Capitolo XVII

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LOUIS

Benché Louis si fosse divertito molto a rivangare la storia di come lui e Liam si fossero conosciuti, era ancora preoccupato per Harry. Aveva sentito parlare degli effetti secondari successivi a uno scampato annegamento durante un corso di pronto soccorso, ma non ci aveva pensato troppo dopo averlo salvato dal fiume. Si era così concentrato sul tenerlo al caldo e sull'assicurarsi che non avesse riportato ferite gravi da dimenticarsi del resto. Louis guardò davanti a se verso di lui, che guidava il gruppetto con Jimmy al suo fianco. Era stranamente silenzioso, ma doveva essere esausto. Aveva lesioni abbastanza consistenti, e in più si era dovuto sobbarcare due escursioni in condizioni meteo tutt'altro che ideali: era ovvio che non stesse bene.

Ma quel silenzio non gli piaceva.
Però non stava mostrando nessuno dei sintomi descritti da Liam.

Louis si voltò verso il l'amico per vedere come stesse. Stava tenendo duro ma sapeva che, come Harry, doveva essere stremato per le ferite e lo stress che aveva accumulato in quegli ultimi giorni. "Mi dici come fai a sapere tutte quelle cose?" gli domandò.

Liam si stava appoggiando di più a lui, probabilmente perché il dolore alla caviglia stava peggiorando. "Quali cose?"

"La roba sugli effetti secondari di un mancato annegamento. Lo stetoscopio che ti porti in giro," rispose.

"Mi piace essere preparato a ogni evenienza."

"Cazzate." Liam gli lanciò un'occhiata di traverso, ma soppresse subito qualsiasi emozione fosse trasparita sul suo viso in una manciata di secondi.

"Lascia perdere, Louis," rispose. "Non è da noi, ricordi?" Sapeva cosa volesse dire. Avevano raggiunto un tacito accordo secondo il quale ciò che era accaduto in precedenza nelle loro vite apparteneva solo al passato. Era una regola che aveva rispettato con piacere dopo quella sera in cui si era ubriacato e gli aveva raccontato di come Harry lo avesse abbandonato da ragazzini. Non gli aveva dato tutti i dettagli, ma Liam aveva sentito abbastanza da capire che ne portava da tempo le cicatrici. Per fortuna non gli aveva mai fatto pressioni affinché gli rivelassi altro, e Louis aveva rispettato gli stessi limiti con lui. E doveva continuare a farlo anche in quel momento.

"Grazie," gli disse.

"Per cosa?"

"Per averlo visitato," replicò, facendo un cenno Harry davanti a loro. Sapevo che Harry era troppo lontano per riuscire a sentire la conversazione.

Stavano percorrendo la parte di sentiero che si collegava direttamente al punto di raccolta, perciò non si preoccupava il fatto che lui e Jimmi si allontanassero. Liam annuì. "Sembra un bravo ragazzo." Il suo commento lo sorprese, perché l'ultima volta che aveva visto Harry erano insieme e Louis stava cercando di prendere le distanze dal suo ex migliore amico. Si sarebbe aspettato che si avventasse contro Harry nel tentativo di proteggerlo. Prima che potesse replicare, Liam continuò: "Avete risolto la questione, vero? Sistemato qualunque cosa fosse che non andava tra voi?"

"Sì, come hai fatto a capirlo?" Fece spallucce.

"Ce l'avete scritto in faccia. Persino la prima volta che mi hai parlato di lui c'era qualcosa nei tuoi occhi..." Lasciò la frase in sospeso e incrociò il suo sguardo. "E c'è ancora."

Louis sospirò. "Ci sarà per sempre. Ma abbiamo risolto solo alcune cose. Altre non possono essere aggiustate."

"Tipo?"

"Tipo il fatto che viviamo a tremila chilometri di distanza. O il fatto che non voglio tornare a far parte del mondo in cui vive."

"Per quale motivo, perché ha i soldi?"

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