CAPITOLO 5 Prigionieri

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La squadra Echo al completo fu portata nella sala del Concilium all'ultimo piano. Per l'occasione di fronte al tavolo principale, in cui vi era seduta solo Neena Morguase, era stato aggiunto un tavolo più piccolo con comode poltrone per tutti i presenti. Joshua si sentiva ancora stordito. Dal suo risveglio erano passati appena pochi minuti, e il gruppo era stato trascinato immediatamente di fronte alla consigliera per discutere e spiegare nel dettaglio gli ultimi avvenimenti. Di fianco a lui stava Victoria, col viso stranamente tranquillo. Amelia era stata immediatamente affidata alle cure della balia, e stava bene. Joshua era sicuro che questa fosse ormai l'unica preoccupazione realmente importante per Victoria, e perciò capiva come mai fosse tranquilla. Lo stesso non si poteva dire di Megan e Debbie. La teleporta teneva lo sguardo basso, dolorante e i pugni stretti dalla rabbia. Non poteva sopportare di aver abbandonato Killian sulla spiaggia. Debbie non faceva niente per tranquillizzarla, col suo sguardo accusatorio. Joshua capiva tutt'e due ma in quel momento non poteva intervenire per cercare di calmare la situazione. Aveva avuto modo di conoscere le due ragazze separatamente ed era sicuro che se avessero passato del tempo insieme Debbie avrebbe capito quanto valesse Megan. Ora, probabilmente, pensava solamente che fosse solo un'inetta e ingrata ma Debbie era svenuta per tutto il tempo e non poteva sapere a pieno cosa fosse successo. Né tanto meno Neena, ed era questo il motivo per cui la squadra si trovava lì. Jesminder e Hemi erano al lato opposto del tavolo. L'indiana visivamente affaticata a causa dell'uso elevato del suo potere e il maori con un braccio velocemente fasciato dal dottor Lockhart, mentre veniva portato insieme agli altri. Tra i due tavoli, quello della squadra Echo e quello del Concilium rialzato, vi era Lexa Mind, direttrice del DCO. Camminava nervosamente avanti e indietro, di tanto in tanto rivolgeva lo sguardo a uno del gruppo e riprendeva a scrivere velocemente su una cartella che portava con sé. La Morguase si alzò in piedi con uno sguardo benevolo rivolto ai ragazzi. Portava la veste ufficiale da consigliera, color panna e abilmente ricamata con venature azzurre e scintillanti. <<Voglio che sia chiaro che non ho nessuna intenzione di accusarvi. Di niente. Vi ho convocato con urgenza esclusivamente per avere più chiara la situazione. Bruin è partito subito in una missione di recupero per salvare Killian, e non ho nessun dubbio sul buon esito.>> disse e Debbie la interruppe con uno sbuffo sdegnato. Neena la guardò per un attimo e poi riprese. <<So bene il motivo del viaggio. Incontrare la famiglia di Amelia. Io stessa ho supervisionato le comunicazioni con i signori Akis. Voglio che mi spieghiate chiaramente cos'è successo una volta sul posto.>> <<Sono stati trasformati.>> spiegò Joshua <<In creature raccapriccianti a metà fra un uomo e un ragno.>> <<Non esiste niente del genere, Joshua.>> disse Lexa, interrompendo per un attimo le sue annotazioni. <<Beh, da oggi esistono.>> si intromise Victoria, calma. <<E hanno anche un nome, aracnopodi.>> continuò Jesminder. <<Mia Dea.>> esclamò Neena <<Creature nuove? Come se non ne avessimo già abbastanza.>> <<Qualcuno si sta divertendo con la genetica, pare.>> rispose Victoria. <<Ma nella casa al nostro arrivo abbiamo trovato tre creature.>> disse Megan alzando per la prima volta lo sguardo. <<Se due di loro erano i genitori di Amelia, chi era il terzo?