44- Più dolore possibile

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Daniel

Panico.
Respira.
Stai calmo.

Mi guardo intorno, giro su me stesso un paio di volte, mentre di nuovo le pareti della casa si deformano. Sento lo stomaco sotto sopra, finché non chiudo gli occhi e mi decido a respirare con calma.

La mente di Gerard sta viaggiando tra i ricordi come una cinepresa a mille al secondo, selezionando con cura l'episodio perfetto da mostrarmi.

Il fatto è che ho già visto tutto ciò che mi serviva.
Diamine, sono stato troppo tempo nella sua testa... come cazzo faccio ora a tornare cosciente?

La stanza. Le infermiere.

Si accende un barlume di speranza.
Dovrà entrare qualcuno per controllare il povero malato, no? Mi troveranno steso a terra, ma poco importa, a quello ci penserei dopo.

Poi, un piccolo flash mi annebbia la mente, facendomi ricadere in un burrone di angoscia e rabbia.

Ho chiuso la porta a chiave.

Oh, cazzo!
Si deve avere una copia di tutte le chiavi... e se non la avessero?

Margherita.
Si, lei mi aveva dato quella poltiglia. Doveva essere duratura. Ah, ma mi sentirà una volta tornato!
La rivolterò come un calzino, quant'è vero che sono un Vinson Reed!

Pensa, Daniel, pensa.

Nel mentre, mi ritrovo in quella che sembra essere una scuola. Il piccolo marmocchio è seduto al banco, dandomi le spalle.
Sento tutto ciò che sente, vedo tutto ciò che vede.

La sua testa è chinata verso il suo quaderno, su cui è intento a scarabocchiare qualcosa con la sua penna blu. Intorno a noi c'è solo chiasso, un aggrovigliarsi di voci confuse che farfugliano cose senza senso.

Fosse in una delle lezioni che ho avuto, avrebbe già le mani tutte graffiate per il fatto di non ascoltare l'insegnante.
Ah, ma gli umani adulti sono così stupidi che non si fanno nemmeno rispettare dai mostriciattoli.

Mi sporgo nella sua direzione, finché oltre quella testolina scura non intravedo un disegno sulla carta bianca.

Quella che sembra una bambina mi osserva con i suoi occhi allungati e paurosamente espressivi per essere creati da un bambino.
Eppure, mi ricordano El.

Perché la stai disegnando?

Un oggetto si schianta all'improvviso sulla sua fronte, costringendolo ad alzare lo sguardo insieme al mio. Davanti a noi, un gruppetto di bambini ride sotto i baffi, senza però farsi beccare dall'insegnante.
La presa in giro riesce a infastidire persino me, che non c'entro un fico secco in questa storia.

Quando la campanella suona e finalmente tutti escono in cortile, Gerard rimane lì imbambolato di fronte al suo banco. In silenzio, contempla il disegno di sua, ormai lo so, sorella adottiva.

Lo mette nel suo zaino, decidendosi poco dopo ad alzarsi.

Fuori dalla finestra, improvvisamente il cielo si ricopre di nubi nere cariche di pioggia.
Non so di preciso il motivo, ma mi sento troppo nervoso e irrequieto.

Chissà per quanto tempo rimarrò intrappolato qui dentro, prima che qualcuno si accorga di avere un paziente chiuso a chiave nella sua stanza; prima che Margherita si renda conto dello scorrere del tempo e che il suo padrone ci sta mettendo un po' troppo a tornare.

Di solito riesco a svegliare gli umani in sogno grazie ad un piccolo spavento... ma con Gerard non funzionerà dato che è in coma.

Ah, questo ragazzo farà di sicuro una brutta fine!

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⏰ Laatst bijgewerkt: Jun 28, 2023 ⏰

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