CAPITOLO 3 Il risveglio

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Megan si ritrovò a correre in una stanza completamente bianca. Non riusciva a vedere la fine e c'era un assoluto silenzio. Sentiva solo il rumore dei suoi passi e dell'Essere che la inseguiva. Non capiva come fosse finita lì, non ricordava cosa fosse successo prima. Si era ritrovata in quella stanza, senza vestiti, ad aspettare in silenzio. E poi qualcosa l'aveva aggredita. Aveva provato a teletrasportarsi ma il suo potere non funzionava in quel posto. Continuò a correre e nel forte bagliore vide una piccola porta. Riuscì a raggiungerla nel momento stesso in cui sentì una mano sfiorarle una spalla. Chiuse velocemente la porta dietro di sè e sentì l'Essere chiamarla per nome. Questo la terrorizzò ancora di più. Quella "cosa" la conosceva. Megan si voltò e si ritrovò in una piccola casa. La riconobbe subito. Era la casa dov'era cresciuta. Passò di fronte a uno specchio e si guardò stupita. Era di nuovo bambina. Sentì nuovamente una voce che la chiamava, dalla sua camera, ma questa volta fu diverso. Era la voce di suo padre. Corse subito nella sua stanza e lo vide, sorrideva mentre le faceva cenno con la mano di avvicinarsi. La prese in braccio e le pizzicò dolcemente la guancia. "Oggi è il tuo primo giorno di scuola, Maggie. Sei contenta?" chiese. Lei annuì felice, lui la poggiò sul letto, prese una macchina fotografica e le scattò una foto vicino a uno zaino colorato con un pupazzo. <<Megan!>> Poi il mondo sembrò vorticare, Megan fu di nuovo abbagliata da una forte luce bianca, e poco dopo si ritrovò nel cortile della scuola. Tanti bambini correvano e giocavano durante l'ora di ricreazione. Megan si guardò le mani e capì di essere cresciuta un po'. Guardava i bambini in disparte, mentre mangiava un tramezzino annoiata. Vide un bimbo più grande inseguire un'altra bambina. Non sembrava un gioco. Lei cadde e lui la strattonò per il colletto del grembiule, mentre la insultava. La piccola iniziò a piangere mentre attorno altri bambini ridevano di lei. Megan incartò lentamente la sua merenda e la rimise nello zaino, si alzò e si diresse verso il bambino più grande. Lo toccò con un dito sulla spalla per attirare l'attenzione. Lui si voltò, tenendo sempre l'altra bambina che si dimenava. "Che vuoi, nullità?" disse con tono sprezzante. "Lasciala andare." rispose lei con calma. Il bambino rise "Altrimenti? Ti teletrasporti piangendo da mammina?" continuò. Megan sapeva cosa fare. Si inginocchiò a terra, scelse con cura e rialzandosi colpì il bambino in faccia con la pietra appena raccolta. <<Megan!>> Di nuovo un bagliore, ed eccola seduta nell'ufficio del preside, un vecchio uomo che sbraitava contro i suoi genitori, parlando di espulsione e di quanto fosse pericolosa per gli altri bambini. Il padre rosso in viso dalla rabbia, la madre in lacrime. Lei giocherellava coi lacci delle scarpe. <<Devi aiutarli!>> Si ritrovò adolescente, mentre fuggiva dalla finestra di una nuova scuola. Mike , il suo nuovo amico, le aveva promesso che l'avrebbe portata nel campo vicino a esercitarsi. Suo padre era un agente dell'Autokrator e lui era riuscito a rubargli una pistola. Passarono tutto il pomeriggio a sparare verso gli alberi. Quell'arma era favolosa, un prototipo che non aveva bisogno di proiettili. Si sentì finalmente serena. A casa le cose andavano male, i suoi genitori continuavano a discutere se mandarla in una scuola privata ma a lei non interessava. Voleva solo essere libera. Mike sparò e fu investita dalla luce bianca. <<37.725007, 20.867521>> Chiusa nella sua camera, sentiva i genitori litigare nel soggiorno. La madre piangeva, come sempre. Il padre sbraitava. "Megan è indisciplinata" continuava a dire, "è colpa tua, le hai sempre dato troppa libertà". Il padre aveva sempre sperato che lei diventasse una scienziata, come tutta la sua famiglia. Ma non era quello che lei voleva. Aveva 14 anni e guardava un volantino fatto a mano di combattimenti clandestini. Era forte, sapeva di potersela cavare, e il premio era una grande somma di denaro. L'obiettivo era racimolare il tanto per potersi iscrivere nell'accademia militare. Ma doveva essere precisa e non farsi notare o i suoi genitori l'avrebbero chiusa in casa a vita. <<Svegliati.>>  Colpiva forte ma il suo avversario non cedeva. Lei cadde a terra e l'uomo le si gettò sopra, una serie di pugni sulla faccia. Con il viso completamente insanguinato lei si voltò verso la gente che, fuori dalla gabbia, osservava l'incontro. Suo padre era fra il pubblico, paonazzo, le guardie dello sceriffo dietro di lui. Un'altro flash ed era a casa, a 16 anni, riempiendo lo zaino di tutte le cose che trovava in camera, il più velocemente possibile. Suo padre l'aspettava fuori, pronto a portarla nella scuola privata. Megan non l'avrebbe mai permesso. Non poteva usare il suo potere dentro casa, a causa delle protezioni, perciò uscì velocemente dalla sua finestra e scappò. Correva nella strada, correva mentre dei fari la inseguivano, mentre persone urlavano il suo nome e si ritrovò di nuovo nella stanza bianca. Ansimante cadde a terra, stremata. Aveva cercato di fuggire fra i suoi ricordi ma ora non riusciva più a muoversi. Si volto e vide l'essere dalla forma umana, circondato da un'aura bianca che le si avvicinò. <<Megan, i tuoi amici sono in pericolo. E' ora di svegliarsi>>. La ragazza aprì gli occhi di scattò e emise un gemito. Sentì qualcuno avvicinarsi velocemente a lei ma vedeva sfocato. Qualcuno le poggiò una mano sul braccio. <<Megan! Mi hai spaventata. Come stai?>> chiese. Megan riconobbe la voce di Jesminder e lentamente iniziò a mettere a fuoco. Vide Jes di fronte a lei, con uno sguardo preoccupato. Megan si alzò lentamente, e si rese conto di essere al pieno delle forze contrariamente a quanto si aspettasse. Ricordava il dolore durante l'attacco nel bunker, nonostante fosse brava ad incassare, pensava di essere morta. Si toccò le mani e la faccia e guardò Jes. <<Sto..bene! Dove sono?>> chiese guardandosi intorno. Notò di essere all'interno di una piccola stanza buia. Il letto su cui era sdraiata non aveva piedi ma era direttamente poggiato a terra. Sul pavimento vi erano quattro cuscini, due per lato, dove si erano seduti i guaritori durante la meditazione. Nell'angolo della stanza vi era una poltrona di pelle nera, con una coperta e un libro poggiati sopra. Capì che Jesminder aveva passato del tempo lì e ne fu sorpresa. Sembrava molto stanca, ma comunque bella, pensò Megan. I capelli erano raccolti in una treccia, indossava un abito indiano, nero con dei ricami dorati, stretto con una gonna che le arrivava alle ginocchia e con dei pantaloni attillati al di sotto. <<Siamo nell'ospedale dell'Autokrator>> rispose Jes <<Sei ricoverata qui da tre giorni. Sei rimasta in coma tutto questo tempo, Megan, pensavo non ti svegliassi più.>> <<Sono resistente, Jes. Ricordatelo in futuro.>> disse sorridendo <<Tu come stai?>>, chiese poi. <<Un leggero trauma cranico. Mi hanno tolto la benda poco fa>> rispose. Megan si guardò le braccia e vide delle cicatrici bluastre vicino all'avambraccio e ne notò alcune sui fianchi. Ricordò le catene che gli incappucciati avevano usato per inibire i suoi poteri. <<Nemmeno i guaritori sono riusciti a farle sparire.>> spiegò Jes <<Catene di Achab, hanno detto. Ti fa male? >> chiese. Megan fece cenno di no, continuando a toccare i segni. Alzò lo sguardo verso la porta della stanza e ebbe un sussulto. Jes la guardò preoccupata. Era stata solo la sua immaginazione. Non c'era altra spiegazione. Poi lo rivide. <<Jes!>> chiese alzando la mano verso la porta, indicando l'uomo. <<Cos'è quello?>> <<Chi?>> l'indiana si voltò ma non vide nulla. Megan prese a tremare. Non era stato solo un sogno, quello che aveva percepito era vero. Sul ciglio della porta c'era l'essere bianco che la inseguiva prima del risveglio. Era immobile e la fissava intensamente. <<Ok, Megan, non è facile farlo ma mi stai preoccupando. Cosa vedi?>> chiese Jesminder. All'improvviso Megan ricordò le frasi che l'essere biancastro continuava a ripeterle durante il sogno, e quasi senza rendersene conto smise di aver paura. Si alzò velocemente dal letto, rendendosi conto solo in quel momento di essere senza vestiti. Si coprì velocemente col lenzuolo e si voltò verso Jesminder. <<Dove sono Victoria e gli altri?>> chiese. <<Non lo so, ho visto lei e Joshua qualche ora fa con Killian. Hemi è negli alloggi. Ma perché? Megan, comincio a stufarmi, parla!>> rispose Jes, perdendo la calma. Megan la ignorò e si avvicino alla porta. Rimase faccia a faccia con lo spirito, realizzando il tutto. <<Loro sono in pericolo?>> chiese lei alla figura. Lo spirito annuì. La ragazza si voltò verso Jesminder e decise di spiegarle la situazione. <<Credo che Victoria abbia mandato uno dei suoi spiriti ad avvisarmi. E' lui che vedo nella porta, ed è sempre lui ad avermi risvegliato dal coma. Mi ha dato delle informazioni, le ho impresse nella mia testa. Dobbiamo muoverci Jes, Victoria e Joshua hanno bisogno di aiuto.>> disse. Jesminder la guardò e poi guardò di nuovo verso la porta, dubbiosa. <<Ragiona un attimo. Sei rimasta in coma per tre giorni, siamo stati attaccati da un culto sconosciuto, tutto questo potrebbe essere uno scherzo della tua mente o peggio ancora una trappola. Non possiamo andare.>> disse Jes schietta. <<No, ne sono sicura. Sento l'energia di Victoria attraverso quell'entità>> spiegò Megan. Jesminder ci pensò un attimo poi si incamminò verso la porta. Prima di uscire si voltò verso Megan. <<Aspettami qua. Non muoverti, non chiamare nessuno e non fare cazzate.>> disse. <<Vuoi farmi internare?>> chiese Megan sedendosi sul letto. <<Zitta, e aspettami qua. Torno subito.>> e se ne andò. Megan rimase seduta a guardare la figura. Lo spirito continuava a fissarla. Non riusciva più a parlare con lei, sembrava che questo fosse possibile solo durante il sogno. Sapeva di non avere nessun potere da medium, perciò tutto questo poteva solo essere opera di Victoria. Doveva andare il prima possibile. Si alzò tenendosi sempre il lenzuolo intorno, e cercò nell'unico mobile presente nella stanza. All'interno trovò i suoi vestiti che qualcuno nel mentre aveva lavato. Cerco di nascondersi dallo spirito e li indossò. Si trattava di una maglietta bianca, una giacca corta e marrone e dei jeans. Trovò anche un elastico nelle tasche e raccolse i capelli in una coda. Dopo qualche minuto pensò che Jesminder non sarebbe più tornata, e poi sentì dei passi avvicinarsi sempre più. Poco dopo Jesminder e Hemi si affacciarono alla porta. Il maori la salutò dandole il pugno e lei fece lo stesso sorridendo. Hemi aveva una grossa sacca sulla schiena. Indossava una canottiera grigia e dei pantaloni neri, sulle spalle due parti di armatura ricoperta di un metallo scuro che scendeva fino ai polsi. <<Ho deciso di seguirti.>> disse Jesminder, <<Ma a due condizioni. Hemi viene con noi e come prima cosa ti fai controllare da lui.>> <<Nessun problema.>> disse Megan felice. Hemi si avvicinò, le poggiò una mano sul viso, e chiuse gli occhi concentrandosi. Poco dopo si voltò verso Jes annuendo. <<E' la verità.>> disse. Poi voltandosi verso la porta spalancò gli occhi. <<Lo vedi anche tu, ora?>> chiese Megan. <<Si.>> disse Hemi. <<Molto bene, sono l'unica sana qua dentro.>> disse Jesminder rassegnata. <<Bene, ora che l'abbiamo capito, possiamo partire. Sai dove andare?>> chiese poi a Megan. <<Si, lo spirito mi ha lasciato le coordinate.>> spiegò la teleporta. Jes rovistò nella sacca poggiata sulle spalle di Hemi e ne tolse fuori uno smartphone. Lo passò poi a Megan che digitò i numeri che lo spirito le aveva detto durante il sogno, su internet. Verificò prima nel mondo degli Xenous, dove i numeri non vennero riconosciuti e poi su quello umano. <<Sono in Grecia. Laganas. Qualcuno conosce il posto? >> chiese Megan. Jes e Hemi si guardarono e fecero cenno di no. <<Tenetevi stretti a me, si parte>> aggiunse alzando le mani verso i due. Hemi e Jes strinsero le mani di Megan, lei si concentrò sulle coordinate e le immagini viste su internet e in un attimo si ritrovarono su una spiaggia deserta. Era tardo pomeriggio e una piccola brezza li rinfrescò. <<Non riuscirò mai ad abituarmi.>> disse Jes toccandosi per controllare che ogni arto fosse intatto. Hemi sembrava profondamente turbato dal viaggio. <<Non può succedervi niente, sono brava.>> rispose Megan. <<Si beh, questo lo devo ancora decidere.>> disse Jes secca. Si guardo intorno, guardando la spiaggia e le onde che si infrangevano sul mare. <<Non capisco. E' una giornata bellissima e non c'è nessuno?>> chiese ai compagni. <<Già, è strano. Hemi, percepisci qualcuno qua vicino? >> chiese Megan.  Il maori alzò la testa al cielo inspirando profondamente. <<Non qua.>> disse. <<Megan, dove andiamo? Che dice lo spirito?>> disse Jesminder. La teleporta si mise una mano sulla fronte per coprire gli occhi dal sole, cercando di guardare il più distante possibile. <<Non lo vedo più da quando siamo arrivati.>> rispose delusa. <<Lo aggiungo alla lista delle stronzate che Victoria ci sta facendo fare.>> disse Jes incamminandosi <<proviamo ad andare verso il paese, cerchiamo qualcuno e chiediamo informazioni.>> <<Se Ronin fosse stato qua con noi, sarebbe stato più semplice. Potevi chiamare anche lui.>> disse Megan seguendo il passo di Jes. L'indiana parlò senza voltarsi o fermarsi. <<Ne parliamo dopo, Megan. Ora non è il momento.>> Hemi si immobilizzò e poggiò la mano sulle spalle della ragazza. Megan sussultò, mentre delle immagini passarono nella sua mente. Vide Hemi guardare Ronin all'interno di una cella buia, e delle guardie chiuse dentro un sacco da dei guaritori. Poi Killian portare la piccola medium, ancora scossa, in una stanza. <<Ha ucciso due guardie e tentato di uccidere la bambina?>> chiese Megan. Hemi annuì. Jesminder lo guardò stupita <<Sai fare anche questo?>> Il guerriero fece spallucce. Anche Megan rimase sorpresa. Hemi era riuscito a passarle in un secondo le informazioni di tutto quello che era successo dalla fine del test d'ammissione. Realizzò che tutti i suoi compagni erano stati ammessi e che lei era ancora in attesa di giudizio. Dal suo risveglio si era concentrata solo sulla richiesta fatta dallo spirito, senza pensare a tutto il resto. Ma scacciò i pensieri, dovevano trovare Joshua e Victoria il prima possibile. Superarono le ultime dune della spiaggia e si ritrovarono in una stradina sterrata, circondata da cespugli. Subito dopo trovarono dei ruderi abbandonati, e la strada si allargò sempre di più portandoli all'inizio del paese. Non trovarono nessuno lungo il tragitto, i tre erano circondati da un silenzio innaturale. Le case da quel punto sembravano abitate, e a Megan parve di vedere qualcuno muoversi dietro una delle finestre di una vecchia casa su due piani. Megan si fermò, voltandosi verso il punto. <<Hemi, la dentro.>> indicò. <<Due persone.>> rispose il guerriero. Dopo pochi secondi la porta si aprì e ne uscì una donna anziana. Aveva un vestito scuro e un fazzoletto nero legato intorno alla testa. Fece cenno ai tre ragazzi di avvicinarsi, e Megan fu la prima ad avvicinarsi. <<Buonasera.>> disse la donna con voce squillante. Parlava in greco ma il primo giorno all'Autokrator i ragazzi erano stati toccati da una donna che aveva il potere di rendere tutte le lingue dei due mondi comprensibili. Un rito necessario anche solo per il primo test. <<Siete turisti? Non se ne vedono molti in questi giorni, chissà perchè.>> continuò la donna. <<Si, siamo arrivati qui da poco. Ci siamo persi e stiamo cercando i nostri amici. Ha per caso visto una ragazza con i capelli rossi e un giovane con i capelli lunghi?>> chiese Megan, le parole uscirono in automatico in greco. <<No, oggi sembra che tutti siano chiusi in casa. Volete un po' di caffè?entrate, entrate vi offro qualcosa.>> disse la donna tenendo la porta aperta. <<Grazie, signora, ma siamo di fretta.>> rispose Jes. <<Suvvia, poi mi offendo. Entrate, ho dei biscotti appena fatti, e un telefono. Provo a chiamare qualche mia amica per sapere se hanno visto i vostri amici.>> insistette la vecchia. Megan si voltò verso i compagni e vide Jesminder alzare gli occhi al cielo. Hemi le fece cenno di assenso, e andò verso la casa della signora. I tre entrarono, mentre la signora li accoglieva felice. La casa era piccola e fresca, con i muri colorati di blu. La donna li fece accomodare nella cucina e si mise a preparare del caffè. Ne approfittò per presentarsi. Si chiamava Delphina e aveva sempre vissuto a Laganas. Abitava in una zona tranquilla del paese, e non veniva disturbata dal caos della vita notturna. Non viveva da sola, con lei c'era il marito che al momento era in camera, colto da una brutta influenza. Aveva passato la giornata vicino alla spiaggia, a guardare il mare. Prese dei biscotti appena sfornati e li posò su un tavolo. Megan li assaggiò e solo in quel momento si rese conto della fame che la attanagliava dal risveglio dal coma. Era stata nutrita artificialmente ma non era paragonabile a quella bontà. Ne prese subito un altro seguita da Hemi, con Jes che li guardava torva. L'elementalista si limitò a sorseggiare il caffè senza parlare, osservando ogni angolo della stanza. Si sporse verso Delphina <<La ringraziamo per l'ospitalità, signora. Ma non possiamo stare per molto, potrebbe provare a chiamare qualcuna delle sue amiche?>> chiese schietta. La donna sembrò offesa da quella richiesta, disse di sì e in quel momento si sentì un rumore al piano di sopra. La donna si voltò verso il soffitto e si scusò subito per l'inconveniente. <<E' mio marito, vado a vedere se gli serve qualcosa. Vi prometto che torno subito e provo a chiamare qualcuno, ok?>> disse la donna. Riempì una tazzina di caffè, prese un biscotto e li mise su un vassoio che portò con sé. <<Complimenti per il tatto.>> disse Megan con metà biscotto ancora in mano. <<Senti, siamo qua perché hai avuto delle visioni da psicopatica, dovresti apprezzare anche solo questo. Non sono venuta per socializzare.>> rispose Jes. <<Non sono delle visioni e lo sai benissimo, o non saresti qua.>> disse Megan infastidita. In quel momento sentì un forte dolore alla testa e si portò le mani alle tempie. Jesminder e Hemi si alzarono velocemente e andarono verso di lei. Megan alzò la mano per calmarli con la testa china sul tavolo. <<Sto bene, sto bene. C'è qualcosa. Non riesco a capire.>> disse tirandosi su con difficoltà. Andò verso la finestra e la aprì per prendere un po' d'aria. Respirò profondamente e alzò lo sguardo. Vide lo spirito in lontananza che la guardava, il mal di testa sparì all'istante, e lo spirito le fece cenno di avvicinarsi. Si trovava in fondo a una strada che portava in un punto diverso della spiaggia. <<E' tornato. Mi sta indicando la via, dobbiamo seguirlo>> disse Megan ai compagni. I due si diressero velocemente verso l'uscita ma Megan si bloccò. Jes si girò verso di lei con aria interrogativa. <<Che aspetti? Stai di nuovo male?>> chiese. Megan disse di no. <<Delphina. Dovremmo avvisarla, è stata così gentile con noi.>> rispose. <<Oh andiamo, è una perdita di tempo.>> disse Jes. <<Aspettatemi qui, torno subito.>> disse Megan, avanzando verso le scale che portavano al piano di sopra. Sentì Jes sbuffare. Megan salì al piano superiore e vide le porte chiuse di varie stanze. <<Delphina?