Senza distogliere lo sguardo dal suo, abbassai la pistola in direzione dello stomaco e le la premetti contro.

"Ero sicura avresti scelto quel punto, fiocco di neve!"

Sorrisi. "Chiamami di nuovo così e..." Abbassai la pistola fino alla patta dei suoi pantaloni, "... sceglierò quest'altro punto! Che ne dici Traghettatore?"

Immediatamente sbiancò, prima di far ricomparire quel dannato sorrisino.

Scossi la testa ormai esausta così, davanti ai suoi occhi stupiti, scaricai la pistola, tolsi il caricatore e la poggiai sulla penisola della cucina.

Non aveva senso continuare con quel teatrino, non gli avrei sparato senza un valido motivo. Sì, si era intrufolato a casa mia, ma aveva fatto anche di peggio e non avevo proprio voglia di litigare con lui.

Mi tolsi il giubbotto e lo appesi all'ingresso.

"Si può sapere cosa ci fai qui e soprattutto quando hai intenzione di andartene?" Non gli chiesi nemmeno come avesse fatto a entrare. A volte l'ignoranza era la soluzione migliore.

Aprii la credenza e recuperai il cibo di Teo. Il mio gatto, a dir poco affamato, si fiondò sulla ciotola a forma di osso e in pochi minuti la ripulì.

"Non ti facevo tipa da gatto... più da cane..." Rifletté lui seguendo ogni mio movimento.

Quindi aveva voglia di parlare... non se ne sarebbe andato via subito.

"Teo si comporta più come un cane che come un gatto." Gli risposi mentre controllavo cosa avevo nel frigo. "E poi non mi conosci abbastanza per sapere se mi piacciono i cani o i gatti."

Mi portai una mano sulla fronte. Il frigo era totalmente vuoto. Questo significava che, o dovevo uscire per fare spesa, o dovevo ordinare qualcosa da mangiare. Optai ovviamente per la seconda.

Presi il telefono e ordinai la mia pizza preferita: prosciutto e funghi. Mi comportai esattamente come se Stone non ci fosse. Non avevo voglia di litigare né di dargli corda quindi quello mi sembrava il modo migliore per farlo andar via il prima possibile.

Stavo andando in camera e feci per sorpassarlo, ma lui mi afferrò un braccio e mi fermò. Alzai gli occhi per incrociare i suoi e vi trovai all'interno una vera e propria tempesta.

"Dove sei stata?" 

"Non sono affari tuoi." Liberai il braccio dalla sua presa.

Quella libertà non durò molto perché riuscì a riafferrarmi e a spingermi seduta sul divano. Si sedette al mio fianco e abbassò lo sguardo sul mio braccio ancora strettamente tenuto dalla sua mano bollente.

"Tu e Julian ve la siete cavata contro quelle creature?"

"Sfortunatamente come vedi sono qui, con te!" Risposi sarcastica.

"Perché diamine siete andati dallo stregone dell'Ohio?"

"Perché diamine non ti fai i fatti tuoi?"

Mi guardò esasperato. Mi lasciò andare il braccio e si spaparanzò sul mio divano. "Avete rischiato molto oggi." Disse, con un tono che sembrava lievemente preoccupato.

"Julian sta bene nonostante sia stato colpito da un incantesimo nemico..."

Si raddrizzò immediatamente. Era chiaro quanto tenesse al rosso.

Mi accomodai accanto a lui, ormai stanca di quei bisticci infantili.

"Sta bene... lo hai addestrato bene."

Mi guardò con un sopracciglio alzato. Chiaramente non si aspettava che conoscessi la storia. "Te lo ha detto?"

"A cosa ti riferisci?" Feci finta di non capire.

Siamo GHIACCIO e FIAMMEWhere stories live. Discover now