VIII.1 Vivere Possum

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Sarah non ebbe poi tanto da ridire sul fatto che Harvey aveva buttato un intero giorno di paga solo per il gusto di fare a botte. Harvey non era sicuro di aver capito il perché, ma se l’era fatto andare bene comunque.

Dopotutto, sua sorella gli voleva bene. Anche lei voleva la sua felicità, proprio come lui avrebbe voluto darle una vita dignitosa.

Il giorno dopo, Maddie portò come sempre qualche verdura per mettere su il pranzo, come pagamento ai fratelli Connor per aver badato a lei mentre i genitori erano al lavoro. Da quando John era morto, i Darling avevano meno problemi economici.

Alla sera cenò solo Lizzie, qualche avanzo del pranzo. 

Harvey era abituato a non mangiare, ma sapere che una sua leggerezza era stato il motivo per cui Sarah e Alexander non avevano cenato bastò comunque a renderlo di nuovo di malumore.

Nessuno se la prese con lui, Lisbeth a malapena se ne accorse e gli altri due non dissero una parola.

Passò qualche altro giorno e tutto continuò come sempre. Alexander insistette per accompagnarlo a piedi al lavoro, ma Harvey non volle sentire ragioni.

Un bel giorno, come furono tornati al loro ritmo quotidiano, a inizio febbraio quando il freddo diminuiva e iniziava a vedersi la luce della primavera in fondo al tunnel dell'inverno, qualcuno bussò alla porta.

Era poco dopo pranzo, Lisbeth era fuori a giocare coi vicini ma Harvey le aveva appena dato una controllata, e i presenti si scambiarono sguardi sorpresi.

«Spero non sia Maddie di nuovo» sospirò Sarah, alzandosi in piedi. «Tra poco devi uscire per andare al lavoro, e quando non ci sei è ancora più malinconica... mi dà inquietudine.»

«Ha perso il gemello» rispose Harvey, freddo. «Dalle un po' di tregua.»

«È successo mesi fa!»

Harvey mostrò una smorfia seccata. «Mi fa piacere sapere che quando morirò sarai un po' triste solo per qualche settimana.»

Sarah non gli rispose, perché aveva aperto la porta e stava guardando chiunque fosse con aria stranita.

«E voi chi sareste?»

«È qui, non è vero? Lo sciagurato. L'ho cercato dappertutto, poi ho capito che non poteva essere da nessun'altra parte.»

Harvey aggrottò la fronte. Quella voce era familiare.

«Hector...?» sibilò Alexander.

«Eccoti» sbuffò lui per conferma, poi, spostando Sarah da un lato, si introdusse in casa.

Al contrario di suo fratello, Hector non teneva tanto alle maniere da gentiluomini. Almeno, non ci teneva quando era al cospetto di persone che a suo parere non avrebbero saputo apprezzarle.

Era questa la differenza principale tra loro. Hector faceva il gentiluomo con le persone che gli interessavano, quelle del suo rango sociale. Alexander era un gentiluomo e basta.

«Fratello, cosa... che ci fai qui?»

Hector alzò gli occhi al cielo. «Lo sapresti, se la corte avesse un tuo indirizzo a cui mandare gli aggiornamenti del processo. Sai che in questo mese non ho avuto idea di dove fossi? Ero preoccupatissimo!»

«Si vede» commentò Alexander, sarcastico. «Sembri così contento di vedermi...»

«Si può sapere che diavolo ti sei messo addosso?»

Il ragazzo aggrottò la fronte, indispettito. «Facile giudicare, per te. Eri ospite da Lady Lovett, giusto? Non ti sarai nemmeno accorto che ci hanno congelato i conti. Io ho dovuto arrangiarmi, invece.»

Vita e Amori di Harvey ConnorWhere stories live. Discover now