>> chiamò. Sentì la donna rispondere da una delle stanze. <<Vieni, mia cara, entra pure.>> Megan aprì la porta della camera. <<Ti volevamo ringraziare, ma abbiamo trovato i nostri ami..>> iniziò la ragazza bloccandosi all'istante una volta entrata nella stanza. Non era una camera da letto come pensava, ma una grande stanza vuota, senza finestre. Delphina stava in un angolo della stanza, e accarezzava una delle creature più orribili che Megan avesse mai visto. Una fusione fra un ragno e un essere umano, disteso e con le zampe legate a una maniglia di ferro sul muro tramite una catena. <<Ti volevo presentare Hektor, mio marito. Sai, non so come ma sapeva che sareste arrivati, vi aspettava. E' così felice, ha preso una brutta malattia qualche giorno fa e non è in forma, ma sembra si stia riprendendo da quando siete qui.>> disse la vecchia donna voltandosi verso Megan. Gli occhi di Delphina erano cambiati. Attorno ai suoi occhi le vene erano ben visibili sotto la pelle, ed erano diventate nere. Il segno della corruzione. La donna sganciò la catena dalle zampe. <<Delphina, no!>> urlò Megan. Il mostro si mise subito in piedi e si lanciò verso Megan, che si teletrasportò velocemente al piano di sotto. Vide gli sguardi sconvolti di Jes e Hemi nel vederla apparire all'improvviso, ma non ebbero il tempo di fare domande. Megan lì toccò e si teletrasportò all'esterno insieme a loro. Si ritrovarono tutt'e tre a terra. <<Cosa succede?>> chiese Hemi serio rialzandosi immediatamente. Dalla casa si sentì Delphina gridare, un misto di rabbia e dolore, che fece venire i brividi a Megan. <<Delphina è corrotta, e mi ha fatto aggredire da una creatura.>> rispose Megan sconvolta. Si voltò velocemente a cercare la direzione che le aveva indicato lo spirito, voleva allontanarsi il più possibile da quella casa. <<Che creatura?>> chiese Jes ancora a terra dolorante. <<Non ne ho idea. Mai vista prima. Svelta, dammi la mano.>> disse allungando il braccio verso Jesminder. Si girò verso Hemi che annuì e le mise la mano sulla schiena. In quel momento la porta della casa sembrò esplodere e dall'interno uscì l'anziana donna, ricoperta di tagli e ferite e lo sguardo colmo di ira. Delphina guardò i tre e alzando la testa verso il cielo, spalancò le braccia e riprese a urlare di dolore. A dieci metri di distanza Megan e gli altri sentirono il rumore delle ossa della donna che si rompevano, mentre Delphina si contorceva all'indietro. Il suo corpo si allungò e dai suoi fianchi uscirono quattro braccia mentre mani e gambe assumevano la stessa forma. Si buttò a terra di schiena e dalla sua bocca uscirono delle zanne. A quel punto la donna fu raggiunta dall'altra creatura. Jesminder guardò la scena terrorizzata. <<Cosa Caz..>> iniziò. Megan si teletrasportò immediatamente alla fine della strada. <<..zo sono quelli?>> terminò Jes. I tre si ritrovarono nella spiaggia, distanti dal punto in cui erano arrivati. Lo spirito bianco riapparve in lontananza vicino alla riva, e fu Hemi il primo a notarlo. Dopo aver visto i sogni di Megan era ancora in grado di vederlo. Si misero a correre verso di lui, cercando di limitare l'uso del potere della teleporta che iniziava ad affaticarsi. Ogni volta che raggiungevano lo spirito, questi riappariva in un punto più lontano. <<Se avessi saputo che avremmo dovuto correre così tanto, avrei messo qualcosa di più comodo.>> ansimò Jesminder. <<Segnalo nella lista delle lamentele per Victoria.>> rispose Megan. Proseguendo nella spiaggia trovarono una jeep, ferma sulla spiaggia. Riconobbero subito che si trattava di un veicolo dell'Autokrator e cercarono all'interno indizi su dove potessero essere gli altri. Hemi cercò delle armi ma l'unica cosa che trovarono fu un pugnale, nel cruscotto, con cui Jes si tagliò un lato della gonna. <<Molto meglio.>> disse. <<Utilissimo.>> replicò Megan. <<Un solo pugnale contro delle creature mai viste prima.>> <<Non dobbiamo combattere>> disse calmo Hemi. <<Ha ragione. Li troviamo e scappiamo il più velocemente possibile. Non ci sono altri piani, ok?>> rispose Jes.  I tre lasciarono la macchina e proseguirono nella loro ricerca. Poco più avanti videro una casa completamente bianca che dava sulla spiaggia. All'ingresso dell'abitazione, lo spirito lanciava segnali verso Hemi e Megan. <<Là>> indicò Hemi a Jes e corsero verso gli scalini della casa. Sembrava non ci fosse nessuno ma capirono che i loro amici erano all'interno, altrimenti lo spirito non si sarebbe fermato in quel punto. Hemi provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave. Non c'era tempo per suonare o bussare, e cercarono di colpire la porta che sembrava fragile ma in realtà si rivelò resistente. Hemi vi si lanciò contro come un ariete, mentre Jes provocò con le mani una corrente d'aria paragonabile a 40 nodi ma l'edificio non diede segno di cedimento. <<Impossibile>> disse Jes contrariata. <<E' protetta dall'interno, non c'è altra spiegazione.>> asserì Megan. <<Sono qui. Li sento. Non sono solo Joshua e Victoria>> spiegò Hemi. <<Allora dovrò rischiare.>> disse Megan, avvicinandosi alla porta e toccandola con la mano. <<Proverò a teletrasportarmi dentro. E' pericoloso, lo so. Ma è l'unico modo. Se c'è una stanza aperta torno subito indietro a prendervi. Se qualcosa blocca la strada, beh, immagino lo capirete.>> spiegò. <<Megan, no. Possiamo trovare un altro modo.>> disse Jes. <<Non c'è tempo.>> rispose Megan <<Hey tu, ti sembra una buona idea?>> chiese allo spirito che riapparve in quel momento di fianco alla ragazza. Lui la guardò e annuì. <<Aggiudicato. Ci vediamo fra poco, spero.>> continuò Megan. Jes tentò nuovamente di fermarla ma la teleporta non le diede il tempo e in un attimo fu all'interno della casa. Si ritrovò all'interno della villa, e tirò un sospiro di sollievo. Nessun muro in cui rimanere incastrata o peggio ancora fatta a pezzi. La casa era completamente buia e capì perché non erano riusciti ad entrare in altro modo. L'interno delle mura e delle porta erano completamente ricoperti da strati di metallo all'apparenza indistruttibile. Rimase in silenzio per cercare di sentire anche solo un piccolo cenno da parte dei suoi compagni ma sembrava che in casa non ci fosse nessuno. Ma non era possibile, Hemi aveva percepito delle presenze. Ritornò indietro a riprendere Hemi e Jes che sembrarono sollevati nel rivederla, e li portò all'interno della casa. I tre presero ad esplorare le varie stanze presenti al piano terra. La casa era ordinata e non sembrava ci fossero segni di lotta. Decisero di salire insieme al piano superiore, dove trovarono le camere da letto, ma l'ambiente cambiò completamente. I mobili e i letti erano pieni di graffi, le lenzuola fatte a pezzi. <<Sembra che solo il piano terra sia stato messo a posto, per apparenza.>> disse Jes. <<Una trappola>> continuò Hemi. <<Spero siano ancora vivi>> disse Megan preoccupata. <<Qualcuno è ancora qui>> rispose Hemi. Chiuse nuovamente gli occhi concentrandosi. <<Sono qua ma...sotto!>> disse spalancando improvvisamente gli occhi. Scese correndo al piano terra, e le ragazze lo seguirono. Entrò nuovamente nel soggiorno alla ricerca di qualcosa. Vide una grande libreria che copriva il muro interamente. Si mise al lato e provò a rovesciarla ma sembrava ancorata. <<Lascia fare a me.>> disse Jes che si mise di fronte facendo cenno agli altri di allontanarsi. Alzò le braccia e creò una forte corrente intorno a sé. Un piccolo turbine divento visibile intorno alla donna, si diresse verso le mani e la donna lo indirizzò verso la libreria. I libri volarono per la stanza, mentre Hemi riparava Megan dagli oggetti. Jesminder divaricò le braccia aumentando la potenza del vortice che aprì in due la libreria rivelando l'ampio ingresso di quello che sembrava uno scantinato. I tre furono colpiti da un forte tanfo, odore di morte e putrefazione. Si diressero verso le scale diroccate che portavano a un piano sotterraneo. Gli scalini e le mura erano ora di pietra e ricoperti di muschio. <<Attente, da ora.>> disse Hemi. Le due annuirono per rassicurarlo. Scesero lentamente per circa dieci metri finchè non si ritrovarono in una sala molto più grande della casa stessa. Era illuminata da delle torce attaccate al muro. Sulla parte opposta della stanza videro Joshua, Victoria, Killian e un'altra ragazza che non riconobbero. Erano appesi al muro, legati da quella che sembrava una grande e compatta ragnatela. Non fu difficile immaginare chi li avesse intrappolati. Non erano coscienti, ma ancora vivi. I tre corsero subito verso di loro per liberarli <<Abbiamo già visto questa scena.>> disse Jes. <<Già ma vediamo di non farla finire allo stesso modo.>> rispose Megan. Toccarono la grande ragnatela e si resero conto di quanto fosse resistente. Jesminder riuscì a tagliarne un pezzo con il pugnale preso dalla Jeep e Hemi fece il resto, allargando il taglio con la forza, riuscendo a liberare gli amici che caddero a terra ancora svenuti. Qualcuno di loro emise un gemito e in quel momento dall'ingresso dello scantinato entrarono tre delle creature ibride fra ragno e umano. Megan guardò i volti in cerca di Delphina ma notò che si trattava di altri esseri, una donna e due uomini mai visti prima. Uno degli uomini si avvicinò verso di loro mentre i due rimasero fermi a bloccare l'accesso alle scale. <<Basta scappare!>> disse Megan, <<Sono stanca.