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<<Mi dispiace, ti giuro che non avevo la minima idea che potesse prenderla così male...>>
Penso sia almeno la decima volta che mi scuso, sono così mortificata.
<<Non preoccuparti, Catherine, può solo avergli fatto bene>> sghignazza Simon <<Magari si è svegliato il neurone della gentilezza con quello schiaffo>>

Ho spiegato a Nicholas e Simon ciò che è successo, da quando mi sono allontanata dal bar fino al momento in cui ho incontrato Nicholas in corridoio: in pratica, ho raccontato loro l'interessante confronto avuto con Taissa e, anche se è stato estremamente imbarazzante, ho specificato che ho finto di essere la fidanzata di Nicholas per avere più informazioni.
Poi sono passata alla fase delle scuse.
Lui non risponde.
Simon, invece, sembra quasi si stia sforzando per non scoppiare a ridere in faccia al suo amico.
Forse dovrei domandargli di nuovo se mi ritiene pazza e irresponsabile.

<<Davvero divertente, Simon>> brontola finalmente Nicholas.
Almeno ha parlato.
Ha pronunciato la bellezza di tre parole, io lo prenderei come un ottimo inizio!
<<Fa' un'altra battuta e ti giuro che non avrai più tanta voglia di ridere>>
Come non detto, non mi sembra esattamente un grande passo in avanti.

<<E per quanto riguarda te, invece>>
Ecco, adesso sfogherà tutta la sua ira su di me.
Me lo merito.
Sono stata avventata.
E impicciona.
E sconsiderata.
<<Non provare mai più a ficcare il naso tra le mie cose>>
Il suo sguardo è così serio e agghiacciante che posso soltanto abbassare il capo e limitarmi ad annuire.
<<Questo è quello che succede quando entri in situazioni che non sono alla tua portata...Sai che la tua sconsideratezza avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi di uno schiaffo?>>
Okay, sono sincera, non me la sento di dissentire.
Annuisco ancora, desolata.

<<Volevo solo->>
<<Non importa cosa volessi>> continua <<Non avresti dovuto immischiarti e basta!>>
Non posso rinfacciargli proprio adesso che se lui avesse parlato prima non saremmo arrivati a questo punto.
Non posso.
Perché se fosse stato per lui, io non avrei mai saputo niente di ciò che stava succedendo.

<<Dai, Nicholas, non fare lo stronzo...>>
Sbotta il cameriere dall'altro lato del bancone.
<<Non sto parlando con te>> lo liquida lui.
<<Non importa, stai esagerando>>

Guardandolo di sottecchi, riesco a capire che non sta più concentrando tutta la sua attenzione su di me, ma che al momento è il suo amico l'immagine che i suoi occhi stanno mettendo a fuoco.
<<Sto esagerando?>> domanda flebile, come se avesse sentito male e volesse accertarsene <<Io...Sto esagerando?>> Ripete incredulo.
Simon tenta di parlare ma la sua voce lo sovrasta.
<<Ti faccio una domanda, Simon>> inizio a sentirmi in colpa per lui, che ha soltanto cercato di calmarlo mentre inveiva contro di me <<Se lei ne avesse parlato con il suo amico, sai cosa sarebbe potuto succedere?>>

Mi lancia un'occhiata, quasi ricordandosi solo adesso che non ho mai negato di aver accennato i miei sospetti a Cole.
Mi sta chiedendo una conferma che non l'abbia fatto.
Scuoto la testa, per fargli capire che è così.
Okay, gliene ho parlato.
Ma non ho mai fatto nomi, né approfondito il discorso...Quindi non conta, giusto?
E poi quella volta Cole sembrava meno propenso di me a continuare il discorso.
Forse...
No.
Impossibile.

Sembra quasi sollevato, quando Simon inizia a parlare e quell'attimo di tranquillità svanisce nell'aria.
<<Ma->>
<<Ha ragione lui>> capisco che, se voglio mettere fine a questa discussione, devo intervenire io. Non voglio che loro litighino per colpa mia.
<<Io...Non ho pensato prima di agire>>
O meglio, credevo di averlo fatto ma a quanto pare non abbastanza.
Rivolgo al ragazzo dai capelli biondi un sorriso mesto ma riconoscente e lui ricambia, alzando le spalle e roteando gli occhi subito dopo.

Under the same night sky Where stories live. Discover now