28. Femmina

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Florio deglutì e si appoggiò allo schienale, sentendo goccioline di sudore che gli si appiccicavano fra la tuta e le spalle.

Un peso sullo stomaco, la testa che girava per l'euforia e la paura.

Se Werhunter voleva reclutare Leon in un battaglione sacro voleva dire che non solo il suo amato era sopravvissuto durante i mesi di lontananza, ma era abbastanza in salute da poter essere, nella sua mente, un soldato valoroso.

Leon, Leon. Solamente il suo nome era bastato per prendere lo spirito di Florio e gettarlo in subbuglio. Il cuore della persona che era stato cantava all'idea di rivedere il ragazzo che amava, eppure l'ansia e il disprezzo per sé degli anni passati in prigione si erano condensati in un grumo di paura che aveva una voce, e che somigliavano alla persona che Florio era diventato adesso.

Leon stava bene, rideva Florio ragazzo, e avrebbe potuto rivederlo!

Non vorrà vederti. Ti sei rovinato, dopo quello che hai fatto.

Ma forse lo aveva perdonato, forse desiderava anche lui riabbracciarlo.

Potrebbero non sapere neanche dov'è. Potresti non vederlo mai più.

Hai spezzato la Promessa, hai ucciso degli umani ed ora il criminale più pericoloso d'America sta cercando Leon per costringerlo a combattere al tuo fianco, ed è tutta colpa tua. Rovini tutto quello che tocchi.

Florio chiuse gli occhi, la curva gentile delle ciglia nere contro il pallore delle palpebre.

«Non possiamo costringerlo» Disse ad alta voce. Per fortuna l'abitacolo era silenzioso, perché la sua voce era così bassa e delicata che sarebbe stato facile perderla.

«Immaginavo che saresti stato un po' più felice di sapere cosa stiamo andando a fare» Disse Victor, leggermente perplesso «Ripeto, non riesci proprio ad accettare di avere delle cose belle tutte per te, vero, Florio?»

«Non credo che... ah, la fai troppo facile tu» sospirò

«Perché per me è più facile»

«Quello che sto cercando di dire è che tu vuoi due guerrieri innamorati, pronti ad affrontare il mondo per difendersi a vicenda» il tono di Florio iniziò ad alzarsi un po', ma si ruppe anche «Ma sono passati anni, e io lo amo e continuo ad amarlo e forse è perché non ho avuto altro al mondo a tenermi insieme, ma lui ha avuto tutto il tempo e lo spazio per andare avanti e magari non vuole più... avere niente a che fare con me».

La sua vista fu offuscata dalle lacrime nell'esatto momento in cui pronunciò quelle parole. Si sentiva ubriaco di euforia e dolore: se quel pazzo del suo psichiatra diceva che stavano andando a prendere Leon lui era così vicino, e la cosa lo terrorizzava.

«E non lo biasimerei» Aggiunse Florio, cercando di mantenere un tono sicuro «Lo capirei. E non ho intenzione di trascinarlo in tutto questo»

«La tua intenzione è molto nobile» disse Victor «Ma io, al contrario, ho tutta l'intenzione di farlo partecipare al nostro progetto: infatti, credo che lui e la nostra Cherry siano già in posizione, visto che entrambe le nostre operazioni sono partite contemporaneamente. Sarebbe uno spreco fermarsi adesso. E credo che tu dovresti dargli la possibilità di scegliere da sé, non credi?»

«Sei sicuro di non volerlo costringere?» chiese Florio, dubbioso, asciugandosi le lacrime col dorso della mano

«Tutti i membri del mio battaglione sacro decidono di farne parte. Guarda, funziona così» l'uomo appoggiò un braccio al proprio sedile e si sporse all'indietro per guardare i suoi due strani passeggeri, guidando con una mano sola «Bennu, Osvald, volete entrare nel mio battaglione?»

L'Inverno delle RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora