22- 1856

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Due ore prima dell'incontro con la veggente, il ventiduenne stava fissando in cagnesco l'uomo che aveva davanti. Episodi di quel tipo creavano una tensione palpabile attorno al padre e al figlio, e capitavano sempre più spesso.

L'animo del giovane vampiro era da sempre tormentato dalle tradizioni che avevano il compito di mandare avanti la stirpe della sua nobile famiglia.
Daniel fu il frutto dell'unione delle due famiglie vampire più potenti d'America: i Vinson, da parte di padre, e i Reed, da parte di madre. Erano originari del Connecticut, a sud del Massachusetts.
Era un dato di fatto che il sangue di Daniel fosse intriso di una potenza ineguagliabile, ne era la prova l'aura oscura che aveva sprigionato improvvisamente il suo corpo, insieme all'aria che si gelò intorno ad esso.

Frederick Connor Vinson non accettava esitazioni, obiezioni né tanto meno un atteggiamento irrispettoso da parte del suo unico figlio.
Solito non proferire parola in risposta agli insulti, si limitò a ricambiare, con gli occhi gelidi e neri quanto le tenebre che divoravano il suo cuore, lo sguardo ardente e contrariato del giovane.

Tutti i muscoli del padre si tesero al massimo, insieme alla mascella affilata come una lama. Le sue dita presero a girare nervosamente l'anello d'oro all'anulare, mentre il suo respiro controllato si faceva man mano pesante come un macigno e gelato come la sua pelle.

- tu la sposerai, Daniel- ripeté davanti al moro, con voce aspra e secca che non ammetteva un no come risposta... anche perché l'uomo non si prendeva mai la briga di fare domande: il suo carattere terribilmente autoritario lo induceva a impartire ordini a non finire.

- preferisco morire bruciato che sposare una come lei!- urlò sbattendo i pugni contro l'imponente tavolo di legno massiccio che li separava.

L'aria nella stanza si colorò di un odore dolce e fruttato, segno della presenza di una donna, sensuale, audace e pacata.
Entrò alle spalle del vampiro dai capelli castani, fermandosi al suo fianco con aria interrogativa.
La sua postura dritta mise in evidenza i seni prosperosi fasciati dal vestito color oro, mentre lei prese un respiro profondo e parlò al figlio.
I suoi occhi azzurri saettarono sui muscoli tesi di Daniel, per poi localizzarsi sui pozzi neri che minacciavano di diventare del colore del sangue.

- Figlio mio, sai bene che a questa età si deve pensare a un ma...- il figlio non le permise di finire la frase, che sprigionò tutta la sua furia con un urlo primordiale che fece tremare persino le ampie vetrate che li circondavano.

Daniel aveva un attaccamento speciale a sua madre. Lei gli permetteva sin da piccolo di infrangere qualche rigida regola imposta dal padre. Marianne Rose Reed era di sicuro la donna più importante della sua vita, la donna che lo aveva sostenuto nelle sue scelte, e in quel preciso momento non si capacitava di una svolta del genere.
Non si aspettava che lei prendesse le parti del suo nemico; lei, che gli permetteva di sfuggirgli e disobbedirgli.
No, non poteva essere.

I ventidue anni erano un'età speciale per i nobili vampiri: lì si entrava nel pieno della giovinezza e si iniziava ad essere fertili esattamente ogni due anni, per un periodo di circa un mese: era una sorta di maggiore età in cui ci si doveva sposare per avere eredi il più presto possibile, dato che i periodi fertili degli sposi non sempre coincidevano.
Normalmente i due giovani vampiri non si conoscevano, molti addirittura si sposavano senza essersi nemmeno incontrati: tutto ciò che sapevano l'uno dell'altra era il nome della famiglia di provenienza.

Non fu il caso di Daniel.
Lui sapeva benissimo a cosa andava incontro: la vampira promessa a Daniel non era nei suoi piani sin dall'inizio. No, non avrebbe sposato per niente al mondo Sophie Abigail Wills: una ragazzetta acida, poco propensa alla conversazione civile e per niente all'altezza del nobile e potente Vinson Reed.
Senza contare che fisicamente gli faceva accapponare la pelle, con quel naso aquilino e quegli spazi tra i denti.

- non posso credere che vogliate farmi questo!- urlò ancora, con gli occhi rossi dalla rabbia.
- Daniel, è per il bene del nostro sangue!- esclamò la madre con un'espressione dura dipinta sul volto delicato.

I due genitori non andavano per niente d'accordo tra di loro, ma avevano un pensiero in comune: trasmettere potenza e forza alle generazioni successive era il primo obiettivo delle genti nobili, e di certo non avrebbero consentito a un ribelle di spezzare la catena.

- che vada a farsi fottere il sangue! E anche voi! Non voglio vedervi mai più!- si voltò a passo svelto e si avvicinò velocemente al portone d'ingresso di quello che era un vero e proprio castello.

Sul punto di aprirla, avvertì la presenza dei suoi genitori alle spalle.
Girando la testa, con gli occhi sgranati riversò verso di loro tutto l'odio che poteva avere un giovane vampiro ribelle. I due, sul punto di fermarlo, si bloccarono all'istante per la potenza di quello sguardo.

- spero che moriate tutti quanti- concluse sputando quelle parole velenose, capaci di avvelenare ancor di più l'animo dei due vampiri. Quella frase li colpì in pieno come una folata di vento ghiacciato, li lacerò come una lama fa con la sua carne, li immobilizzò come pietre.

Mentre il giovane rabbioso si allontanava rapidamente dalla sua dimora, almeno un centinaio di occhi gialli fissava il castello dall'altro lato, nascosto dalle ombre del fitto bosco in cui si trovava.
Un branco di Lupi che non aspettava altro che attaccare, una volta aver visto allontanarsi il ragazzo: si sapeva, i vampiri giovani erano i più forti, e lo era ancor di più il sangue che scorreva gelido nelle vene di quel ventiduenne.

𝓣𝓾𝓽𝓽𝓸 𝓓𝓲 𝓣𝓮Where stories live. Discover now