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E ti giuro, manderei il mondo in rovina se questo significasse averti tra le mie braccia.

La mente di Sophie non ne voleva sapere niente del libro che aveva davanti. Doveva studiare, e anche abbastanza in fretta, ma troppi pensieri le offuscavano la mente. Il suo stalker sembrava avere aumentato le attenzioni che le rivolgeva ultimamente, e la cosa non le faceva assolutamente piacere. Le tornò in mente la foto che le aveva inviato, mentre rispondeva alla sua chiamata. La ragazza rabbrividì al solo pensiero di quanto doveva essere stato vicino a lei per scattare una foto così nitida. Quella era stata la prima e ultima foto che le aveva scattato -o almeno della quale lei fosse a conoscenza- ma i biglietti non si erano fermati, anzi erano peggiorati. Scritti sempre in maniera più inquietante, quei miseri pezzetti di carta tormentavano le sue giornate, li trovava ovunque, non le davano tregua.  Come se non bastasse, aveva iniziato a chiamarla almeno due volte al giorno, l'unica cosa udibile dalla cassa del telefono era il suo respiro pesante, non le aveva mai detto nulla.

Sophie si chiedeva per quanto tempo sarebbe andata avanti questa storia. All'inizio sperava che con il tempo si sarebbe arreso, ma le cose parevano solo aggravarsi. Non sapeva quali fossero i limiti dell'uomo che la perseguitava, e questo la terrorizzava. 

<<Sophie? Mi stai ascoltando?>> Meredith schioccò le dita davanti ai suoi occhi, distraendola dai suoi pensieri. 

<<Scusami, cosa stavi dicendo?>> 

<<Nulla di che, mi stavo lamentando dell'esame>> sbuffò, lasciandosi andare a mo' di peso morto sulla sedia.

<<Ti capisco>> disse Sophie, lanciando un'occhiata agli appunti sul suo computer. Le due ragazze frequentavano entrambe la facoltà di comunicazione e avevano stretto amicizia fin da subito. Quel pomeriggio si erano incontrate nella biblioteca dell'università per ripassare per il loro prossimo esame, ma non si stavano rivelando essere delle ore molto produttive. Fra Sophie che continuava a distrarsi e Meredith che si lamentava, erano riuscite a rivedere solo dieci pagine di appunti.

Meredith sbuffò per l'ennesima volta, e si spostò i riccioli neri dietro le orecchie. All'improvviso scattò e chiuse il manuale che aveva davanti, facendogli fare un gran tonfo e spaventando Sophie.

<<Meredith fai piano! Ricorda che siamo in biblioteca>> sgridò l'amica cercando di tenere un tono di voce controllato.

<<Mi sono stufata>> ignorò il rimprovero <<Andiamo a bere un caffè da Marge>> non lasciò possibilità di replica a Sophie. Nel giro di qualche secondo aveva rimesso i libri nello zaino e con passi svelti andò verso l'entrata della biblioteca, aspettando che anche Sophie si movesse.

Questa volta fu il suo turno di sbuffare. Era abituata all'atteggiamento infantile di Meredith, ma ogni tanto la irritava comunque, ma poco importava alla fine dei conti.

Raggiunse l'amica ed insieme iniziarono a dirigersi verso la caffetteria di Marge, che si trovava quasi attaccata all'università, solo ad un paio di minuti di distanza.

Entrarono nel negozietto e Marge le accolse con un enorme sorriso.

<<Ragazze, che bello vedervi! Accomodatevi pure, vi porto il vostro solito>> detto questo la proprietaria si mise subito all'opera.

Meredith e Sophie si sedettero su un tavolino accanto ad una grande finestra, avendo così una visuale perfetta dell'esterno. Mentre aspettavano i loro caffè ricominciarono a chiacchierare.

<<Dovevamo studiare>> si lamentò Sophie, ancora preoccupata per gli esami.

<<Abbiamo ancora tanto tempo>> dopo aver visto l'occhiataccia di Sophie si corresse, facendo spallucce <<Okay, magari non proprio tanto tempo, ma possiamo concederci un po' di relax>> il fatto era che ultimamente i così detti momenti di relax superavano quelli in cui effettivamente studiavano, ma Sophie non disse nulla, non volendo accendere un dibattito. 

