farina pt 2

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Passò un'ora, o forse due, non lo sapevo con certezza.. l'unica che sapevo era che mi mancava da morire Severus. Mi mancavano le sue braccia possenti che mi stringevano e il caldo respiro sul mio collo da addormentati. Mi mancavano le sue carezze impercettibili e i suoi piccoli baci. Mi mancava il suo profumo che mi inondava narici, il solletico provocato dai suoi morbidi capelli corvini e le sue dolci parole sussurrate all'orecchio. Mi mancava tutto di lui.
Era passato molto tempo dall'ultima volta che avevamo dormito separati, quasi due anni. Lui doveva andare in missione con Albus e Minerva per tre giorni e inutile dire che mi era mancato come l'ossigeno.
Continuavo a fissare il vuoto, con gli occhi lucidi, pensando all'uomo che probabilmente dormiva nella stanza accanto, su un divano scomodo, con neanche una coperta. I sensi di colpa mi assalirono completamente e gli occhi iniziarono a lacrimare. Scostai la coperta e mi alzai dal letto. Andai verso la porta della camera da letto in punta di piedi e la aprii senza fare rumore. Entrai in salotto silenziosamente e rimasi abbastanza sorpresa nel vedere Severus seduto sul divano con lo sguardo perso nel vuoto e una tazza di tè verde fra le mani.

Era nervoso e sovrappensiero.
Lui beveva il tè verde solo in quel caso, altrimenti beveva solo tè nero, il suo preferito.

Lo guardai per qualche secondo e mi avvicinai, mettendomi davanti a lui. I miei occhi erano pieni di lacrime e mi torturavo le unghie.

Egli alzò lo sguardo su di me, era palesemente stanco..
Egli mi scrutò per qualche secondo e poi sospirò piano. Posò la tazza sul tavolino da caffè posizionato davanti al divano e si sistemò meglio sul divano.
Mi stava invitando a sedermi sulle sue gambe.

Io, senza pensarci due volte, con una morsa al petto e le lacrime che mi rigavano il viso, mi sedetti, affondando il viso nel suo petto.
Inspirai profondamente il suo odore.
Argan.
Il suo bagnoschiuma preferito.
E poi..beh..scoppiai in lacrime, scusandomi a bassa voce numerose volte.

Lui si limitò ad accarezzarmi i capelli e la schiena in silenzio.

Dopo un po' si alzò, con me ancora aggrappata a lui, e mi sistemò meglio in spalla.
Lo strinsi forte a me tirando su col naso, ed egli si diresse verso la nostra camera.

Una volta dentro si chiuse la porta alle spalle con il piede e mi posò delicatamente sul mio lato. Lui raggirò il letto e si sdraiò accanto a me, per poi stringermi a sé.
Io poggiai la testa sul suo petto beandomi delle sue braccia e delle sue carezze, e in poco tempo caddi tra le braccia di Morfeo.

Severus' pov
Mi svegliai scosso da delle mani sulle spalle e da una vocina che cercava di svegliarmi.
Io mi accigliai e aprii lentamente gli occhi.
Avevo ancora fra le braccia mia moglie, la quale dormiva beatamente e con un'espressione serena. Girai il capo e mi ritrovai la piccola Minerva, con gli occhi lucidi, che stava lì in piedi a guardarmi.

«Minny..Che ci fai sveglia? Che ore sono?»chiesi con un tono di voce basso e roco dal sonno.

«S-sono le 6 del mattino e..»le si spezzò la voce ma continuò«Mi dispiace..Non sarei dovuta entrare nella tua biblioteca privata. Io..»scoppiò in lacrime silenziose.

Dovevo aspettarmi tutto ciò, ovviamente tale madre, tale figlia.
Spostai delicatamente mia moglie e mi alzai, abbracciando la piccola.
«Non ti preoccupare, Min. Non fa nulla. Però non farlo più, va bene?»dico in un misto tra severità e dolcezza.

La bambina annuì e mi strinse a se, ancora con le lacrime agli occhi. Rimanemmo in quella posizione per un po', fino a quando non mi venne un'idea.
«Piccola?»sussurrai

La bambina alzò lo sguardo su di me, asciugandosi le lacrime.

