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"Ho paura..."

Il dolore è forte nella mia testa ma appena apro gli occhi si allieva leggermente.
Non so cosa mi sia successo o cosa mi abbia colpita, so solo che sono ammanettata ad un tubo qualsiasi agganciato al muro.
I polsi sono indolenziti per la forte presa.
"Sei sveglia finalmente"
L'uomo si avvicina con il viso. Gli sputo su una guancia e schifato dal mio gesto se la pulisce col dorso della mano.
"Maledetta stronzetta... sei come tua madre..."
Già, mia madre. Ho passato una vita credendo mi avesse abbandonato per poi scoprire che queste persone l'hanno uccisa senza alcun rimorso.
Come si fa ad essere così crudeli?
"Stava soffrendo e se lo è meritato! L'ho avvisata prima che ti desse alla luce: doveva abortire, non potevo lasciare tracce di alcun tipo, ma lei se n'è lavata le mani!"
Con questa spiegazione si è riconfermato per il bastardo che è. L'odio nei suoi confronti aumenta sempre più, come la rabbia che mi fa tremare dalla voglia di ucciderlo.
"Si è sacrificata per la sua bambina!" Dice imitando una voce femminile.
"L'obiettivo sei sempre stata tu!"
"Sei fuori di testa"
Alle mie parole si mette a ridere.
"Può darsi... sta di fatto che ti ucciderò e appena sarà fatta, lascerò il tuo corpo marcire qua da qualche parte. Dove più mi aggrada. Sono un padre modello non trovi?"
Soffio mostrando i denti e comincio a scalciare sperando di colpirlo da qualche parte. Invece quello che ricevo è solo uno schiaffo in pieno viso.
La guancia brucia.
"Non ti hanno educato a dovere quegli umanoidi?"
Rimango con il viso rivolto da una parte. Il mio
sguardo si posa su movimento sospetto dietro ad uno dei tanti macchinari che riempiono la stanza. Corrugo la fronte non capendo cosa sia.
Nel mentre mio padre si distrae con i pochi uomini rimasti e sento qualcuno voler attirare la mia attenzione.
Lo'ak si affaccia ed io strabuzzo gli occhi.
Cosa ci fa qua? Deve andarsene assolutamente!
Il ragazzo mi fa segno di stare in silenzio.
Per quanto non voglia che entri nel problema, eseguo gli ordini.
Lo'ak indica un'altra parte del laboratorio. Seguo il dito con lo sguardo incontrando quello di Neteyam.
Che piano hanno in mente? È un bene che siano qui? Cominciano a farsi spazio le preoccupazioni. Non posso permettere che si facciano del male: non me lo perdonerei mai.
Gli uomini in questa stanza non sono molti e sono tutti demoni del cielo, e la maggior parte pure disarmati. L'unico a farmi veramente paura è mio padre.
Se gli partisse lo schizzo farebbe fuori Lo'ak e Neteyam a sangue freddo. Spero stiano attenti e sappiano quello che stanno facendo.
"Ehilà facce da cazzo!"
Lo'ak si fa spazio con un'arma tra le mani e comincia a sparare all'impazzata. Neteyam lo segue a ruota e il caos riempie la stanza.
Il sangue imbratta le pareti e i macchinari e le urla rimbombano nelle mie orecchie.
Cerco disperatamente di liberarmi per dare una mano nella missione ma senza risultati: le manette sono troppo strette.
Succede tutto in velocità e quasi non riesco a stare dietro a nessuno.
Neteyam continua a sparare a chiunque si fa spazio sul suo cammino e Lo'ak infilza il fucile nei corpi dei nemici come se fosse un pugnale.
Rimango sempre con il fiato sospeso e sobbalzo ad ogni piccolo colpo che ricevono, ma riescono sempre ad alzarsi in piedi e a combattere come se non ci fosse un domani.
Comincio a percepire una speranza per la mia salvezza e sono grata che siano arrivati a salvarmi; finché qualcuno non mi libera e mi avvolge un braccio attorno al collo.
Non è tanto stretta la presa, riesco a respirare ma il panico sale comunque.
Le urla vengono sostituite dal silenzio.
Neteyam e Lo'ak sono davanti a me che puntano le proprie armi a mio padre. È lui che mi sta tenendo in ostaggio con una pistola puntata alla testa.
Ho iniziato quest'avventura minacciata di morte con un pugnale alla treccia, non voglio finirla con la medesima situazione.
"Giù le armi o la vostra amichetta farà una brutta fine!"
"Te lo scordi! Morirai miseramente come hai vissuto!" Dice Neteyam.
Ragazzi vi prego ascoltatelo! Non sapete a cosa andate in contro!
Vorrei urlarlo ma mi mancano le forze, eppure in qualche modo riesco a farmi capire con un solo sguardo. Entrambi abbandonano i fucili a terra e si piegano sulle loro stesse ginocchia con le mani in aria in segno di resa.
L'uomo dietro di me ridacchia. Scommetto che si sente un duro a prendersela con dei ragazzini. Brutto vigliacco!
Devo cercare un modo per liberarmi, ma quale?

𝐀𝐘𝐎𝐄𝐍𝐆 Where stories live. Discover now