C A P I T O L O 21

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D A M I À N

Dylan era strano, distratto, questo dal compleanno di Edith, sapevo per certo che c'era stato qualcosa tra di loro ma non ero sicuro che fosse necessariamente qualcosa di buono.

—La vostra attenzione a me, per favore— la voce dell'insegnante interrompe i miei pensieri— Oggi parliamo di esperienza. Per alzata di mano, chi vorrà mi darà il suo concetto di esperienza.

Quando entravano in gioco argomenti del genere finiva sempre male, per lo meno da quando c'era Ella, uscivo dalla classe sempre col mal di testa.

Iniziano a parlare, confrontandosi tra di loro e noto che stranamente proprio la mano che mi aspettavo di vedere in alto, non lo era.

—Lei cosa ne pensa, signorina Smith?— al prof piacevano le opinioni di El, per questo non vederla parlare gli sembrava strano.

Un secondo. Ella, è Ella, non El.

—Delle esperienze, intende?— domanda lei, era evidentemente distratta.

—Bhe, non mi sembra che stiamo parlando di altro— dice il professore.

—Mi scusi. Credo...— inizia a dire— credo che volendo o no, come ha detto la compagna, un'esperienza ti insegnarà sempre nuove cose... produrrà— continua— sempre nuovi ricordi. E infine credo che non tutte le esperienze siano convenienti o necessarie.

—Ed è qui dove volevo arrivare— spiega il prof indicando Ella— Cosa succederebbe se non avessimo fatto un'esperienza in particolare? Se quel giorno, invece che scegliere di rimanere a casa, fossimo usciti?

—Non è esattamente come dice la mia compagna— dico io— Nulla accade per caso, e se quell'esperienza è stata fatta è stato perché la vita ha voluto questo per te, che da quella esperienza tu possa ricavare sempre qualcosa.

—Molte volte non hai bisogno di quella determinata esperienza. Potrebbe spezzarti— dice lei.

—O fortificarti.

—Magari in quel momento non hai bisogno di fortificarti, magari hai bisogno di altro— dice voltandosi verso di me.

—Bisogna cogliere l'occasione, ogni giorno in più è un giorno in meno. Non puoi rimanere fermo per paura di ciò che accadrà— spiego.

—Si tratta di prudenza.

—Entrambe le opinioni hanno la loro validità, le esperienze sono forme di conoscenza acquisite personalmente con l'osservazione, l'uso e la pratica in un determinato contesto o momento— spiega il professore— per questo entrambe le opinioni sono giuste, avete involontariamente usato il pensamento laterale, che ti fa vedere la figura da varie facce.

In ogni caso, sarebbe bene riflettiate sull'accaduto e il non accaduto.

—Intende come sarebbe la nostra vita se avessimo fatto altre scelte?— odiavo queste domande ovvie.

—Cooper, mi sta ascoltando?— sento domandare il professore. No che non stava ascoltando, aveva le AirPods dalla prima ora.

—Dylan?— domanda di nuovo. Mi giro e vedo che si stanno guardando in faccia, quello stupido non ha capito che parla con lui.— Mi sta ignorando?

Non ridete Damiàn, non ridere.
Metto la testa sul banco per trattenermi, ma la canaglia di fronte a me scoppia a ridere come una psicopatico. Oh aiuto.

Scoppiai anch'io cercando di zittirmi, poi diedi un calcio ad Ella per farla smettere e si tappò la bocca.

—Si può sapere cosa avete da ridere?— sento la mia compagna prendere un profondo respiro per trattenersi— Cooper vada fuori!

Vedendo che Dylan era impassibile, si avvicinò.

—Ho detto vada fuori!— grida di nuovo il professore. A quel punto Dylan sembra accorgersi di qualcosa, e risponde.

—Mi dica— si limita a dire.

—Mi sta prendendo in giro? Fuori, subito!— grida indicando la porta.

—Cosa? Perché? Non ho fatto nulla— di giustifica facendo spallucce.

—Fuori!— continua indicando sempre la porta.

Il mio amico si alza rassegnato e inizia a camminare verso l'uscita, mentre io cerco di evitare completamente lo sguardo del prof.

— Bene, spero che questo tempo vi sia servito per pensare, dato che questo sarà il vostro compito per casa— annuncia alterato.

Si certo, lui si incazzava per colpa di uno e ci andiamo in mezzo tutti.

Ella è la prima a prendere il diario è ad iniziare a scrivere il presunto assegno, sembra essere pendente da ogni cosa dice l'insegnante, come se volesse sempre dimostrarsi un'alunna modello, e solo il Cielo sa quanto mi urta questa cosa.

—Moore, inizia tu, qual è la tua esperienza rimpianta o rimorsa, e come sarebbe la tua vita ad oggi— Il professor Ramirez aveva il dono di sembrare così autoritario e presuntuoso che ad alcuni riusciva a trasmettere ansia, metteva note e insufficienze come si attaccano gli sticker alle pareti, e quella che fece a Moore non fu una domanda, glielo impose, allora fu ovvio che la ragazza andò sotto pressione e iniziò a balbettare.

Ella era girata e quindi intravidi una faccia soddisfatta, come se le facesse piacere che fosse in difficoltà, feci una smorfia e pensai a quanto fosse un gesto maligno, godere per la difficoltà degli altri...

Istintivamente inizio a guardarla male con le sopracciglia aggrottate, la vidi alzare un sopracciglio in segno di superiorità.

—Hai intenzione di rispondermi?— domanda l'insegnante— Vuoi fare compagnia a Cooper, fuori?

—No, mi scusi!— si affrettò a dire la ragazza— Solo... non ci ho pensato.

—Moore, ricordami la tua scorsa valutazione— impose.

—Un cinque, fu un cinque— rispose deglutendo.

—Per questo non è un caso che io ti abbia chiamato— finisce per poi fermare il giro continuo tra i banchi e fermarsi davanti al suo.

Continuammo così, alla fine la ragazza finì con un cinque e mezzo per non aver risposto a due domande.

—Stronzo— sussurro mentre lo vedo uscire dall'aula.

—Stronzo sarai tu— si intromette una voce a suon di trombetta— se lo è meritato— riflette mettendo a posto il materiale.

—Sei maligna, come puoi godere alla vista di queste cose?

—Stai scherzando, vero?— domanda.

—Ti sembra la faccia di uno che sta scherzando?— dico indicando quest'ultima.

—No, mi sembra la faccia di un idiota. Ha passato giorni interi a copiare i compiti al momento, li ha chiesti persino a me!— spiega, e la sua presunzione mi fa ridere.

—Magari non ha potuto studiare.

—O magari è solo svogliata.

—Questo non giustifica il tuo piacere nel suo fallimento— ribatto.

—Sono anni che studio come una matta e porto il massimo rispetto ai professori, e vedere che nessuno di loro prende iniziative per persone come Moore che vengono promosse nonostante siano disinteressati mi fa incazzare, per una volta che qualcuno prende provvedimenti arrivi tu a dire che sono maligna?— parlò tutto d'un fiato, e questo mi fece nuovamente ridere.

—Il prof ha esagerato, specialmente per un argomento così— dico— l'esperienza — cito con sarcasmo— Sai qual è l'esperienza che avrei voluto evitare io invece?— domando mettendo lo zaino in spalla— Conoscerti.

Wow, Damiàn, parli come se mi interessasse!— dice alzando le sopracciglia e spalancano gli occhi— L'istruzione è l'unica cosa che può salvare il mondo— disse di nuovo per poi dirigersi all'esterno, e vedendola così a primo impatto mi faceva pena, così presa dai suoi studi, dalla cultura... ma così povera d'animo.

Andai a cercare Dylan, con l'obbiettivo di cacciare fuori il mostro che gli dava lo spirito pari a quello di un koala.

Questione di fiducia Where stories live. Discover now