«Che ne dici di preparare una torta per la mamma?»sorrisi leggermente, accarezzandole il viso.

Le sue labbra si inarcarono in un meraviglioso sorriso e i suoi occhi iniziarono a brillare.
«Sii!»quasi urlò.

Io ridacchiai e mi misi l'indice davanti alla bocca.
«Shhh! Non vorrai svegliarla!»le sussurrai.

Lei fece di no con la testa e mi scoprì dalle coperte, tirandomi fuori dal letto. Quasi caddi, ma non mi importava.
«Vai a lavarti, ti raggiungo subito in cucina»le dissi.

Lei annuì e ubbidì subito.

Mi girai verso Mari e la coprii bene, lasciandole un bacio sulla testa. Mi diressi in bagno per prepararmi.

Passò un'oretta e io avevo appena finito di sistemare gli ingredienti, presi da un libro che avevo trovato nella libreria. Devo essere sincero, non ne sapevo nulla di cucina..speravo che Minerva mi avrebbe potuto aiutare. Qualche volta l'avevo vista cucinare con la madre.

La piccolina entrò in cucina, pronta e con i capelli legati. Si mise sullo sgabello e iniziammo a cucinare. Ci misimo il grembiule e presi una ciotola. Buttai dentro il burro a pezzetti e lo zucchero, per poi mescolare con la frusta.

Seguimmo tutti i passaggi alla perfezione e, una volta che il composto fu nella teglia, mettemmo tutto in forno, più che soddisfatti. Minerva si mise davanti al forno, sorridendo alla vista della torta che piano piano si gonfiava.

La guardai con un piccolo sorriso. Constatai che non era stato così difficile come credevo...in fondo la cucina era come la preparazione delle pozioni. C'erano ingredienti, tempi di cottura e cose del genere. Iniziai a sistemare il tavolo da lavoro, quando adocchiai la farina rimasta.

Un'idea mi arrivò alla mente e sorrisi malefico. Ne presi un pugno e lo lanciai verso mia figlia, inondandola di farina.

Lei sgranò gli occhi e si girò verso di me. Era sorpresa. Si guardò, guardò a terra e poi guardò di nuovo me.

Scoppiai a ridere, tenendomi alla cucina.

«Papà! Hai sporcato tutto!»disse avendo quel cipiglio severo che faceva sempre sua madre.

Io risi ancora di più, era adorabile e la sua faccia era da Oscar!

«Ah, la metti così? Bene.»neanche il tempo di pensare che prese un altro pugno e me lo lanciò, ricoprendomi anche a me.

Smisi di ridere e misi su l'espressione che di solito facevo con i miei alunni. Spaventosamente serio e con un sopracciglio alzato.

Lei mi guardò e ridacchiò.

«L'ha fatta grossa, signorina.»dissi e presi  velocemente la busta di farina e le versai addosso quella rimanente. Era completamente bianca.

Lei scoppiò a ridere forte e io la seguii poco dopo.

Continuammo a lanciarci la farina per non so quanto, quando d'un tratto sentimmo una voce.

«Che diavolo state combinando?!»

Ci girammo e vedemmo Mari, in piedi con una faccia incredula.
Io e Minerva ci guardammo e poi guardammo lei.

Appena ci viene in quello stato sgranó gli occhi e scoppiò a ridere, tenendosi la pancia.
«Oddio!»disse tra le risate«Siete un disastro!»

Anche io e nostra figlia ci mettemmo a ridere pure, però poi mia moglie si fermò, con un espressione strana.
«Cos'é questa puzza di bruciato?»

«La torta!»scattó Min e si avvicinò al forno, spegnendolo.

«Ma che torta?»

«Volevamo farti una torta, ma a quanto pare non é finita bene..»dissi io abbastanza divertito.

La donna si avvicinò al forno, spostando la bambina, e aprì il forno. Con una smorfia per il fumo d'un guanto prese la teglia e la uscì. «Dai, non fa nulla! Chi vuole un pezzo?»quasi urló entusiasta mia moglie.

«Io!»urlammo tra le risate, prima di iniziare a mangiarla. Era venuta bene! Mi aspettavo molto peggio.

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⏰ Last updated: Oct 09, 2023 ⏰

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One shot Severus Piton🦋Where stories live. Discover now