Finalmente arrivò il caffè, accompagnato da qualche pasticcino offerto da Marge, e le due ragazze ricominciarono a parlare del più e del meno.

Meredith le stava parlando dell'ultimo ragazzo con cui stava uscendo, un certo Brad -o Ben, Sophie non aveva capito bene il nome- quando le arrivò un messaggio, segnalato dal classico din din della sua suoneria. Lanciò un'occhiata allo schermo del cellullare e le si gelò il sangue quando vide scritto "1 notifica da Numero sconosciuto".

Ripose velocemente lo smartphone nella tasca della sua felpa, ma neanche un minuto dopo arrivò un'altra notifica.

<<E quindi gli ho detto se era sicuro di quello che provava per me e lui->>

Din din.

<<Ti giuro, non ci potevo credere! Allora a quel punto->>

Din din.

<<E poi me ne sono andata, te lo giuro è rimasto di sasso! Tu cosa ne pensi? Aspetta, Sophie, mi stai ascoltando?>> le sue parole la risvegliarono dalla trance in cui era caduta.

<<Sì... Brad -o Ben-, hai ragione...>> cercò di salvarsi in qualche modo, ma la sua amica alzò un sopracciglio, mentre i suoi occhi la guardavano infastidita.

<<Brad o Ben? Si chiama Brent!>> scosse la testa mostrando il suo disappunto, ma poi il suo sguardo mutò in uno di preoccupazione.

<<Sophie, si può sapere che ti succede? Ultimamente sei sempre nervosa e distratta... va tutto bene? Sai che mi puoi dire tutto>> 

Sophie esitò. Era tentata dal dirle tutta la verità, dal sfogarsi e chiedere aiuto, ma si chiese se non fosse pericoloso. Sapeva che nonostante i loro caratteri tanto differenti lei si sarebbe sempre potuta fidare di Meredith, ma in quel momento non era una questione di fiducia, ma di sicurezza. L'ultima cosa che voleva era metterla in pericolo in qualche modo. Il suo stalker non si era fatto problemi ad entrare in casa sua, farle foto di nascosto e lasciarle bigliettini inquietanti in qualsiasi luogo possibile, non sapeva fino a che punto si sarebbe spinto e, soprattutto, se era talmente pazzo da fare del male a qualcuno a cui lei voleva bene.

<<Tranquilla, sono solo un po' stanca>> disse alla fine, e vide un velo di delusione coprire gli occhi di Meredith. Sapeva bene anche lei che stava mentendo. Ferire la sua amica era l'ultima cosa che voleva fare, ma si ripromesse che un giorno le avrebbe detto tutto, solo non oggi. 

Meredith lasciò cadere il discorso. Si alzò per andare un attimo in bagno, lasciandola sola al tavolino.

Mentre guardava la figura dell'amica allontanarsi, estrasse lentamente il cellulare dalla sua tasca, talmente piano che se qualcuno l'avesse vista dall'esterno l'avrebbe presa per pazza. Il telefono era pesante fra le sue mani, la paura di quello che avrebbe letto non la faceva ragionare lucidamente.

Accese lo schermo e aprì le notifiche mandate dal numero sconosciuto. C'erano due foto ed un messaggio.

Una foto la ritraeva mentre era in biblioteca con Meredith, l'altra mentre bevevano il caffè. Entrambe le foto erano scatti rubati e lei si chiese come fosse possibile non avere notato uno sconosciuto farle non una, ma ben due foto. Il suo sguardo scese sul messaggio, "Sei bellissima". Sophie provò a deglutire, ma la sua gola era talmente secca che quasi bruciava. Forse gli avrebbe dovuto rispondere, pensò, magari se l'avesse supplicato di smetterla si sarebbe impietosito e l'avrebbe lasciata stare.

In quel preciso istante arrivò un'altra  notifica dalla chat già aperta.

Din din.

"Non le hai detto nulla, brava ragazza"

Love NotesWhere stories live. Discover now