Capitolo 17 - Una Visita Inaspettata

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BIMBE VI AMOOOO Unsaidfrisbee, TheAngelica93, Gloria-ioia, ayoitzmart1, thelegendofthesky, Marah_pert e Beatrisstories <3 e tutti quelli che stellinano e che stanno iniziando a leggere la storia, vi lovvo di bene <3 Siete il sorriso che mi svolta la giornata con le vostre parole e il vostro sostegno <3

Mi sono accorta che le intro sono troppo lunghe quindi stavolta sarò sintetica ahah asdfghdsasdfg lo ssssoooo l'immagine in alto è un po' spoiler bwahaha però ci sta dai xD vabbeh vi lascio con Ines e Kylian xD a dopoooozzzzz

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Nonostante la mia lussuriosa perdizione, per fortuna il suv non ci ha portati all'inferno. Sarebbe stato un po' troppo freddino, laggiù, per i nostri bollenti spiriti.
Quando le labbra di Kylian hanno deciso di darmi tregua, fuori dal finestrino sfrecciava solo lo spoglio panorama di un'autostrada. Disneyland e i suoi lussuosi hotel erano già lontani, spariti all'orizzonte. Avevo immaginato diverso il mio addio a quel posto; un po' malinconico, con gli occhi lucidi e un ultimo selfie con l'arco di ingresso alle spalle.
È andata così.
Dopo un ultimo bacio sul collo, Kylian ha ripreso il suo telefono per rispondere ad alcuni messaggi, così ne ho approfittato anche io per farmi sentire da papà. L'ho aggiornato per messaggio, convincendolo con sforzo a non sentirci a voce in quel momento ma con la promessa che gli avrei telefonato non appena possibile.
Ben presto la grande strada a scorrimento veloce si è immessa in vie sempre più piccole, affollate, circondate da palazzi e marciapiedi. Kylian non è riemerso dal suo schermo per tutto il tragitto, così ho potuto rendermi conto appieno di dove stessimo andando.
Siamo in centro, pieno centro di Parigi.
La macchina si ferma a un isolato di distanza dalla Tour Eiffel, di fronte a un palazzo storico alto diversi piani. Lo osservo a bocca aperta, schiacciata contro il finestrino senza alcun pudore.
"Siamo arrivati, signore" dice l'autista abbassando il vetro fumé che ci divide da lui.
Kylian trasale, si infila il telefono in tasca e si ricompone. "Perfetto" esclama, poi mi guarda e sorride. "Andiamo, principessa."
Scende di macchina e così faccio io, accorgendomi solo una volta fuori di aver anticipato l'autista che voleva aprirmi la portiera. Ci scambiamo qualche convenevole imbarazzato, per via del disguido, nel frattempo Kylian mi raggiunge e mi avvolge un braccio attorno alle spalle.
"Grazie, Gerard. Torni a prenderci tra un paio d'ore, per favore? Devo andare allo stadio per gli allenamenti."
"Gli allenamenti oggi, signore?"
"Sì... ci sono stati dei problemi al club."
L'uomo, allora, annuisce e risale in macchina, poi si allontana. Dovremmo entrare nel palazzo, immagino, ma Kylian esita un po' guardandosi attorno. Seguendo il suo sguardo, noto che nell'angolo opposto della strada, nemmeno troppo nascoste, ci sono un paio di persone munite di macchina fotografica con l'obiettivo puntato verso di noi.

"Santo cielo, altri paparazzi? Ci assaliranno di nuovo!" mi esce di bocca; l'angoscia di poco prima, stretta in quella folla asfissiante, ancora mi perseguita.
Ma Kylian non condivide la mia paura; ride, stringendomi ancor più forte a sé. "Nah, sembrano più dei ritardatari." Non capisco, ma lui non attende la mia richiesta di spiegazioni. "Allora", riprende guardandomi con intensità, "vogliamo andare a casa?"

Lo seguo nel palazzo, ancora abbracciata a lui. L'atrio è luminoso, con il pavimento di marmo a specchio e un elaborato lampadario al centro del soffitto. Il portiere, dietro la sua scrivania che sembra la concierge di un albergo, sorride a Kylian e gli rivolge un cenno col capo.
"Buongiorno, signor Mbappé."
Il calciatore ricambia alzando una mano verso di lui, mentre a passo spedito raggiunge l'ascensore sulla parete opposta a quella della porta d'ingresso.
Le porte automatiche fanno appena in tempo a chiudersi che mi sento abbracciare da dietro. Kylian mi stringe a sé, premurandosi di farmi ben percepire ad altezza fondoschiena il risultato delle nostre effusioni in macchina. "Va troppo piano questo affare per i miei gusti, vorrei essere già in camera" mi sussurra all'orecchio, prima di stringere il lobo delicatamente tra i denti. Un brivido mi scuote, lasciandomi senza fiato. Poggio le mani sui suoi avambracci, avvolti attorno a me; vorrei parlargli, fargli delle domande, ma ancora una volta non riesco a oppormi e mi abbandono a lui.
Quando l'ascensore arriva al piano nemmeno ce ne accorgiamo. Kylian mi ha voltato e ora siamo petto contro petto, pronti a ricominciare a tormentarci le labbra l'un l'altro.
Il tintinnio dell'apertura delle porte ci lascia indifferenti, ma è un altro suono a farci sobbalzare.

Quel magico viaggio a Disneyland  || Kylian Mbappé ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora