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poco dopo si sente la porta aprirsi

<<rue cosa ci fai qui?>>

vedo il bambino rilassarsi istantaneamente e ripassarmi il coltellino.
sentiamo la porta richiudersi e dei passi venire verso di noi.

<<ash hai qualcosa di buono da darmi?>>
<<non abbiamo quasi più niente, dobbiamo ancora saldare i debiti>>
<<quasi più niente vuol dire che qualcosa ancora c'è, no?>>
in quel momento nota me e le pasticche che ci sono sul tavolo davanti a me
<<penso che ashley sia una persona decisamente migliore di voi. vero ashley?>>

fez mi guarda da dietro di lei e fa cenno di no con la testa

<<rue senti adesso questa roba non posso vendertela, passa un altra volta e ti do quello che vuoi>>non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che mi guarda con gli occhi lucidi

<<stai dicendo sul serio?>>

probabilmente starà pensando che sia uno scherzo perché sta iniziando a ridere. mi dispiace pure non vendergliele, ma a quanto pare è messa peggio di quanto pensassi, nel senso, sapevo che era andata in overdose ed era andata in comunità ma non sapevo che anche il suo spacciatore si rifiutasse di venderle droga.
lei mi guarda, attendendo una risposta, e non sapendo cosa fare interrompo il contatto visivo e guardo il tappeto sotto al tavolo.

<<vaffanculo ashley. sul serio. vaffanculo. non credevo che fossi come loro ma a quanto pare siete tutti uguali voi. siete degli egoisti di merda non vi meritereste nemmeno di essere in vita>>

continuo a ripetermi che non lo sta pensando veramente, ma ritorno subito a quando tornavo a casa di notte dopo essere stata in laboratorio, con mia madre ubriaca sul divano che mi urlava contro che ero uguale a mio padre e che era colpa mia se se ne era andato, che ero una delusione, che avrebbe dovuto abortire e cazzate varie.
il rapporto con mia madre in sé non era nemmeno un rapporto, se non era per questi episodi il nostro rapporto poteva essere considerato neutro. ma non neutro nel senso che a volte litigavamo e a volte ci amavamo, neutro nel senso che ci parlavamo a monosillabi, se uscivo non diceva niente, non voleva sapere niente della mia vita privata e non faceva nulla per renderla migliore o peggiore.

<<ashley sto parlando con te. mi hai sentito?>>
in quel momento mi accorgo di essere stata nei miei pensieri per un più tempo di quanto potessi immaginare.
<<scusa non ti stavo ascoltando, ma penso che adesso tornerò a casa>>

inizio a prendere le mie cose mentre sia fez che ashtray mi dicono cose che non riesco a comprendere, ma quando mi provo ad alzare fez viene davanti a me e fa sedere sul divano

<<che c'è adesso?>>
<<non hai sentito quello che testiamo urlando addosso da mezz'ora? devi stare zitta e immobile>>

sono troppo confusa per ribattere, quindi faccio come ha detto e resto seduta in silenzio.

spazio autrice

si sono ancora viva gente🤪
scusate se non ho pubblicato e non ho nemmeno revisionato il quarto capitolo ma non ho avuto moltissimo tempo per continuare la storia, scusate anche il capitolo corto ma non ho tanta voglia di scrivere:')
dal 28 pubblicherò più frequentemente perché riinizio scuola e niente ci si vede

you're not the only one || fezco x reader ||Where stories live. Discover now