Capitolo XIX

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HARRY

Louis mantenne la promessa di tenerlo stretto per tutta la notte. Harry dormì profondamente, indisturbato, e si svegliò solo quando sentì le unghie di Clifford ticchettare sul pavimento in legno. Dalla luce tenue che filtrava dalle tende, suppose fosse l'alba. Harry si districò dal corpo caldo di Louis e si avventurò fuori dalla camera per far uscire il cane in giardino. Mentre attendeva che tornasse, fece il giro della stanza principale dello chalet. Non aveva avuto molto tempo di ammirare la casa prima che Louis lo portasse in camera da letto, e fu piacevolmente sorpreso nello scoprire che viveva in un luogo bello e confortevole. C'era un angolo ben ordinato della stanza principale che ospitava sci, una tavola da snowboard e contenitori di plastica pieni di quella che sembrava attrezzatura da arrampicata. Il resto della stanza era occupato da un comodo divano e due poltrone belle grosse. Le sedute erano posizionate davanti a un caminetto in pietra che veniva chiaramente usato molto spesso, e mi resi conto che non c'era un televisore. A lato della stanza c'era la cucina a vista, con un grosso tavolo rotondo e le sedie. Harry si avvicinò e trovò ciò di cui aveva bisogno per preparare il caffè e dar da mangiare a Clifford, poi lo fece rientrare.

Quando ritornò in camera da letto aveva la testa piena di idee su come svegliare Louis. Harry sorrise alla vista del suo lungo corpo sotto le coperte. I capelli giacevano sparpagliati sul cuscino e le dita fremettero per toccarli. Per toccare Louis. Dovunque riuscisse a mettere le mani. Tirò via le coperte e lo deliziò della vista del suo corpo nudo.

Non era rimasto nulla del ragazzino che conosceva, eppure ogni parte di Louis gli era in qualche modo familiare. Voleva leccare ogni centimetro della sua pelle e accarezzare ogni angolo del suo corpo. Il pensiero di avere una serie infinita di possibilità di esplorarlo nei giorni, nelle settimane, nei mesi e negli anni a venire, gli fece schizzare il battito cardiaco alle stelle.

Posò un ginocchio sul bordo del materasso e si allungò in avanti per posargli baci leggeri sull'interno coscia. Il quadricipite che si allungava fino al fianco, era solido sotto il suo palmo e quella sensazione bastò a fargli venire un'erezione. Louis mormorò qualcosa che non riuscì a comprendere e si mosse nel letto, divaricando di più le gambe. Harry risalì subito con la bocca a passare la lingua sulla superficie liscia della sua erezione mattutina. Louis fece un respiro profondo, seguito da un gemito, ma Harry lo ignorò. Si concentrò invece sull'avvolgere le labbra intorno al suo sesso. Louis sussultò e gli mise le mani sulla testa, intrecciando le dita nei suoi capelli e stringendoli ancor prima di aprire gli occhi. "Piccolo," gemette.
"Cazzo, non ti fermare." Harry scosse la testa, mugolando con la bocca invece di replicare, e il suo sesso pulsò in risposta. "Oddio. Gesù," mormorò. "È così bello, piccolo. Fantastico." Harry giocherellò con la punta passandoci la lingua intorno e poi lo prese fino in fondo alla gola. Harry cercò di ignorare le mani che lo stringevano con maggiore forza i capelli e si concentrò per non soffocare, mentre rilassavo la gola e lo accoglieva il più possibile in profondità.

I suoni che emise testimoniarono il suo successo e, prima che se ne accorgesse, Louis stava cercando di spingerlo via. "No, cavolo. Mi farai venire," borbottò. "Voglio farlo dentro di te."

Harry si staccò da lui e incrociò il suo sguardo prima di rispondere: "Ah-ah. Sono io a comandare questa volta, amore." Louis spalancò gli occhi per un secondo, sorpreso, poi li alzò al soffitto e fece ricadere la testa sul cuscino.

"Tu comandi sempre," si lamentò. "Adesso mi torturerai e mi farai piagnucolare e supplicare."

Harry scoppiò in una risata. "Ti piace quando ti torturo," gli fece notare. Harry passò la punta della lingua intorno al suo capezzolo prima di prenderlo in bocca e succhiarlo. Louis arcuò i fianchi, strofinandogli l'erezione contro l'addome.

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