Capitolo 1

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Entrai in casa sbattendo la porta dietro di me entrando velocemente in casa, con timore di essere ancora seguita. Guardai in ogni angolo come se un assassino fosse pronto a sbucare da qualunque angolo con un pugnale affilato per tagliarmi la gola, ma a quanto pare niente assassini oggi. Spero. Trassi un lungo sospiro di sollievo appoggiando la sporta sul tavolo tirando fuori la busta di biscotti mettendola in un ripiano della dispensa. Poi realizzai un piccolo dettaglio: ho lasciato lo strano biglietto attaccato lì. Con pigrizia riaprii lo sportello della dispensa nuovamente staccando con non curanza il biglietto, lasciandolo un po' strappato ma ancora leggibile, alla fine mi importa solo questo. Ripresi la sacca per portarla in camera mia pronta per gettarmi sul letto a metabolizzare lo strano evento della giornata, non che le altre giornate siano normali ma questa era più strana del solito. Buttai la borsa sul comodino e in contemporanea mi catapultai sul letto come se mi stessi tuffando a mare in una giornata estiva, se abitassi vicino il mare. Stessi qualche minuto a fissare il vuoto godendomi la freschezza delle lenzuola lavate e stirate il giorno stesso prima che il mio occhio cadde sulla foto.

Mi era probabilmente caduta mentre mi buttavo sul letto con la mia delicatezza da ippopotamo, per intenderci. Stessi qualche minuto per osservarla. Quanto mi manca lui, mi manca davvero tanto. Se quel giorno invece di scappare avrei fatto qualcosa lui sarebbe probabilmente qui con me. Fissando quella foto i ricordi cominciarono di nuovo a farsi spazio nella mia mente, violentemente. Senza nessuna pietà o altro per me.

Era una sera di Agosto dell'anno scorso, mi tenevo mano per mano con Sirio, chiamato come la stella più luminosa in quella notte scura come i suoi capelli. Quella maledetta notte in cui Sirio è andato via. La piazza era deserta, solo il rumore dei grilli tra gli alberi in sottofondo a produrre una leggera melodia. Poi all'improvviso, Sirio mi spinse verso di lui e andai a finire proprio schiacciata contro il suo petto. Una cosa per me spiacevole ma che ora darei di tutto per riprovare quella sensazione soltanto per un minuto. Poi le sue labbra andarono a finire contro le mie, lui passava le sue mani calde lungo la mia schiena per poi cingermi in un abbraccio alla vita, mentre io giocavo con i suoi capelli con una mano e con l'altra massaggiavo la sua nuca. Quando ci staccammo non riuscii ad aprire gli occhi per qualche momento, sentendo sul collo il suo respiro.

-Il mio cuore è talmente pieno di te che posso difficilmente chiamarlo il mio.

Sirio disse con voce roca, facendomi sorridere, ancora stretta nel suo caldo abbraccio.

-Ti amo. Però devi scappare.

Alzai il volto verso di lui, con un'espressione confusa.

-Ho detto: scappa.

Sirio ribadì con voce seria che mi fece venire i brividi lungo la schiena. Un rumore, uno stridio di qualcosa mi fece sobbalzare e corsi. Corsi più velocemente che potevo lasciando Sirio dietro di me come una codarda. Alla fine arrivai vicino un vicolo cieco dove l'odore di sangue colpì le mie narici impetuosamente. Accelerai ancora di più temendo il paggio: ed era il peggio. Mi ritrovai al corpo di Sirio totalmente insanguinato e tumefatto, ricoperto di cicatrici e... segni di morsi?

-Soleil?

Lui chiamò con voce sottile. Mi gettai al suo fianco in lacrime.

-Guarda, non piangere. Se osserverai le stelle mi vedrai ancora lassù a guardarti

Sirio mormorò con la sua voce spezzata e debole prima di chiudere i suoi luminosi occhi per sempre.

Questo è l'ultimo ricordo che ho di lui. Le lacrime ricominciarono a scorrere lungo le mie guancie come quel giorno.


Angolo autrice:

Bhe che dire, ho voluto inserire un piccolo ricordo di Soleil. Ovviamente il ragazzo nella foto in alto è Sirio. Cosa credete sia successo a Sirio? Fatemi sapere :)

Il turno notturno al supermercato di Shepling StreetWhere stories live. Discover now