3.

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KELLY.

"Gli occhi più dolci sono quelli che hanno pianto più lacrime.
I sorrisi più belli nascondono i segreti più profondi.
I cuori più nobili hanno subito le peggiori ferite."

«Sei stata...» Will mi affiancò ma io continuai a camminare alla ricerca dell'aula «coraggiosa» lo disse in un modo così incerto che mi fece voltare per controllare cosa lo stesse turbando ma mi accorsi che aveva soltanto lo sguardo basso.

«Perchè hanno tutti paura di quei tizi?» Il mio tono fu pacato, rallentai i passi e cercai il suo sguardo.
Rimase in silenzio.
«Will?» Lo richiamai posando una mano sulla sua spalla. «Stai bene?»

«Non sfidarli, Kelly» Mi suonò quasi come un rimprovero. Prima si complimentava poi mi rimproverava come se avessi fatto qualcosa di male.

«E non innamorarti di Price» Puntò i suoi occhi nei miei come se stesse prevedendo qualcosa.
«Io? Innamorarmi di chi? Stai scherzando, spero.» Ridacchiai ma quando mi accorsi che lui rimase serio lo guardai.

«No.. non sto scherzando, sta lontana da quelli.» Io rimasi in silenzio, ci fissammo per qualche secondo.
«Cos'hanno combinato?» Chiesi d'un tratto.
Niente mi suonava, qualcosa non andava.

«Usano le persone quando gli fanno comodo, ti useranno Kelly, come hanno fatto con tutti. Ti ingannano, ti portano nei loro casini e ti fanno rischiare di perdere le persone a cui tieni.» Disse d'un fiato ma comunque tenne gli occhi bassi.
Non aveva risposto alla mia domanda e qualcosa mancava.
«Mi useranno» ci riflettei su «già è predetta la cosa?» Mi aggiustai lo zaino sulle spalle.

«Ci riescono con tutti» Il suo sguardo cadde sulle mie labbra e sentì le mie guance arrossire
«e tutte, soprattutto.» Finì a voce bassa.

«Cerchi l'aula?» Cambiò discorso e guardai le aule che stavamo superando.
Annuì con la testa e lui mi sorrise dolcemente.
«Questa.» Mi fece segno di seguirlo e varcammo la soglia dell'aula, insieme.

«Buongiorno» Dissi con un tono di voce sicuro poi mi sedetti alla seconda fila di banchi. Will si sedette affianco a me e anche se non lo stavo guardando intuivo i suoi occhi su di me.
Picchiettai la matita sul mento e aspettai che il professore parlasse.

«Come al solito non si presenterà» bisbiglio Will e mi voltai a guardarlo. Smangiucchiava qualche caramella alla fragola e mi fece venire una fame assurda. «Il nome è John Jefferson» Guardò il professore e io seguì il suo sguardo.

«Grazie.» Bisbigliai sorridendogli e ricambiò poi si rimise comodo. 

«Da cosa sono formate le cellule?» Chiese il professore alzandosi dalla sedia.
Guardò la classe per qualche secondo poi nell'attesa prese un gesso bianco dalla lavagna.
«Si Cooper?» Quasi sobbalzai quando sentì quel cognome che già cominciava a perseguitarmi.
Guardai Cooper in lontananza che se ne stava sfacciato con una sigaretta in bocca, poi prese a parlare.

«Ogni cellula è formata da molecole organiche, ovvero di composti del carbonio. Le molecole organiche comprendono, tra gli altri, i carboidrati, i lipidi, le proteine e gli acidi nucleici»
Ah, è anche secchione.
Lo fissai curiosa poi si fermò per qualche secondo a guardarmi e riprese il discorso.

«All'interno della cellula eucariote avvengono reazioni biochimiche e metaboliche mediate dagli enzimi, proteine in grado di catalizzare e in certi casi anche accelerare i processi biologici. Tali reazioni spesso avvengono nelle strutture cellulari, chiamate organelli e delimitati da membrane.»
Fece un tiro di sigaretta e sputò il fumo dalla mia direzione.

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