Maleducato che non sei altro.

Guardai il soffitto poi mi voltai verso il professore.
«Bravo Cooper, mi hai tolto le parole di bocca» Si morse il labbro con fare riflessivo
«La cellula stessa è delimitata da un sottile strato di fosfolipidi, la membrana plasmatica. Questa membrana lascia passare acqua, ossigeno, anidride carbonica e altre molecole semplici, mentre il passaggio di molecole più complesse è selettivo ed è spesso mediato da proteine.»



BEN.

Scuola del cazzo, giornata del cazzo, vita del cazzo, amici del cazzo, persone del cazzo, fighe del cazzo, puttane del cazzo.
Insomma, che cazzo.

«Merda, Ben, ma vuoi calmarti?» Ecco Partick che provava a calmarmi e finiva per avere una crisi di nervi anche lui per colpa mia.

«Calmarmi? Calmarmi?!» Gridai isterico e cominciai a gesticolare nervosamente.
«Dammi una canna» mi portai la mano alla fronte e provai a ragionare ma come sempre, fallivo.
Patrick mi passò la canna e me la accese in mezzo alle labbra, cominciai a fare una serie di tiri e finalmente c'era silenzio.
Ah no, eccolo che riprendeva a parlare.

«Ti sei calmato adesso?» Si avvicinò di poco.
«Si, sono fottutamente calmo» Ringhiai e mi girai come un leone verso di lui.

«Santo cielo» Sbuffò e terminò il contatto visivo
«seriamente stai avendo una crisi solo perché te l'hanno rubata?» Diede un calcio al sassolino.

Ma non so, era consapevole che così facendo mi faceva innervosire ancora di più?
Cazzo, quel ragazzo quando sei incazzato o ti stai per tagliare le vene, è come un palo nel culo.

«Solo perché me l'hanno rubata?» Buttai la canna non so dove
«Ti rendi conto che avrei dovuto vendere quella robaccia per la nuova moto di stasera!» Mi diressi verso l'ingresso della scuola, stavamo saltando la lezione e il preside mi avrebbe gonfiato di nuovo le palle.

«Ti sei deciso ad andare a lezione, Torrence» Superai Kat Glace che aveva l'aria di rompere le palle.
«Oh no, sta scappando»
Ridacchiai senza voltarmi ma rallentando la camminata.
«Cazzo, ma quale vacca sta parlando...» Mi guarda in torno per fare il finto confuso «Patrick! Attento che c'è anche Heidi in giro per la scuola!» Menomale che quella rompicoglioni rimase zitta, avevo le palle che mi giravano come le eliche di un elicottero in volo da quando quella biondina aveva aperto bocca per parlare.
A proposito della biondina, ma chi si credeva si essere per rifiutare le mie caramelle.

«Quella ragazzina ha rifiutato la mia caramella» Alzai lo sguardo incazzato verso Patrick che mi ricambiò uno sguardo quasi sull'orlo di una crisi isterica come una ragazzina, precisamente, quella ragazzina.

«Prossimamente, Ben al TG per aver rapito la bionda perchè ha rifiutato la sua caramella.» Fece una smorfia.

«Grazie per l'ideona Patrick, a volte sei utile.» Il mio tono riflessivo lo fece spaventare perché si voltò allarmato.
«Spaventati quanto ti pare, io già sto organizzando il rapimento.» Mangiai una delle mie caramelle fantastiche e mi appoggiai all'armadietto.

«Price ti ammazza» Mi picchiettò la testa per farla funzionare ma fortunatamente funzionava fin troppo bene.
Aidan si unì a noi.
«Cos'è che hai combinato?» Aidan mi fissò curioso poi si tirò il ciuffo di capelli indietro.
«Rapiamo la bionda» Sorrisi

«Mi scenderebbero i coglioni.» Riconobbi la voce di Price. Stava fumando e nemmeno ci guardava segno che i coglioni già gli stavano scendendo.

Giornata mondiale dei coglioni scesi.


WILLIAM.

Dopo aver assistito all'entrata di quei coglioni ero sicuro che la mia giornata proseguisse al peggio.
Vedere le loro facce di cazzo a inizio anno non fu il massimo. Non mi aspettavo che Edward tornasse, eppure sapevo che avesse abbastanza soldi per passare all'università e non farsi bocciare più di una volta. Avrebbe potuto ricattare il preside o anche minacciarlo, ormai quelle merde ottenevano qualsiasi cosa volessero eppure ci guardavano come se le merde fossimo noi.
E come se non ci mancasse, avevano cominciato a farsi conoscere anche da Kelly che sembrava avere le palle a differenza delle altre ragazze che cadevano ai loro piedi già dal primo secondo.

