32. Devi dire di sì!

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<<Cosa sai?>> Domanda, cercando di fare ordine tra tutte le informazioni che sta ricevendo al momento, sebbene abbia la faccia di uno che non sa minimamente come debba comportarsi.
Alzo le spalle, tentando di alleggerire la gravità della situazione <<So solo che ha una moglie e un figlio>>
Massì, una cosa da nulla...Cosa vuoi che sia? Siamo otto miliardi sul pianeta, non deve essere così difficile che qualcuno abbia un figlio!
<<Oh mio dio! È sempre peggio!>> Mormora, passando le mani sul suo viso, stropicciando gli occhi e arruffando leggermente i suoi capelli.
È in crisi.

<<Non starai esagerando? Ammetto di aver sbagliato ma->>
<<No, Catherine, tu non hai capito>> abbassa adesso le mani e mi guarda con gli occhi preoccupati e l'espressione stravolta. Possibile che sia così tanto sconvolto? <<Quel diario...>> Prende un respiro profondo, controlla di nuovo che Nicholas sia ancora impegnato, e poi continua <<Quel diario non è suo>>

Per poco non cado dallo sgabello.
In che senso "non è suo"?
<<Cosa?>> Domando in trance mentre il mio cervello richiama alla mente le parole che ho letto per trovare una spia, adesso più evidente, che mi faccia capire di aver frainteso ma nulla. È un'operazione così complessa e sono certa che almeno i tre quarti dei miei neuroni siano occupati ad elaborare le nuove notizie.

<<Non c'è nessuna moglie>> spiega adesso, lasciando trasparire la necessità di far uscire la verità <<E nessun figlio>>
Nessuna moglie.
Nessun figlio.
Un senso di leggerezza mi pervade non appena sento queste semplici parole ma non mi bastano, ho bisogno di sapere di più.
Ho davvero costruito tutto sulla base di supposizioni sbagliate?

<<Davvero?>> Mi trovo a domandare, a bassa voce, spaesata, e Simon prende ad annuire freneticamente.
<<Davvero>> risponde e non so perché ma mi sento sul punto di scoppiare a piangere.
<<Non me lo stai dicendo solo perché è tuo amico e lui, ecco lui...Non sembra porsi i classici limiti di un uomo sposato?>> So che può sembrare scortese, spero non se la prenda se sto indirettamente insinuando che stia mentendo, ma devo accettarmi che stia dicendo la verità.

<<Posso giurarlo>> esclama, mostrandomi le dita delle sue mani, non intrecciate, e gli credo.
Mi spunta un sorriso sollevato e combatto per nasconderlo. Non vorrei che questi due si facessero troppi film.

Mi volto a guardare Nicholas che parla al telefono con sua nonna e, quando si gira, i nostri sguardi si incrociano.
Gli sorrido e mi sembra di vederlo per la prima volta: non è più il Nicholas bugiardo e traditore, quello che nasconde la presenza di una famiglia nella sua vita.
È il Nicholas che ha bussato alla mia porta per farmi una richiesta improponibile, quello che mi ha regalato un peluche e che mi ha portato in un poligono di tiro.
È Nicholas, il ragazzo che mi ha rubato un bacio nel bagno di un ristorante.
Il bacio più bello di sempre...

<<Ma allora Annie chi è? E a chi appartiene il diario? Perché lo ha lui?>> Mi costringo a distogliere lo sguardo perché la mia curiosità è un fuoco ancora ben lontano dall'essere acquietato.
<<Penso di aver parlato abbastanza...>> Simon rende palese la sua intenzione di non proseguire la confessione e, non appena lo fa, gli interrogativi si moltiplicano nella mia testa.
<<Una volta l'ho sentito parlare al telefono. Diceva "Sei l'unica donna della mia vita" o qualcosa del genere...>> Lo ignoro e Simon inclina il viso nella direzione in cui Nicholas parla con...
<<Sua nonna?>> realizzo incredula e ci resto di sasso. <<Ti prego spiegati meglio>>

<<Non spetta a me scendere nei dettagli, Catherine, magari risponderà lui alle tue domande, un giorno...>> Alza le spalle, afferrando uno straccio e sistemandolo sulla sua spalla.

Under the same night sky Onde as histórias ganham vida. Descobre agora