Capitolo 8

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Il corvino era nudo davanti agli occhi roventi del ragazzo dai capelli castani, il suo sguardo percorreva ogni centimetro, accuratamente, del suo corpo.
Levi non si sentiva in imbarazzo, ormai era abituato a essere nudo davanti a tutti i suoi clienti.

"Vieni."
Con un gesto della mano, invitò il corvino a sedersi sulle sue gambe e fu ciò che fece, accomodandosi su di esse. In quel momento, i loro sguardi si incontrarono.

La mano del ragazzo si appoggiò sul suo bacino nudo, percorrendo lentamente con le dita la sua natica e assaggiando con i polpastrelli la sua pelle.

"Muoviti su di me."
Sibilò il ragazzo.
Messo sul cavallo dei suoi pantaloni, Levi iniziò a muoversi su e giù lungo il suo bacino. Percepiva un forte calore espandersi lungo il suo ventre, partendo dal bacino e piano piano risaliva al centro del suo petto. Mentre una grande eccitazione era rimasta ferma sul suo bacino, lo si poteva notare dal membro duro e gonfio, che si arrossiva di più ogni qualvolta faceva quel movimento. Inarcò la schiena e chiuse gli occhi, i movimenti del suo bacino accelerarono. Si aggrappò con le mani alle braccia possenti del ragazzo e le strinse, con gli occhi chiusi dal piacere e la schiena inarcata.
I suoi ansiti si trasformarono in gemiti, ancora di più quando la presa del ragazzo su una delle sue natiche si strinse.

"Vieni, vieni per me, Levi."
Ringhiò il castano. A un certo punto sentì anche lui qualcosa di duro, da dentro i suoi pantaloni, premere sul suo membro, ma non ci pensò. Lui voleva solo venire, svuotarsi come la sua mente in quel momento.
Il castano, afferrando saldamente con la mano il suo bacino scheletrico, lo aiutò con i movimenti.
Poi, a un tratto, cedette e venne sporcando tutto. Con un ultimo gemito.
Si era svuotato.

I suoi occhi erano languidi, a causa dello sforzo che aveva appena fatto, la sua pelle nivea si era arrossata e il petto andava su e giù per quanto pesante stava respirando.

"Ho sporcato tutto."
Sussurrò abbassando lo sguardo tra di loro, la camicia bianca dell'altro era macchiata così come alcune goccioline bianche erano schizzate sul suo petto nudo.
Il membro si era subito afflosciato.
Alzò il viso, quando non ricevette nessuna risposta da parte dell'altro: i suoi occhi incontrarono quegli smeraldi luminosi.

"Non fa nulla. Tanto pulirà il mio domestico." A quel punto il castano, togliendo le mani dal suo corpo, iniziò a sbottonarsi la camicia e se la tolse, scoprendo il petto. Lo sguardo del corvino proseguì a osservare ogni suo singolo movimento, soffermandosi su quel grosso tatuaggio che stava al centro di esso e vedendolo più vivido e chiaro sotto la luce del salone.

"Vuoi una mano per la tua erezione ?"
Le dita sottili di Levi si diressero verso la patta dei suoi pantaloni con l'intento di abbassarli ma, con una mossa repentina da parte del ragazzo, si fermò. La sua mano bloccò il polso del corvino e lo strinse.

"No. Puoi andare. L'auto ti aspetta fuori."

-•-

Mentre era in auto, sulla strada del ritorno a casa, ripensò a tutto ciò che era successo. Gli era parso strano il comportamento del ragazzo. Soprattutto perché non voleva farsi toccare da lui.
Era sempre stato Levi a godere, mentre l'altro aveva solo osservato lo spettacolo. Per l'amor del cielo, ogniuno aveva un proprio desiderio sessuale ma quello castano era davvero strano.
Da quando lo consoceva non aveva mostrato null'altro all'infuori del suo petto. Non lo conosceva a fondo. Dopotutto, non sapeva nemmeno il suo nome. E quella curiosità lo stava ammazzando nel profondo.
I suoi pensieri si fermarono, così come si fermò l'auto.
Dallo specchietto retrovisore vide l'autista in silenzio; era lo stesso che lo aveva accompagnato alla villa.
Una persona che non voleva nemmeno salutare. Per questo, aprì la portiera e scese direttamente dall'auto.

Mentre attraversò il vialetto, non si accorse memmeno che la limousine era scomparsa ormai nel buio della notte.

Entrò in casa stremato. Aveva bisogno di un bagno e poi sdi infilarsi sotto le coperte. Già sapeva, però, che non avrebbe dormito quella notte. I suoi pensieri erano ancora fissi su quei due smeraldi che, ogni volta che lo guardavano, sembravano scrutargli l'anima.

Quella sera si fece un bagno. Nel momento in cui aveva varcato la soglia della porta di quella magione, notò che tutte le luci fossero spente e pensò che stessero tutti quanti dormendo. Per questo aveva percorso le scale e il corridoio per giungere alla sua stanza. Aveva riempito la vasca da bagno con acqua calda e si era immerso in essa fino alla punta del mento.
I suoi muscoli si rilassarono all'istante.
Tenette gli occhi chiusi, pensando e ripensando a quel ragazzo.

Una cosa, però, sapeva su di lui: era fidanzato ma la ragazza era anche consapevole che lui frequentasse le case del piacere.
Che nascondeva il castano ?
Che c'era intorno alla sua vita ?

Lui non era nessuno per doverlo sapere per forza ma ormai era entrato a far parte della sua vita quindi, voleva o no, doveva cavare qualcosa in più da lui.

Quando si sciacquò per bene, si alzò dalla vasca e si avvolse un asciugamano bianco intorno al bacino.

Tornò nella stanza e si infilò diretto sotto le coperte.
Era deciso: il giorno dopo avrebbe chiesto a Hanji qualche informazione su di lui.

Pushing me away (Ereri)Where stories live. Discover now