La lezione era ormai terminata, parlare di cellule mi stava mandando il cervello in blackout. Ma veramente il primo giorno di scuola, dopo le vacanze, si ricomincia a spiegare come se nulla fosse?  Aboliamo questa legge, non ne potevo più.

«Quella nuova è interessante» Cody picchiettò i pantaloni per sistemarsi e mi affiancò.
«Ha le palle» continuò.

«Ripensandoci..» Guardai verso sinistra
«Non è che ha le palle, ancora non li conosce» Lo guardai serio.
Era vero, senza pensarci su anch'io avevo pensato che avesse le palle ma riflettendoci era soltanto perché non li conosceva.

«Imparerà anche lei» Sbuffò e i suoi occhi rotearono sul soffitto.
«Ci scommetto» Mi diede una spallata quando si accorse che non lo stavo guardando ma rimanevo fisso a guardare il pavimento mentre camminavamo. Ero nei miei pensieri.

«Nah» Suonai poco convinto perfino a me stesso. Tutti sapevamo che nessuna resisteva alla bellezza dei Neighbor che non facevano altro che usare le ragazze per soddisfare le loro voglie da malati.

«Andiamo Foster, dire cazzate non è da te» Mi fece segno col capo verso Kelly e la guardai. I capelli biondi e lunghi brillavano come i suoi occhi. Parlava con Maddy e non faceva altro che sorriderle. La conoscevamo da poco ma a tutta la scuola non sfuggì la sua vivacità che era anche superiore a quella di Ben Torrance, il coglione biondo platino.
Cody si allontanò da me e si diresse verso il suo armadietto, percepì i suoi movimenti perché i miei occhi non facevano altro che scrutare la nuova ragazza.

KELLY.

«Kelly, dobbiamo parlare.»
Mio dio, non sentivo quella frase dall'era degli uomini primitivi per questo, mi spaventai.
Il cuore mi uscì dal petto, rischiavo un'infarto nel vero senso della parola.
Di cosa avremo dovuto parlare io e mia madre?
Mi voltai verso di lei, probabilmente mi avrebbe parlato del motivo per il quale qualche sera fa siamo scappate di casa. O almeno spero.

«Si mamma?» Posai sulla scrivania la penna e mi girai anche con la sedia per darle tutta la mia attenzione.
Tra una serie di sospiri mia madre si decise a parlare. Io rimanevo in silenzio anche se non riuscivo più ad attendere. Se fosse stato qualcun'altro a farmi attendere così tanto dopo avermi detto "dobbiamo parlare" l'avrei sbranato.

«Allora..» Sospirò ancora poi picchiettò la mano sul suo ginocchio.
La guardai impaziente di sentire cosa avesse da dire.

«Stasera.. ho una cena con il mio collega di lavoro e lui porterà i suoi figli. Mi farebbe piacere che tu venissi.. non solo per compagnia ma anche magari.. non so, fai amicizia» Disse tutto d'un fiato e tirai un sospiro di sollievo.
Stavo cominciando a pensare che avesse commesso un delitto.

«Certo, mamma» Le sorrisi comprensiva.
«Veramente?» Alzò i suoi occhi nei miei.
Perché avrei dovuto rifiutare? Tanto non avevo nulla da fare e rimanere da sola a casa non mi andava.

«Perché no?» La guardai confusa e lei mi abbracciò
«Grazie.» Mi sorrise poi si alzò dal letto «Ti lascio studiare» chiuse la porta e io rimasi a fissarla per una frazione di secondo poi ripresi a studiare.

La giornata a scuola non era proseguita per nulla male, tralasciando i maleducati con cui ho discusso davanti a tutti. Ancora mi chiedevo che senso avesse darmi una caramella, che voleva? avvelenarmi?
Tecniche di omicidio vecchie, me ne intendo.

«Kelly?» Mi richiamò mia madre dal piano di sotto interrompendo i miei pensieri.
«Si?» Rimasi immobile per sentire cosa dovesse dire.
«Vestiti bene stasera» Annuì anche se sapevo che non potesse vedermi, era un si più per me stessa.

TATE.

Mi accorsi di alcune notifiche nei direct di instagram, quando accesi il cellulare notai due audio da un ragazzo che spesso rispondeva alle mie storie.

Dopo avermi spiegato il meme che mi aveva inviato, cominciò a parlare della sua ragazza.

«Sembra che io non gli interessi più, non risponde più ai messaggi.. Non so più che fare»

Bella voce ma perché mi parla della sua ragazza se neanche mi conosce?

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