C A P I T O L O 13

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-Non so se mi conviene...- inizia dire anche lui con un tono ironico.

-Damiàn non fare lo stronzo e fammi un po' di spazio!

-Lo stai esigendo?- domanda- Dove sono finite le buone maniere?

-Per favore.- dico seccamente ma in modo sincero, ma non ottengo risposta.- Ho detto per favore!

Come risposta mi fa un po' di spazio, finalmente.

Quando mi avvicino la prima cosa che noto è un forte profumo, era buono e per poco non gli chiedevo quale fosse, è una strana abitudine ma lo faccio con tutti, chiedo nomi di profumi che non comprerò mai per colpa della mia memoria paragonabile a quella di Dory.

-Ella, di questo passo arriviamo a scuola in seconda ora‐ avverte.

-Meglio correre e romperci il cranio?

-Almeno puoi non camminare col culo per terra?- chiede irritato, mi giro con uno sguardo a dir poco assassino, ma mantengo la calma.

-E tu potresti gentilmente non camminare a zig zag?- chiedo, ma fu più un'esclamazione.

-Sei tu quella che mi spinge ogni due secondi, sembri uno di quei bambini che da poco ha imparato a camminare!

-Mi stai praticamente mandando dall'altro lato della strada!- gli faccio notare.

-Ringrazia che ti abbia fatto il favore.

-Me lo stai rinfacciando?- mi fermo di scatto e metto le mani sui fianchi.

-No, te lo sto ricordando, ora cammina!- ordina, e così faccio.

-Me lo dovevi!- insinuo.

-Io non ti dovevo nulla, lo faccio perché sono una brava persona.

-Se le brave persone sono come te allora il mondo è rovinato.

-Si certo, sei meglio tu con quella tua aria da...

-Meglio che tu non finisca la frase!- dico con l'indice alzato.

-È un ultimatum?- ride divertito.

-No, è una raccomandazione.- dico mentre sto per attraversare la strada, ma qualcosa mi ferma all'altezza dell'addome, poi mi rendo conto che è l'avambraccio di Damiàn che mi blocca. Deglutisco intimidita dal gesto che ha fatto, è stato gentile.

-Non hai sette vite, rubia!- dice prendendomi il polso per farmi attraversare correttamente, mentre sentivo il viso arrossire dall'imbarazzo, noto involontariamente che le sue mani sono gelide.- Vedi che ho ragione quando dico che sei sbadata? Quel giorno il taxi aveva davvero ragione!

-Non mi hai mai detto che sono sbadata- rifletto aggrottando le sopracciglia.

-L'ho pensato.- ammette, e il dannato rossore sulla mia faccia aumenta.
Ti prego, fa che non si giri.

-Mettiti un paio di guanti, hai le mani gelate.- gli faccio notare.

-Come il tuo senso dell'umorismo.

-Non sei divertente.

-Non volevo esserlo.- dice chiudendo l'ombrello. Eravamo arrivati.

Questa era la prova che non si possono passare nemmeno dieci minuti senza battibeccare con questo ragazzo.

D A M I À N

Non ne potevo più.

Ero ancora fradicio, e sembravano passate ore da quando Ella aveva iniziato a parlare, avevo il suo banco giusto davanti!

Tutto questo perché uno stupido ha detto che "una serratura che si fa aprire da tante porte perde valore" riferendosi alle donne, da lì è iniziato questo discorso interminabile.

Appoggiavo le sue idee, ma la sua voce era assillante, per poco non si metteva a gridare.

—Santo Dio, non puoi semplicemente rispettare la mia opinione?— urla il ragazzo dall'altra parte della classe.

—Bhe se forse tu avresti incluso anche il tuo genere avrei rispettato le tue idee! Ma no, la tua mentalità retrograda vuole spassarsela ma senza farla spassare agli altri!

—Hai rotto con queste metafore!

—E voi maschilisti avete rotto con il vostro modo di pensare!— esclama Ella.

—Mi dispiace interrompervi ma la mia testa non ne può più!— sbotto d'un colpo— Miller, è ora di crescere, e tu impara a tenere la bocca chiusa!

—Ora basta tutti e tre!— esclama il professore.

—Tutti e tre? Io non sto parlando!— affermo.

—Ho detto basta— ripete.

—Prof, stanno letteralmente discutendo da tre ore, e...

—Potresti non metterti in mezzo?— chiede acidamente Ella girandosi verso di me.

—Potresti stare zitta?— chiedo io con tono falso.

—Mi ha detto che devo chiudere la bocca— spiega lei guardando il professore.

—Forse perché è da ore che mi stoni con i tuoi discorsi esilaranti?

—I miei discorsi non sono esilaranti, sono attivisti!

—Volete che vi mandi fuori?— sentito ciò, la perfettina di turno si volta composta e chiude finalmente quella sua bocca.

Una leccapiedi.





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