Capitolo 20 - Champ de Mars

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Mentre Ines e Kylian pensano a un mezzo di trasporto, voi mettere la⭐ STELLINA ⭐ 😂 coraggio su, che poi ve ne dimenticate ahaha
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Lo sguardo di Kylian è ancora perplesso, mentre ci avviamo verso la fermata dell'autobus.
Ma ciò non riesce a frenare il mio entusiasmo! Il percorso ci porta di fronte alla Tour Eiffel, attraverso gli specchi d'acqua di Champ de Mars, uno spettacolo di riflessi che vale sempre la pena. Era tanto che non la vedevo, questa vecchietta di metallo che si stiracchia per raggiungere le nuvole in cielo; è bella come se fosse stata eretta solo ieri. 
"A cosa stai pensando?", mi chiede Kylian, quando rimango un passo dietro di lui a naso all'insù.
"Un giorno il sole si avvicinerà tanto alla terra da far evaporare tutta l'acqua e uccidere ogni forma di vita; la terra imploderà e milioni di anni di storia finiranno in briciole tra le stelle. Anche questa torre", mi esce di bocca, senza alcun filtro, direttamente dai miei pensieri. "Ma quel giorno non è oggi." Sbatto le palpebre e torno sulla Terra, per guardare lui. "Non sei felice, Kylian? Non ti senti fortunato ad avere la possibilità di essere proprio qui, in questo momento, per poter godere di quest'effimera maestosità?"

I turisti ci camminano vicini, ignari della nostra identità. Soprattutto della SUA. 
Anche loro sono fortunati ad essere proprio qui, in questo momento, e incrociare il cammino con un personaggio che lascerà il suo nome impresso nella storia dell'umanità. Ma non lo sapranno mai.
Ci sfrecciano accanto con indifferenza, assorti nel fare fotografie e godersi la vista. 

Kylian mi fissa immobile, non ha ancora risposto alla mia domanda. Forse perché una risposta, in effetti, non c'è; se non chiamare il reparto psichiatria dell'ospedale, immagino.
Ho decisamente esagerato col flusso di coscienza. 
"L-lascia perdere", riesco a balbettare riprendendo a camminare. Procedo a testa bassa, ma quando passo accanto a Kylian lui mi prende per un braccio e mi trattiene al suo fianco.
Sollevo il mento, d'istinto porto gli occhi nei suoi. Sta sorridendo.
Poi si piega in avanti e stampa quel bel sorriso sulle mie labbra.
"Aspetta", sussurra, "conosco un'altra fermata dell'autobus." Quindi mi prende per mano e gira sui tacchi, prendendo la via attraverso il parco che circonda Champ de Mars

Parliamo del più e del meno, lungo il tragitto; anche l'attesa alla fermata scorre piacevole, talmente tanto che, forse, un paio di autobus del nostro numero ci sono passati davanti senza che nemmeno ce ne accorgessimo. 
Quando scendiamo dal mezzo, però, la vista dell'enorme stadio che ci troviamo davanti mi mozza il fiato.
LE PARC DES PRINCES - Il Parco dei Principi, il bellissimo stadio della capitale francese.

"Wow, è enorme!", esclamo sbalordita.
"È la stessa cosa che hai detto ieri sera", ribatte Kylian al mio fianco.
Ci metto un attimo a capire, poi sussulto e mi volto verso di lui. Lo trovo che mi sta rivolgendo un ghigno beffardo. 
"Scemo!" e lo spingo giocosa. 
Lui ride e riprende il cammino. "Andiamo, dai. Siamo in ritardo."

A questo punto Kylian si toglie cappello e occhiali, mentre procede a petto in fuori e mento alto verso l'edificio. D'istinto lo imito: ci stiamo muovendo verso un ingresso posteriore e siamo ormai molto vicini.
Eppure, seppur breve, la distanza diventa improvvisamente uno slalom tra tifosi e giornalisti; in effetti era prevedibile che le persone lì attorno fossero appassionati di calcio, e che l'apparizione di Kylian li avrebbe attratti.
D'istinto mi fermo, convinta che anche lui voglia prendere un'altra strada, ma Kylian mi avvolge un braccio attorno alle spalle e continua imperterrito attraverso la folla.
"Tranquilla, ci lasceranno passare", cerca di rincuorarmi.
Oh, non ho dubbi; o almeno, lo spero bene. Il problema è che mi ero abituata ad essere tornata l'anonima Ines. 
Ma Kylian, lui non è mai stato anonimo. Questa passeggiata è stata solo un'illusione.

Un bambino porge il pallone a Kylian, lui si ferma, lo saluta e glielo autografa; la mamma del piccolo scatta qualche foto e lo ringrazia. Un paio di ragazzi allungano una riproduzione della maglia numero 10 della nazionale francese, Kylian firma anche quella. 
I giornalisti stanno a qualche metro di distanza, ma i loro obiettivi stratosferici brillano ogni volta che un raggio di sole ci rimbalza sopra, rendendoli visibili più che mai. 
"Come hai detto che si chiama?", sento farfugliare dietro di noi, mentre Kylian è ancora impegnato coi suoi fan.
"Qualcosa con la 'i', un nome breve... Iris, credo"
"No, scemo, non è Iris", interviene una terza voce. "Ines. Si chiama Ines Rau."
Sento il cuore che mi salta un battito. Abbasso la testa e cerco di dare ancor di più le spalle al gruppetto, ma le loro voci, seppur basse, non riescono a rimanere fuori dalla portata delle mie orecchie.
"E chi sarebbe? Non l'ho mai sentita nominare"
"Sarà una modella"
"No, no, niente del genere..."
"Vabbeh, un'influencer, una giornalista, qualcosa!"
"Boh, se cerchi su Google non esce niente"
"Oh, qualcosa a sorpresa da uscire ce l'ha"
Quelle parole mi fanno accapponare la pelle. Sento pizzicare l'attaccatura del naso, proprio in mezzo agli occhi, e a stento trattengo le lacrime. No, forse ho capito male.
"In che senso?"
L'interlocutore non risponde; ma deve aver fatto qualche gesto con le mani, perché un attimo dopo dai suoi amici si alza un coro di risolini e esclamazioni di stupore.
"Non credevo che a Mbappé piacessero le palle anche fuori dal campo"

"Kylian!", lo chiamo aggrappandomi al suo braccio. "Kylian, ti prego, andiamo"
Lui fa un cenno di assenso, noncurante, mentre continua a fare autografi e fotografie.
Non riesco più a capire le parole del gruppetto dietro di noi, ma le loro risatine diventano sempre più pungenti. Sento gli occhi farsi lucidi, il respiro affannato.
"Kylian, perdonami, ho bisogno di-"
"Ho fatto" mi interrompe lui; saluta gli ultimi tifosi, poi poggia la mano sulla mia schiena e si incammina verso l'ingresso dello stadio dove alcune bodyguards ci stavano già aspettando e ci lasciano entrare.

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Sono bastarda anche stavolta, vi lascio qui così xD come sempre ci stavo prendendo la mano, sennò sto chappy non finisce più ahah

Beh, raghi, che dire... quanti calci in culo volete dare al gruppetto di ragazzini idioti? Io un numero di 3 cifre, almeno. 

Ci risentiamo al prossimo chappy, VI VOGLIO BENE
La vostra,
RHF






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⏰ Ultimo aggiornamento: May 28, 2023 ⏰

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