>> Joshua si ricordò solo in quel momento dell'attenzione di Killian verso la terza creatura, che sembrava essere a capo del trio, e risultava più robusto e resistente. <<Blackwall!>> disse, battendosi il pugno sulla mano, <<Capo Killian ha detto che era un certo Blackwall, giusto?>> chiese rivolgendosi a Debbie. La giovane annuì <<Era lui, l'ho riconosciuto anch'io.>> disse rivolgendosi a Neena, che la guardava pensierosa. La consigliera chiuse gli occhi e agitò lentamente una mano, formando a mezz'aria un globo trasparente. La sfera vibrò e sfrecciò fuori dalla sala a forte velocità passando fra i ragazzi. <<Scusate, ma devo avvisare la sezione spionaggio di questo dettaglio>> spiegò Neena, <<Blackwall non era un membro dell'Autokrator, ma era una brav'uomo, ci ha aiutati molto spesso.>> <<Un vampiro, non un uomo.>> la interruppe Lexa Mind. <<Nella mia vita ho capito che molto spesso la cosa non ha differenza, Lexa.>> rispose Neena. <<Blackwall era incaricato a darvi una mano nel vostro test d'ammissione.>> continuò la consigliera rivolgendosi al gruppo. <<E' scomparso prima della missione e non sapevamo che fine avesse fatto.>> <<Ora lo sappiamo. La peggiore.>> intervenne Jesminder. Neena annuì. La donna poi si rivolse a Debbie. <<Come hanno fatto a imprigionarvi?>> le chiese. <<La bambina.>> rispose Debbie, con disprezzo. <<Non è stata colpa sua.>> esclamò Victoria. Debbie la guardò sbattendo una mano sul tavolo. <<No, certo non è stata solo colpa sua. Aggiungi lo sciamano che non ha avuto tempo di reazione e la medium che pensava solo ad Amelia, noncurante del resto.>> continuò. <<Cos'ha fatto Amelia?>> chiese Neena allarmata. <<Ha iniziato a urlare quando siamo stati attaccati. E' normale, ha riconosciuto i genitori in quelle creature.>> spiegò Victoria. <<Si, ma non un urlo normale. Ha praticamente steso tutti noi.>> disse Debbie.>> <<No.>> esclamò Neena. <<Cosa diavolo stavate aspettando a dirci una cosa del genere? La bambina è corrotta?>> chiese Lexa in agitazione. Gli altri si voltarono velocemente verso Victoria in attesa. <<No, no. Non capite, è stata una difesa automatica, si tratta di uno spirito benevolo. Non è ancora in grado di evocarlo, o l'avrebbe usato sulla spiaggia. Deve averla trovata nella casa, al momento dell'attacco.>> disse la medium. Neena si alzò in piedi e agitando una mano, inviò un altro globo fuori dalla sala. <<Perchè l'hai fatto?>> chiese Victoria alzandosi. Joshua le poggiò una mano sul braccio per calmarla. La Morguase la guardò con tranquillità. <<E' una precauzione necessaria.>> rispose. <<Se sei sicura di quel che dici non hai niente di cui preoccuparti.>> Victoria rimase per qualche secondo ancora in piedi e poi decise di risedersi, pensierosa. <<Sei davvero sicura?>> le chiese Joshua, sussurrandole nell'orecchio. Lei ci penso su per un po'. <<Non sono più sicura di niente Josh. Non dopo tutto quello che è successo negli ultimi giorni.>> rispose affranta portandosi le mani fra i capelli. Neena continuava a guardare verso l'ingresso della sala, irrequieta. Joshua pensò stesse aspettando notizie di Killian. Anche lui non riusciva a pensare ad altro. Lo conoscevano da poco tempo ma nonostante questo non aveva avuto nessun problema a rimanere da solo per permettere agli altri di fuggire. Joshua non era cosciente al momento ma Hemi aveva trasmesso delle immagini mentali a tutti per conoscere il loro punto di vista. L'unica parte mancata per Neena era l'arrivo di Killian e gli altri alla villa. Joshua si voltò verso Debbie. <<Mi dispiace, è colpa nostra.>> disse. Debbie lo guardò , l'ira nel suo volto si tramutò lentamente in confusione. Joshua continuò <<Non siamo ancora pronti per una missione, oggi me ne sono realmente accorto. Credevo di poter affrontare qualsiasi cosa, ma c'è tanto nel mondo che non conosco. Ti prometto che non succederà mai più. Io e gli altri ci alleneremo con costanza, diventeremo i migliori agenti che si siano mai visti qua dentro. Nessuno dovrà più sacrificarsi per salvare la squadra Echo.>> terminò serio, e lentamente il resto del gruppo annuì. Megan con più forza degli altri. Debbie gli guardò uno per uno. <<No, sono io a dovermi scusare. Non avrei dovuto incolparvi. So che siete reclute, e so cos'avete passato nel test d'ammissione. Sono una stupida, avevo solo bisogno di un caprio espiatorio.>> Megan sembrò risollevarsi nel sentire quelle parole. <<Siamo tutti preoccupati per Killian, Debbie.>> disse Neena, rivolgendole uno sguardo compassionevole, <<posso capire più di tutti i tuoi timori.>> <<Lo so, Morguase.>> le rispose Debbie nuovamente allegra. <<Bruin il dragone è con lui dopotutto, siamo solo delle stupide.>> <<Bruin Hilt, lo sciamano più potente del mondo!>> aggiunse Joshua fiero, <<con Killian al suo fianco, quel Solomon è spacciato.>> Lexa interruppe i suoi appunti guardando in alto come se cercasse di ricordare qualcosa. <<E' un nome che ho già sentito ma non ricordo nessun Solomon nell'Autokrator. Neena?>> le chiese. La Morguase fece cenno di no con la testa. <<Dall'immagine che Hemi ci ha trasmesso sembra un ragazzo molto giovane.>> rispose Neena. <<Ma negli ultimi dieci anni sono certa che non ci sia stato nessun agente con quell'aspetto.>> <<E se...>> disse Megan pensierosa, <<se ha un potere simile a quello di Killian? O un qualche siero della giovinezza. Insomma, abbiamo visto gli aracnopodi. Chissà cos'altro può aver creato.>> <<Ottima idea, dovremo allargare il raggio della ricerca agli ultimi secoli. Se la tua supposizione non è esatta potremmo comunque trovare un antenato.>> disse Neena creando un altro globo con la mano. Lexa trascrisse il tutto. <<Avrei voluto farlo in un momento più tranquillo ma, Megan , sappi che sei ufficialmente un membro della squadra Echo. Aspettavamo il tuo risveglio per dirti la nostra decisione.>> disse la consigliera. <<Una decisione non unanime, sia chiaro. Ti terremo d'occhio.>> continuò Lexa Mind, con sguardo arcigno. <<Questo di certo non è necessario, Lexa. Megan, siamo sicuri che non ci pentiremo di questa decisione.>> sentenziò la Morguase. Megan sorrise, anche se ancora un po' affranta. Jesminder le si voltò e le diede una pacca sulla spalla, poi le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò qualcosa. Megan rise di gusto e Joshua cercò di pensare a quale insulto su Lexa Mind, potesse essersi inventata Jes. Non vedeva l'ora di scoprirlo. Hemi stritolò Megan che si ritrovò soffocata dalla mole di muscoli del maori. Victoria la abbraccio e altrettanto fece Joshua. Debbie fu l'ultima ad avvicinarsi. Megan rimase in piedi di fronte a lei in imbarazzo. Debbie le diede la mano. <<Congratulazioni. Non so perchè ma ho appena capito che andremo molto d'accordo>> disse, indicando con la testa Lexa, che al momento non guardava la scena. <<So che hai fatto il possibile per salvare Kill, davvero. Non vedo l'ora di lavorare di nuovo con tutti voi. Dopo l'addestramento, ovvio.>> aggiunse. Megan rise e strinse la mano, <<Non potrei sperare altrimenti.>> Megan attese che tutti uscissero dalla stanza e rimase immobile sulla porta. Neena sembrava già indaffarata ma se ne rese conto. <<C'è qualcosa che non va cara?>> chiese gentilmente. Megan non riuscì a alzare lo sguardo. Sapeva che forse poteva essere un'esagerazione. <<Ecco, io...avrei bisogno di chiedere un favore.>> Neena sbottò in una calda risata <<Mia Dea, penso tu sia la prima a farlo a così poca distanza dall'ammissione. Dimmi pure, vedrò cosa posso fare.>> Megan senza pensarci due volte approfittò della gentilezza e fece la domanda e non potè fare a meno di notare lo sguardo corrucciato di Neena Morguase e il repentino cambio d'umore ma la Direttrice acconsentì. Megan fu controllata minuziosamente dalle guardie. Quella zona dell'Autokrator era completamente diversa dal resto dell'edificio. Lugubre, angusto e umido ma supponeva che fosse normale. La guardia fece cenno di consenso verso un vetro e una porta metallica venne aperta con un forte suono. <<Dieci minuti, non di più.>>disse la guardia. <<Sono più che abbastanza. Grazie mille.>> rispose lei. Si incamminò verso la porta e si ritrovo in una piccola cella. La porta si chiuse dietro di lei e il forte rumore la fece sobbalzare. <<Megan Goode impaurita, questa si che è nuova.>> disse una voce rauca all'angolo della cella. <<Ronin>> disse lei correndo ad abbracciarlo, solo per poi sbattere contro una vetrata invisibile. <<NESSUN CONTATTO COL PRIGIONIERO>> sbraitò una voce metallica dall'altoparlante. Megan si ricompose e fece cenno di consenso verso una telecamera. <<Non lo sai.>> disse Ronin con voce tranquilla <<nessun contatto con me a meno che qualcuno non mi voglia pestare a morte.>> Megan lo guardò. Non era esattamente l'immagine della salute. Era pallido in viso, i capelli scompigliati e un uniforme rossa abbastanza sporca ma non vide nessun livido o segno di ferite. <<Senti, le cose sono abbastanza difficili senza che tu aggiunga storielle solo per farmi compassione.>> <<Ma è vero Meg...oh è forse perchè non ho segni visibili?>> chiese Ronin, <<Sai che ci sono i migliori medici disponibili al mondo qua dentro, un leggero movimento di mano e via, come nuovo.>> continuò. <<Non dire stronzate. I prigionieri non vengono maltrattati all'Autokrator.>> disse Megan convinta. <<Ho ucciso due guardie.>> <<Lo so.>> <<Ho tentato di uccidere una bambina.>> <<E sono qua per questo.>> disse lei. <<Sono dei buoni motivi per infrangere le regole senza che i direttori lo vengano a sapere, non trovi?>> Megan si portò la mano alla bocca, scioccata. <<Ma non possono farlo. Lo dirò alla Morguase.>> <<Lo apprezzerei.>> rispose Ronin. <<Ci possono sentire?>> <<No, ne sono certa. Mi sono informata prima di venire qui.>> <<Sanno che ci conoscevamo già prima della missione? >> chiese Ronin. <<No, non sanno nulla.>> rispose lei certa. Ronin tirò un sospiro di sollievo mentre Megan si morse il labbro. La tormentava che riuscissero a scoprire qualcosa in più sul suo passato dopo tutta la fatica fatta per tenerlo nascosto. <<Ronin la bambina non ha nulla a che fare con la morte di Ethan. E' piccola non sa nemmeno quale sia il suo reale potere, non ha mai saputo nulla.>> <<Ed è proprio per questo che è pericolosa. Tu ti concentri sull'apparenza senza notare che dietro c'è un quadro molto più grande. Ho già visto un rituale del genere.>> rispose Ronin. Megan si accigliò. <<Non è possibile. Nessuno ne sa niente qua all'Autokrator. Dove l'hai visto? Gli altri devono sapere può esserci di grande aiuto. Hanno rapito Il Capo Killian.