>> Prese il pugnale dalle mani di Jesminder e si teletrasportò verso una delle torce, che tolse dal muro. Apparì di fronte al ragno principale agitando la torcia verso di lui, il ragno indietreggiò emettendo un verso rabbioso verso la ragazza. Il mostro parti all'attacco e Megan scomparve e riapparve sopra la schiena della creatura, alzò il braccio sinistro, col pugnale alla mano e trafisse il ragno che iniziò a dimenarsi. Continuò a tenere il pugnale conficcato e lo trascinò verso di sé allargando il taglio. Il ragno si mise in piedi rovesciando Megan all'indietro. Hemi la raggiunse attirando l'attenzione del mostro mentre Jes cercava di svegliare i compagni. La donna ragno ancora ferma alla guardia dell'ingresso aprì la bocca e lanciò un filo di ragnatela verso la mano di Megan, ricoprendola interamente insieme al pugnale. <<Merda>> disse lei cadendo a terra, cercando di liberarsi. Hemi l'aiutò a rialzarsi e il mostro attaccò di nuovo col filo questa volta diretto alla torcia. Al contatto con la fiamma la ragnatela prese fuoco e Megan la lanciò velocemente contro la faccia del ragno al centro della sala che si divincolò andando a sbattere contro il muro, il viso interamente ricoperto dal fuoco che si espandeva sulla ragnatela. Le due creature all'ingresso, alla vista del loro compagno in pericolo, si lanciarono all'attacco al centro della sala. Jesminder urlò verso Megan e Hemi. <<Venite qui, mi è venuta un'idea.>> I due corsero via dai mostri, raggiungendo gli amici. <<Portaci alle scale, svelta.>> disse Jes, toccando Megan e poggiandosi verso i compagni svenuti in modo che tutti fossero in contatto. Megan obbedì all'ordine, teletrasportandosi all'ingresso dello scantinato. Jesminder si voltò verso i ragni che erano rimasti confusi al centro della sala, mentre il più grande continuava a rotolarsi a terra per cercare di spegnere il fuoco. Jes trascinò col vento la grande ragnatela che aveva intrappolato i compagni e la fece cadere sopra le due creature rimaste. Con un movimento delle braccia staccò le torce dai muri e le indirizzò verso la ragnatela. Il fuoco si espanse e iniziò a bruciare i mostri, aumentando sempre di più grazie al piccolo vento con cui Jes cercava di alimentare la fiamma. <<Scappiamo, ora. All'Autokrator. Pensi di farcela?>> chiese Jesminder a Megan. La ragazza annuì ma senti qualcuno tirarle il braccio. Si voltò e vide Victoria, ancora a terra, indebolita. <<Amelia...>> disse la rossa, lentamente. <<Merda, la bambina era con loro.>> disse Megan, il viso illuminato dalle fiamme che si avvicinavano sempre più. <<Non c'è più nessuno qui dentro.>> la rassicurò Hemi. Megan approfittò dell'informazione e portò i suoi compagni all'esterno, nel portico che faceva da ingresso alla villa. Si ritrovarono tutti fuori, Victoria si alzò lentamente, mentre gli altri erano ancora privi di sensi. <<Ma che sorpresa>> disse la voce di un uomo, <<un vero piacere ritrovarsi ancora!>> Il gruppo si voltò e vide un centinaio di ibridi ragno sparsi nella spiaggia, capeggiati da una figura con una veste scura. Megan lo riconobbe immediatamente. Il giovane uomo con i lunghi capelli neri che avevano incontrato nella cripta dei vampiri. Ora stava lì, il tramonto alle sue spalle, mentre teneva intrappolata la piccola Amelia, con un braccio stretto intorno al collo. La bambina guardava il gruppo con le lacrime agli occhi. <<Lasciala andare!>> urlò Megan. Guardava lui e poi i mostri alle sue spalle cercando un modo per poter riprendere la piccola e fuggire da lì il prima possibile. Vide Hemi prepararsi per partire all'attacco e Jes bloccarlo con una mano sul petto. <<Non fare cazzate, non possiamo farcela contro di loro.>> disse Jes. L'uomo in veste rise e continuò. <<Lasciarla andare? E' mia e voi me l'avete portata via senza chiedermi il permesso. Siete così stupidi, non pensavo cadeste in una trappola del genere. Eppure eccovi qui.>> Victoria barcollò in avanti, priva di forze, e si poggiò su Megan per tenersi in piedi. <<E' solo una bambina. Se è una medium che vuoi prendi me.>> disse. L'uomo assunse uno sguardo di finta sorpresa. <<Per quanto sia ammirevole, c'è una grande differenza. Per te è solo una bambina, per me è l'essere più utile a questo mondo. Quindi no, lei viene con me.>> rispose. <<E lei chi sarebbe?>> chiese Killian. Si era risvegliato anche lui, senza che Megan se ne accorgesse ed era già in piedi come se niente fosse successo. <<Mi chiamo Solomon. Ho sentito grandi cose su di te, Killian Iacona. E' un vero piacere incontrarti.>> rispose l'uomo. <<Temo di non poter dire altrettanto.>> termino Killian. Si voltò verso Victoria e Jes. <<Siete in forze?>> chiese. Jesminder annuì con veemenza, Victoria la seguì ma con meno impeto. <<Qualunque cosa stai pensando, immortale, credo di doverti fermare subito. Tanto alla fine rimarrai solo tu, no? Continueremo la nostra chiacchierata senza queste piccole reclute in mezzo.>> disse agitando la mano libera verso di loro. <<Aracnopodi!>> urlò e le creature si levarono in piedi <<Nutritevi pure.>> I mostri urlarono e in tutta la spiaggia iniziarono a correre verso la villa. Killian si voltò verso la squadra. <<Miss Goode, porti Miss Stone da Amelia e torni immediatamente qui.