29- perso senza di te

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Daniel
La linea si interrompe, e tu rimani con lo sguardo fisso sul muro davanti a noi. Hai gli occhi rossi e lucidi, con le lacrime che solcano le tue guance calde.
Hai smesso di singhiozzare all'improvviso, mentre il sangue ti abbandona le dita delle mani. Tieni il cellulare in grembo; i tuoi muscoli sembrano essere diventati di pietra in pochi secondi e tremano come una foglia.

La morte di quell'individuo non mi tocca per nulla, ma vederti così all'improvviso mi sta distruggendo.

Ti ho convinta a rispondere alla chiamata, ed ecco com'è andata a finire. Dio...
Seduto accanto a te sul bordo del letto, ti tocco dolcemente la spalla aspettandomi una tua reazione, che però non arriva.

Il tuo sguardo è immobile, mentre insisto a richiamarti guardandoti con gli occhi velati di un'insolita preoccupazione.
- El...- ti prendo entrambe le spalle, scendendo a inginocchiarmi davanti a te quando ti vedo impassibile al mio tocco.

Mi ritrovo con i tuoi occhioni verdi sul mio viso, ma non mi stai guardando. Sono persi, perché tu stessa ti senti vuota.
Prendo le tue mani fredde come le mie, stringendole e al tempo stesso richiamandoti con la speranza di farti tornare al presente.

- El, guardami...- ti scuoto, ma continui a non rispondere.
Altre lacrime silenziose e senza controllo ti scendono lungo il viso, ma non fanno in tempo a cadere che ti asciugo le guance in un tocco leggero e dolce.

Non rispondi, nemmeno mi guardi.
Porca puttana. Quello stronzo ha combinato l'ennesima cazzata chiamandoti: ora sei sotto shock.

- El!- alzo un po' il tono della voce, preso dal panico. Continuo a scuoterti, e finalmente mi guardi. Un colpo al cuore mi fa spalancare gli occhi.
Quello sguardo è morto.

- Dio, El- non ti do tempo di ribattere, che mi fiondo su di te abbracciandoti forte. Sono ancora in ginocchio, arrivo col viso proprio vicino al tuo collo caldo, dove il tuo sangue scorre senza che tu lo voglia più.

- parlami...- continuo ricacciando la sete giù per la gola.
- i-io non... io... cosa...- farfugli confusa. La tua voce è appena udibile, schiacciata da quelle parole che premono sul tuo petto.
- El...
- io...- sento cosa provi, El, e non stai sentendo proprio nulla: quella maledetta chiamata è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno di crepe, oltre che d'acqua. Quei cocci non hanno più retto il peso, cadendo e frantumandosi in mille pezzi.

Tuo fratello ti ha privato di tutto in poco tempo, rendendoti completamente senza emozioni.
Ora ti starai dando la colpa di tutto, quando invece tutto quello che è successo è stato solo il frutto di azioni spietate, da parte di vere e proprie bestie.

Dio... cosa posso fare?
Tutto ciò che poteva fare Gerard per rovinarti l'ha fatto... e ora tocca a me rimetterti a posto.

Non riesco a vederti così, mia rosa... mi fa male non poter rivedere quegli occhi stanchi ma ancora pieni di luce. Ora quella scintilla, propria di chi è traboccante di energia vitale, non c'è più.
Ora, se ti mordessi o se provassi a farti del male, non sentiresti assolutamente nulla. Così come se ti baciassi o se ti toccassi. Rimarresti immobile come una bambola, senza nemmeno cercare di sottrarti.

Hai superato quel limite mentale, quel confine tra la coscienza e l'alienazione, tra la percezione e l'apatia. Il tuo cervello ha sicuramente messo in moto un meccanismo per auto difendersi, rifiutandosi di elaborare qualsiasi tipo di segnale esterno.

E questo, mia rosa, è l'inizio di un'inevitabile fine.

Non credevo che lo avrei davvero fatto su di te.
Mi sono sempre rifiutato di manipolarti, avevo accantonato quell'idea sin da subito.
Ti avrei fatta innamorare di me senza entrare nella tua testa, ma io ho bisogno di te e del tuo amore e tu del mio... e nello stato in cui sei non puoi e non potrai mai essere nella condizione di amare.

𝓣𝓾𝓽𝓽𝓸 𝓓𝓲 𝓣𝓮Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang