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