Tre mesi, dieci giorni e due ore prima

40 13 0
                                    

I mortali pensano che le divinità siano così egocentriche da necessitare a tutti i costi sacrifici e altarini per mantenere alta la loro soddisfazione e, di conseguenza, il loro favore. Non posso dire che siano completamente nell'errore perché effettivamente alcuni dèi come Athena, Zeus, Afrodite, Hera e Apollo tengono particolarmente alle celebrazioni a loro riservate, minacciando punizioni pedanti in caso queste non venissero rispettate o non fossero di loro gradimento.

Uma volta Zeus ha fatto piovere su tutta New York per un mese intero con tanto di fulmini e saette perché a sua detta la celebrazione della giornata a lui riservata non era stata all'altezza di un dio del suo calibro, ma per fortuna la punizione è durata un solo mese grazie al pronto intervento di Demetra, la madre di Persefone, che gli ha fatto giustamente notare che con la sua tempesta le stava rovinando tutti i raccolti.

E tutti sanno bene che far arrabbiare Demetra è una pessima idea dal momento che ha la fama di essere alquanto pungente con le sue vendette.

Non l'ho mai incontrata ma se è anche solo un briciolo simile alla figlia so che le voci sono fondate perché Persy sarà anche un raggio di sole in miniatura, ma falla arrabbiare e vedrai i sorci verdi.

Talvolta letteralmente.

"Devo dire che si sono superati" commento osservando la cerimonia riservata in onore di Ade, un funerale studiato per dire addio al caro defunto e allo stesso tempo per onorare il dio dell'Oltretomba al fine di garantire un'eternità priva di torture all'anima ormai spirata. Certo, la decisione finale rimane di Ade ma una cerimonia come si deve aiuta sempre.

"Avranno speso come minimo mille dollari solo in fiori" borbotta Nemesi seduta accanto a me prima di fare una bolla con la sua gomma di masticare, la disapprovazione limpida sul suo viso.

"Un po' esagerato" concordo scoccandole un sorriso divertito, "ma so qual è il tuo vero problema".

Nemesi alza gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto, un ciuffo ribelle di capelli castani che le cade sugli occhi mentre si muove: "le tre vecchie megere gli hanno tagliato il filo così presto di proposito, sapevano che dovevo andare da lui ad aprirgli il culo come un cocomero. Nessuno -e dico nessuno- sbeffeggia Nemesi e la passa liscia".

"Fossi in te eviterei di utilizzare il termine megera in mia presenza" le ricordo con finta dolcezza, "a meno che tu non abbia voglia di svegliarti un giorno e ritrovarti pelata".

Finalmente le labbra di Nemesi si curvano nel più piccolo dei sorriso: "ti ricordi che sono la dea della vendetta, vero?".

"Solo quando ci tieni a ricordarmelo tu".

"Comunque, megere o no, le tre parche mi hanno pestato i piedi e non è la prima volta. Per questo ho già chiesto udienza a Ade per chiedere di punire questo sfrontato da morto".

"Proprio vendicativa fino al midollo" sorrido tra me e me osservando lo sciame di persone avvicinarsi alla bara per posare una melagrana davanti a essa, uno dei simboli del dio dell'Oltretomba. In realtà è Persefone quella che ama la melagrana tanto che nei secoli ha iniziato anche a utilizzare un rossetto creato proprio per lei dell'esatto colore della melagrana matura, ma l'immaginario comune la attribuisce a Ade e ormai non ha più senso correggere i mortali.

E parte di me pensa che a lui non interessi più di tanto.

Una volta l'ho visto donarne alcune a Persefone che, come ogni volta che Ade le regala qualcosa, si è illuminata come un albero di Natale, un raggio di primavera che squarcia il perenne maltempo su Brooklyn.

"E lui che ci fa qui?".

La voce di Nemesi mi riscuote dai miei pensieri mentre noto, a qualche panca di distanza, il dio Apollo sotto le sembianze di un bambino che avrà massimo undici anni, l'aura dorata che emana il suo segno distintivo. Ma mentre Nemesi è colpita dalla sua presenza io rimango di stucco nel vedere accanto a lui l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere a un funerale.

Power Play Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin