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"Non potrò essere altro che me stessa"

Sono nei guai?
Bella domanda. Il capo clan non ha ancora mosso un muscolo e la tensione si sta alzando.
Posso sentire il mio cuore esplodere nel petto e il respiro sta diventando più affannoso di prima dalla paura. Perché sì, ho paura. Non ci saranno abbastanza notti passate nella natura selvaggia per poter descrivere quello che sto provando ora.
Potrebbe fare qualsiasi cosa e sinceramente il mio primo pensiero è andato sull'omicidio, per quanto in realtà sia poco probabile.
Sono innocente: non ho fatto alcun male quindi non avrebbe alcun motivo di uccidermi. E poi la Grande Madre non lo permetterebbe mai.
"Ti offriremo alloggio, starai con noi e parteciperai alla vita nel clan"
La sua offerta mi lascia di stucco.
Di primo impatto non so cosa dire ma alla fine lo ringrazio.
Mille domande si fanno spazio nella mia testa, come il motivo per cui mi vogliano qui. Dovrei fidarmi? Dovrei indagare più a fondo?
O forse è l'opportunità per poter abbassare la guardia e riposarmi?
Il capo clan mi invita a seguirlo e mi porta in mezzo alla gente nello stesso posto in cui si stava tenendo la cerimonia religiosa.
È ancora affollato ma non più ordinato come prima; non fin quando Toruk Makto non si mostra al popolo. Appena notato la sua presenza si siedono tutti a gambe incrociate e disposti in fila come prima.
Prendo posto e con qualche sorriso imbarazzato saluto i Na'Vi affianco a me.
Cerco ci concentrarmi sul discorso di Toruk Makto ma dall'altra parte c'è il ragazzo di prima che continua ad osservare ogni mio movimento. Non distoglie lo sguardo neanche quando comincio a fissarlo.
"Io, Jake Sully, Toruk Makto, capo clan degli Omaticaya, accolgo tra noi Stxeli, figlia della Grande Madre, come componente del villaggio. Chiedo a voi di accoglierla al meglio. È una della famiglia adesso!" Jake dice l'ultima frase con un piccolo sorriso dipinto in volto. Questo mi fa credere che non ci sia niente di cui preoccuparsi.

La cerimonia è proseguita con canti e preghiere per la Grande Madre. Successivamente si sono ritirati tutti nei loro rifugi e a me hanno dato un'amaca su cui dormire per la notte.
Appena mi sdraio sento i muscoli rilassarsi e ringrazio Eywa di avermi fatto accogliere in un posto sicuro e lontano dai pericoli. Ho tante notti passate insonnie da recuperare.
"Ciao! Ti ho portato qualcosa per coprirti. Magari ne hai bisogno" Una ragazza sbuca dal ramo sopra di me con un sorriso enorme che io ricambio appena la vedo.
È diversa dal resto del clan ma sul momento non ci faccio tanti pensieri. È giovane come me quindi la sento più vicina rispetto agli altri.
"Sono Kiri, la figlia di Jake"
La sua voce mi ricorda qualcuno ma su due piedi non riesco a decifrare chi.
Mi presento di conseguenza.
"Sono felice ci sia una nuova ragazza qui nel clan! Sai, sto sempre con i miei fratelli e dopo un po' è abbastanza estenuante..."
Rido per la battuta e lei fa lo stesso.
Sono sicura che andremo d'accordo io e lei.
"Sono qua apposta!" Continuo sulla sua stessa linea d'onda finché lei non si offre di presentarmeli.
"Dato che ormai sei di famiglia dovrei farteli conoscere. Sono uno più pesante dell'altro ma imparerai ad amarli"
Kiri si siede affianco a me e sembra cercare altre domande nella sua testa. Spero vivamente non sia come il padre e che non mi faccia domande su dove vengo perché ne ho abbastanza.
"Hai detto che sei di ovunque. Questo significa...?"
Ci risiamo. È comprensibile la loro curiosità ma vi prego dateci un taglio!
La cosa positiva è che è giovane, quindi non ha un potere autoritario come Jake. Non devo aver paura che possa succedere qualcosa.
"Significa che vivo ovunque, nella natura. Ho dormito su ogni albero, ho visto ogni animale e ogni pianta. Ho corso per ogni centimetro di Pandora. Più o meno... si fa per dire ma comunque ho girato molto." Dico l'ultima frase facendo spallucce e Kiri mi ascolta con un luccichio negli occhi come se si stesse innamorando delle mie parole.
Capisco che voglia chiedermi di più su questa mia vita da - scappata dal clan - ed io vorrei raccontarle quello che ho visto e vissuto. È la prima che prova interesse in qualcosa che faccio o dico. Ma veniamo interrotte da una voce maschile che richiama Kiri.
"Si va a dormi-"
Si ferma appena mi vede. Ci guardiamo intensamente come abbiamo fatto fino a d'ora.
Io e Kiri ci alziamo e lei sembra euforica nel presentarmelo.
"Stxeli! Lui è mio fratello Neteyam!"
Mi saluta un po' imbarazzato ed io faccio lo stesso. E come se mi fossi volatilizzata dal suo campo visivo, Neteyam ripete a Kiri di tornare dalla famiglia.
"È ora di dormire Kiri"
La ragazza dopo qualche lamentela si convince a seguirlo, ed io non posso fare altro che ridere alla situazione.
Appena lo faccio noto Neteyam che mi guarda con un'espressione seria ma anche incuriosita. Sicuramente vuole sapere di più su di me, oppure ha l'ordine da proteggere sua sorella e non vuole che io possa farle del male. Non lo biasimo. Non mi conosce. Farei la stessa cosa.
Ci salutiamo e prima di chiudere gli occhi e addormentarmi, i miei pensieri si rivolgono soprattutto a Neteyam.

𝐀𝐘𝐎𝐄𝐍𝐆 Where stories live. Discover now