>> Megan non ebbe tempo di pensare a quanto fosse rischioso e disperato il piano appena elaborato dal capo, ma aveva fiducia perciò prese Victoria per mano e si teletrasportò vicino a Solomon. L'uomo si voltò con furia verso le donne, e uno degli aracnopodi più vicino si lanciò verso di loro. Megan ritorno subito all'ingresso della villa mentre Victoria chiamo a sé Raphael creando uno scudo protettivo per lei e Amelia. La forza dell'energia blu scaraventò via la mano di Solomon dal collo della bambina, come se lui avesse preso la scossa. Un altro aracnopode le raggiunse e cominciarono a colpire lo scudo che sembrava perdere potenza a ogni attacco. <<Pessima mossa, Killian.>> disse Solomon con ghigno sprezzante. <<Miss Sylphe!>> urlò Killian. Jes obbedì all'istante e invocò il potere dell'aria. In quel posto il suo elemento era presente e la sua forza era molto più grande che all'interno della villa. Spalancò le braccia e batté fortemente le mani, creando un'onda d'urto che si aprì a ventaglio verso i nemici e le medium. Come previsto da Killian lo scudo resse il colpo mentre Solomon e gli aracnopodi più vicini vennero scaraventati all'indietro. <<Neanche un graffio.>> realizzò Jes, stremata, vedendo l'uomo rialzarsi velocemente insieme ai mostri, reindirizzandosi verso Victoria. Killian si rivolse di nuovo a Megan <<Ora, svelta!>> urlò. Megan, anche lei quasi allo stremo delle forze, prese i compagni all'ingresso, si teletrasportò vicino a Victoria, che teneva stretta la bambina. Hemi e Killian si misero di fronte a loro per proteggerle da eventuali colpi. <<Victoria, disattiva lo scudo, o non riesco a portarvi via.>> spiegò la teleporta. La medium obbedì e tenendo il braccio attorno ad Amelia, toccò Megan. La giovane teleporta si voltò e vide un aracnopode azzannare al collo Killian mentre Hemi cercava di staccarlo con la forza, e una seconda creatura avanzare verso il maori. Non c'era tempo, ma l'importante per partire con tutti, era creare una catena umana. Joshua e la ragazza sconosciuta erano a terra, di fianco, mentre Jes li toccava con una mano e con l'altra si poggiava su Megan. La teleporta spostò velocemente la mano dell'indiana su quella di Victoria e toccandola si avvicinò a Hemi e Killian. Hemi la notò subito e colpì con un pugno la creatura alle spalle, che indietreggiò con rabbia ma partì nuovamente all'attacco. Killian, con l'aracnopode ancora attaccato al collo, si mise fra Hemi e l'altra creatura. Le prese la faccia con la mano e con una forza sovrumana la frantumò come fosse burro. Poi si voltò verso il mostro che lo stava azzannando e mise le sue mani fra le fauci. Tirò in direzioni opposte e il ragno fu diviso a metà. Sangue nero e innaturale schizzò dall'aracnopode inondando Killian. Hemi rimase impalato a guardare scioccato la scena. <<Mister Hemi, raggiunga gli altri.>> disse Killian, pulendosi la faccia con la manica della camicia. Altri cinque aracnopodi lo stavano raggiungendo seguiti da Solomon. <<Non possiamo lasciarti qui, capo!>> disse Megan disperata. <<Dovete farlo, ora!>> ordinò Killian. Si voltò in tempo per colpire con l'avambraccio un mostro che fu scaraventato indietro, mentre un altro superava il compagno caduto. Hemi si mosse velocemente e raggiunse Megan. <<Andiamo...>> disse contrariato. Megan chiuse gli occhi umidi e decise che non c'era più tempo. Li aprì velocemente e vide una creatura raggiungere Hemi, pronta a colpire. Era l'unica occasione, incanalò il suo potere e dopo pochi secondi si ritrovarono distesi di fronte all'entrata dell'Autokrator. Megan alzò lo sguardo e capì di esser riuscita a portare tutti. Cadde a terra senza più forze, ma solo allora notò l'aracnopode. Aveva portato anche lui. Il mostro era attaccato al braccio di Hemi. Sollevo le zampe e lanciò il maori di lato. Volse lo sguardo verso Megan, pronto a colpire di nuovo. Lei non riusciva più a muoversi, poteva solo sperare che Hemi lo fermasse in tempo. Ma in pochi secondi una serie di pallottole fecero a pezzi la creatura. Vide con la coda dell'occhio una squadra di Xenous con le armi ancora fumanti. Di fronte a loro uno dei membri del Concilium, con fucile alla mano. Bruin Hilt si avvicinò alla squadra Echo. <<Dov'è Killian?>> chiese in tono grave. Fu Hemi a spiegare tutto toccando il consigliere e trasmettendo le immagini mentalmente. Bruin chiamò una delle sue guardie con un fischio e diede ordini a voce bassa. Vide Megan con le lacrime agli occhi e si inginocchiò verso di lei, mentre anche Joshua e la ragazza riprendevano i sensi. <<Non preoccuparti, lui è imbattibile.>> disse Bruin <<Sei stava ottima, Megan Goode, avremmo modo di discuterne. Ora tranquilla, andrò personalmente a recuperare Killian. Non piangere, sei nel posto migliore del mondo, ora. Finalmente al sicuro.>>

XenousWhere stories live. Discover now