>> <<Non possiamo dirlo Meg.>> disse Ronin. <<Dammi un solo motivo.>> <<Quel rituale. Mentre eravamo insieme negli Jaeger...ho trovato dei fogli nella stanza del boss. Corrispondeva a tutto ciò che abbiamo visto.>> Megan si paralizzò. Non voleva ripensare al vecchio boss della squadra di mercenari di cui lei, Ronin e Ethan avevano fatto parte fino a qualche anno prima. Ebbe un fremito. <<Magari non era suo, magari l'ha recuperato per un cliente.>> <<E' suo ne ho la certezza. E parlava chiaramente della necessità di avere una medium corrotta per poterlo fare. Ecco perché la sala ne era piena.>> <<Lo devo dire subito a tutti gli altri, non c'è tempo da perdere>> disse subito Megan dirigendosi verso la porta della cella. <<Non puoi.>> disse Ronin. <<Se ti collegano in qualche modo al vecchio Boss...ti caccerebbero immediatamente e ho bisogno, tu hai bisogno di stare qua.>>. Aveva ragione. <<E Meg?>> <<Si?>> <<....devi......devi uccidere la bambina.>> disse Ronin, con voce tombale Killian si svegliò di soprassalto. Sentì un leggero fastidio, e si rese conto di essere legato con le braccia alzate e appeso a un muro con delle catene strette intorno alle sue mani, mentre giusto i piedi riuscivano a toccare il pavimento. Alzò lo sguardo e si guardò intorno. Si trovava in una stanza buia, illuminata solo da alcune fiaccole ormai quasi spente, in quella che chiunque avrebbe identificato come una stanza di torture antica. C'era una vergine di ferro, un toro metallico con un tizzone ardente posizionato sotto, e una ruota piena di sangue secco sul pavimento. L'odore che emanavano era agghiacciante. Sentiva le catene pulsare e capì in un istante di cosa si trattasse. <<Catene di Achab>> disse a voce alta. <<Mi chiedo dove le abbiano trovate. Pensavo di averle distrutte tutte. Molto interessante.>> Improvvisamente sentì un tonfo e un rumore come di vetro distrutto. <<Chi va là?>> chiese verso la direzione del rumore. Vide un piatto rotto a terra con una strana poltiglia sparsa sui cocci che non prometteva niente di buono. Lì vicino stava un giovane ragazzo visibilmente terrorizzato. Aveva una particolare uniforme, misto fra pelle e lycra, grigia e nera e degli occhiali da vista. <<Non si preoccupi.>> disse Killian <<Non credo l'avrei comunque mangiato. Mister?>> <<Ehm...Fabrizio.>> <<Ha un cognome Mister Fabrizio?>> <<No>> rispose <<non più almeno. Ma avrò un nome in codice prima o poi>> aggiunse innocentemente. <<Oh non vedo l'ora di scoprirlo.>> rispose Killian con tono sereno. Il ragazzo fece un passo verso Killian e cominciò a raccogliere i pezzi del piatto rotto con una vecchia scopa. <<Hai...>> iniziò poi si zittì. Killian attese e Fabrizio riprese dopo qualche secondo di silenzio. <<Hai nominato delle catene con uno strano nome.>> <<Le catene di Achab, certo.>> rispose Killian muovendo le dita e agitando le catene per farle tintinnare. <<Lei sa chi era Achab?>> chiese Killian. Fabrizio fece cenno di no. <<Era un sovrano del vecchio regno di Gerusalemme. Fece della sua vita una sola missione dopo che uno Xeno, un di noi, profetizzò la sua morte. Ovviamente quella di incatenarci tutti e ucciderci. Riuscì a creare delle armi capaci di toglierci il potere, grazie a sua moglie e al dio Baal, e parlo di millenni di anni fa. Ma a quanto pare qualcuna è ancora in giro. Comunque è tutto scritto nella bibbia se cerca la storia del nostro caro vecchio profeta Elia.>> <<Ma tu hai detto di averle distrutte.>> <<L'ho detto, si.>> <<Ma hai anche appena detto che tolgono i poteri a voi...Xeno.>> <<Xenous, plurale. E si ho detto anche questo.>>. Fabrizio lasciò perdere. <<Non sono molto informato sulla bibbia. O sulle religioni in generale.>> <<Grosso errore Mister, grosso errore. Le religioni hanno più veridicità su questi mondi di quanti molti credano. Perché lei è qua? Una punizione?>> <<No, mi sono offerto volontario.>> rispose Fabrizio tirandosi su gli occhiali. <<E perché mai?>> <<Volevo vedere un invasore da vicino.>> disse con voce ferma. Killian non riuscì a trattenere una forte e sonora risata. Fabrizio si voltò spaventato verso l'ingresso temendo che Cole potesse arrivare in un attimo a punirlo. <<Un invasore, nessuno mi aveva mai chiamato così.>> disse Killian ancora sorridendo. <<Ma è quello che siete, no?>> chiese Fabrizio, ora dubbioso. Killian allora iniziò il suo racconto. Parlò del mondo degli Xenous, Ierigia. Delle differenti, razze, culture e poteri che riuscivano a coesistere in un mondo che francamente se la passava meglio della Terra. Fabrizio stupito nominò la banshee, senza entrare nei dettagli. <<Nessun mondo è perfetto Mister Fabrizio, e nessuna cretura lo è. Mi sono forse lamentato di quanto siano letali i vostri serpenti. O fastidiose le vostre zanzare?>> <<Non metterei queste cose sullo stesso piano.>> rispose Fabrizio, che ormai si era seduto per terra con le gambe incrociate. Killian rise. <<No no, probabilmente ha ragione ma suppongo di aver reso l'idea.>> Fabrizio da canto suo raccontò invece di come le cose, in quella scuola, iniziassero a sembrare sempre più strane. Raccontò anchedel suo primo incontro con il preside Zender (e notò uno strano sguardo da parte di Killian nel sentire quel nome), di come ogni mattina dovesse bere un liquido nauseabondo dal sapore metallico, e di come giorno dopo giorno i suoi poteri si stessero potenziando. Killian rimase stupido dall'idea di umani con dei poteri ma non fecein tempo a fare altre domande. Fabrizio guardò l'orologio e si diede un colpo alla fronte con la mano. <<Mio Dio è tardissimo. Cole mi chiederà molto di più di quello che gli ho promesso per farmi stare qua, merda.>> e corse via. <<Vi dico che è tutto vero, non sto inventando stronzate.>> Quella sera Fabrizio chiese a Sabrina e Albert di incontrarsi sul tetto, al solito posto per raccontare quello che aveva vissuto quel giorno. Li aggiornò su quell'eccellente prigioniero e sul fatto che non corrispondesse in nessun modo alle descrizioni di questi esseri maledetti che volevano invadere la Terra. <<Voglio vederlo anch'io!>> disse Sabrina alzandosi. <<Anch'io.>> confermò Albert, forse più per impressionare Sabrina che per sua decisione. Fabrizio sorrise fiero ai suoi amici. La porta del tetto si spalancò e Nesse sbucò fuori. I tre ragazzi si pietrificarono terrorizzati. Nesse avanzò con molta calma. <<Voglio incontrarlo.>> disse <<e non accetto un no come risposta o vado subito a segnalarvi al preside Zender.>>. I tre furono praticamente costretti ad accettare. "Oddio" pensò Fabrizio "questo mi costerà decisamente di più con Cole". Diede indicazioni agli altri, non prima di aver chiesto a Nesse come avesse fatto a sentire tutto. Lei rispose che i suoi poteri gliel'avevano permessoe gli altri rimasero colpiti. Decisero di andarsene ma prima Fabrizio trattenne Sabrina. <<Senti Sà. Se lo incontri, e se provi le mie stesse sensazioni...>> fece una pausa. Sabrina lo guardò e capì subito cosa intendesse. <<Lo aiutiamo a fuggire.>> concluse lei.

XenousWhere stories live. Discover now