«Oh quindi sei tornato a parlarmi? strano! ho addirittura pensato che ti fosse scomparsa la voce.» però Alexander non prende bene la mia battuta, perché tenendomi dal braccio, mi fa alzare e mi porta dentro.

Ci risiamo.

«Sei sempre così materiale?.» lui fa passare la lingua davanti ai denti.

«E tu l'hai per vizio di fare la gattamorta con i miei fratelli? cazzo, ma poi con tutti!.» sgranò gli occhi.

«Come, prego?.» con uno strattone mi libero dalla sua presa che mi aveva inchiodata al muro.

«Mi hai sentito.»

«Eh, purtroppo! ma come ti permetti!.» gli do uno spintone e quando provo ad uscire di casa, lui mi blocca.

«Kyla, stiamo parlando.»

«No, brutto stronzo, mi stai insultando. Come cazzo osi chiamarmi gattamorta? per quale motivo poi!.»

«Certo, prima stai con James, dici che ti piace, te lo baci davanti a m..tutti- si corregge- e poi? ci provi con Aiden, il prossimo sarà Noah?.»io faccio una risata amara.

«Per prima cosa: non l'ho baciato io James davanti a tutti, mi ha baciata lui, e seconda cosa: stavo aiutando Aiden, sai com'è, le amicizie tra maschio e femmina esistono.» lui stringe la mascella.

«Che sia gelosia la tua?.» mi prendo il gioco di lui, ma Alexander al posto di ridere, si avvicina di più a me, sovrastandomi con tutta la sua altezza.

«Chiariamo una cosa, tornado: tu non mi piaci, non mi piacciono le ficcanaso che non sapendo cosa fare si rifugiano nelle braccia del primo che capita come delle disperate come te.» le sue parole mi arrivano dritte al petto, causandomi un dolore inspiegabile.

È come se un coltello mi avesse trafitta dritto nel petto.

«È davvero questo quello che pensi di me?.» gli chiedo, senza fargli capire che le sue parole mi hanno fatto male.

«Secondo te?.» rilancia, guardandomi con aria di sfida.

«Va bene, Alexander. Se hai avuto così tante parole da spendere su di me, ci tengo a ricambiarti il favore.»gli schiaccio l'indice sul petto, facendolo indietreggiare piano piano, fino a farlo sbattere contro il tavolo da pranzo.

«Sei un arrogante pezzo di merda che non sa che cosa sta facendo nella vita, che per cercare di riempire i vuoti che ha dentro si sfoga facendo stare male gli altri, fregandomene dei loro sentimenti perché speri che un giorno tu riesca a vedere lo stesso dolore che provi negli occhi di qualcuno.» ed è proprio quando vedo che trattiene il respiro, che capisco che ci ho preso in pieno.

«Ma non preoccuparti, non lo dirò a nessuno, se ti fa sentire meglio, così puoi continuare con la tua ricerca.»lo spintono un'ultima volta prima di lasciarlo da solo nella cucina.

Io, completamente persa in quello che è successo, scappo nella mia camera, cercando di calmare il mio cuore, che non ne vuole sentire di placare i battiti.

Mi appoggio alla porta e quando sento bussare, scatto sull'attenti.

«Kyla? possiamo parlare un secondo?.» sento che è James ma onestamente non credo di riuscire a sopportare una conversazione anche con lui.

Sweet HellWhere stories live. Discover now