I Think He Knows

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6. I Think He Knows






Fu quella mattina che mi sorpresi molto, quando dalla porta del mio bar vidi entrare un ragazzo sulla trentina, capelli lunghi e castani, la barbetta, gli occhi ambra, un viso pallido e serio. E lo riconobbi subito, da come camminò. Lo intravidi da lontano, dalle vetrate del bar, che si dirigeva con le chiavi della sua jeep verso l'ingresso. Si avvicinò al bancone e, nemmeno il tempo di salutare educatamente, che sorrise, riconoscendomi.

«Harry, ehi. Quanto tempo.» curvò gli angoli della bocca con il suo fare timido, da carattere solitario e introverso.

«Mitch. Che si dice?» risposi al sorriso.

«Be', niente di nuovo. Come diamine ci sei finito qui?» tamburellò le dita al bancone, osservandomi mentre servivo e pulivo.

«Hm, quando i soldi ti servono, sai com'è.» scrollai le spalle «Prendi qualcosa?»

«Una limonata con del ghiaccio. Comincia a fare caldo, dannazione.»sospirò, accomodandosi sullo sgabello.

«Non lo dire a me, è la mia prima estate in America. Sono stato abituato al freddo inglese. Un po' mi manca.» storsi il naso, mentre gli versavo il ghiaccio in un boccale.

«Devo essere sincero, anche qui il tempo meteorologico è abbastanza bipolare. Le estati americane sono in genere calde. Vivo qui da qualche anno, e per due estati consecutive ho passato i pomeriggi col condizionatore acceso.» ridacchiò «ti sei trasferito qui, dunque.»

Annuii, servendogli la bevanda. «Sì, da non molto. Studio all'università.»

«Forte. Io continuo a fare musica, mi hanno ingaggiato per lavoro con un'agenzia di artisti principianti nell'industria, di poca fama e piccole band. Oggi ho una riunione in uno studio di registrazione nei paraggi, un duetto di due ragazze emergenti con produttori, musicisti, scrittori.»

A quella notizia, si accese la lampadina nella mia testa. «Dimmi, per caso oggi vedrai anche una bionda, occhi azzurri, drammatica e psicopatica?»

Assottigliò gli occhi, incuriosito. «Ehm, non so. Come si chiama?»

«Taylor Swift.»

«Oh»parve svegliarsi «Taylor, chi non la conosce. Certo, ci sarà anche lei. Scrive canzoni per quelle due ragazze da qualche mese. Sono un suo grande ammiratore, perché?»

Sollevai lo sguardo, trattenendo un sorriso. «Perché Taylor è la mia migliore amica.»

Congelatosi sul posto, smise di sorseggiare la limonata e sgranò gli occhi. «Bugiardo.»

«Ah - ah.» gli feci un occhiolino.

«Non ti credo.»

«Aspetta, guarda.» presi il telefono e video chiamai la bionda e, nel mentre aspettavo rispondesse, porsi il cellulare a Mitch. Il quale mi guardò impacciato e attese, mentre io servivo altri clienti e prendevo le stoviglie sporche. "Harry, che straminchia vuoi?" sentii dire brutalmente dall'alto parlante e ridacchiai, mentre il mio amico sbarrò gli occhi. "Oh, non sei Harry."

«No, ehm, sono Mitch— Mitch Rowland. Piacere.» balbettò.

"Oh, giusto. Il nuovo musicista. Oggi a che ora, a proposito? Se non sbaglio le sedici. Non ricordo. Diamine, io ho pure i doveri da fidanzata da svolgere!" Ridacchiai e, sentendo la mia voce, continuò "Lo stronzetto è lì con te?" ammiccò e vidi Mitch ridere.

Lover [Larry Stylinson]Where stories live. Discover now