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Vorrei far toccare le nostre labbra, farle scontrare, farti indossare i miei baci come se fossero il tuo rossetto preferito.

Sophie stringeva fra le mani il bigliettino. L'aveva trovato ben nascosto nella sua pochette, proprio mentre cercava il rossetto color pesca per sistemarsi il trucco dopo aver bevuto il caffè. Appena finì di leggere le parole incise in penna sul pezzetto di carta cambiò subito idea e rimise a posto lo stick colorato. Era già il secondo foglietto che aveva trovato durante la giornata, il primo era stato poggiato attentamente sul comodino di fianco al suo letto, pronto a darle un risveglio poco gradito.

Il suo primo istinto fu quello di tremare dalla paura, ma ormai, tristemente, ci aveva fatto l'abitudine. Sapeva benissimo di avere uno stalker, l'unica cosa che poteva fare era tentare di ignorarlo. Entrava in casa sua quasi ogni notte, ma non le aveva mai fatto del male, per questo lo lasciava fare. Aveva tentato ben quattro volte di denunciare il tutto alla polizia, ma in qualche modo gli agenti di turno pensavano fossero solo bigliettini innocenti da parte di un ammiratore segreto. Inutile la risposta che Sophie dava sempre, cioè che se fosse stato così innocente non sarebbe entrato a casa sua di notte, perché lei non aveva prove di tutto ciò. Le serrature non erano forzate, non c'erano segni di infrazione sulle finestre. Lei sospettava fortemente che in qualche modo lui avesse un paio di chiavi per entrare, ma non aveva le prove neanche di questo. Le sue erano solo supposizione e gli investigatori non si potevano basare solo sulle ipotesi di una ragazzina spaventata, le dicevano gli agenti.

Sophie accartocciò il bigliettino e lo buttò nel cestino verde di fianco al bancone. Tornò a sedersi sulla sedia traballante e tirò fuori dallo zaino blu elettrico il suo computer ed il cellulare. C'era solo un messaggio da parte di Meredith, la sua unica amica, le chiedeva se quella sera avesse voglia di guardare un film horror con lei e dormire a casa sua. Le rispose di sì e che non vedeva l'ora, quel giorno era venerdì e sabato non avrebbe dovuto seguire alcun corso all'università. Aprì il computer e continuò a preparare delle mappe che le sarebbero servite per studiare.

Era talmente concentrata a scrivere e ripassare, che non si rese conto di non essere più l'unica cliente presente nel negozio. 

<<Buon pomeriggio Ezra!>> tuonò la voce della vecchia Marge, sempre pronta ad accogliere i clienti. Sophie si voltò e vide il poliziotto.

<<Buon pomeriggio Marge>> il saluto era rivolto alla proprietaria, ma il suo sguardo era fisso su di lei. Sophie pensò che probabilmente l'aveva riconosciuta, uno degli agenti a cui aveva provato a denunciare il suo stalker era proprio lui. Quell'uomo aveva trattato le sue preoccupazioni come se fossero quelle di una sciocca ragazzina e questo aveva influenzato molto sulla percezione che Sophie aveva di lui. Provava una forte antipatia nei suoi confronti e certamente non aveva intenzione di nasconderlo.

<<Ciao Sophie>> il modo in cui disse il suo nome la irritò. Era il tono che si utilizzava fra due persone con una certa confidenza che ovviamente loro due non avevano. Allo stesso tempo, rimase sorpresa dal fatto che lui si ricordasse il suo nome, lei aveva dimenticato il suo subito dopo essere uscita dalla centrale.

<<Salve agente>> disse freddamente, in modo da mettere subito una certa distanza tra loro due. A quel punto si voltò di nuovo verso il suo computer e continuò a fare quello che stava facendo precedentemente. 

Sentiva chiaramente lo sguardo del poliziotto bruciarle sulla pelle, ma lo ignorò. Non meritava la sua considerazione. La rabbia che provava nei suoi confronti era più che giustificata, dopo come lui l'aveva trattata quando lei gli aveva semplicemente chiesto di fare il proprio lavoro.

<<Sophie! Vieni qui!>> urlò Marge con il suo solito modo di fare parecchio brusco. Voltandosi vide la donna dietro il bancone sorridente, che le faceva segno con la mano di avvicinarsi. Nonostante la sua perplessità, la accontentò lo stesso. Si alzò e si diresse verso di lei, cercando di non far cadere lo sguardo sull'agente che ormai era a meno di un metro di distanza da lei.

Love NotesWhere stories live. Discover now