"Mamma, chi lui?" esclama l'unica bambina.

È così piccola e carina... mi ricorda Olivia quando aveva tre o quattro anni. Era minuscola ed era così adorabile.
Tale e quale a questa bambina.

"Felix, ti presento i miei bambini: AeCha che ha 4 anni e YeChan che ne ha 7" esordisce mettendo una mano sulla spalla del bambino.

I due piccoli mi guardano con curiosità, sono entrambi molto simili a Yeji il che mi fa venir voglia di urlare. Sono troppo carini questi bambini.
E YeChan è tale e quale a sua madre. La sua copia maschile possiamo dire.

"Quindi adesso usciamo? Tutti insieme spero" dico guardando la più grande in cerca di conferma.

"Oh sì sì Felix. Andiamo" annuisce infine camminando fuori velocemente.

YeChan la segue e la bambina rimane con me, ad aspettare che io mi metta le scarpe e mi annodi i lacci.

Mi rialzo in piedi ma mi abbasso di poco di nuovo e prendo la sua manina; usciamo salendo in macchina dopo aver chiuso tutto a chiave.
Faccio sedere AeCha nel suo seggiolino allacciandole la sua cintura per poi salire io nel sedile del passeggero davanti.

Yeji, come l'ultima volta, mi dà una mascherina nera e un cappellino cambiando dopo anche il proprio aspetto.

I due più piccoli parlottano creando l'atmosfera in macchina. La rossa sorride per tutto il tempo, sin da quando siamo partiti, guardando alcune volte i suoi bambini attraverso lo specchietto.

"Siamo arrivati" annuncia e solo ora mi accorgo di esser rimasto a guardare soltanto gli altri presenti in macchina invece che fuori.

Il sorriso materno e intenso di Yeji, gli occhi grandi dei due bambini e le loro risa.

Scendo dalla macchina e faccio scendere AeCha dal mio lato mentre Yeji fa scendere YeChan dal suo lato.
Poi mi viene in mente una domanda, spero solo che mi risponda, lei.

"Yeji, chi è conoscenza di questo posto?"

Lei mi rivolge i suoi occhi e la sua attenzione prima di rispondere.
"Io, Hyunjin e tu. Non deve saperlo nessun altro ok? E ricorda di non spiccicare parola a riguardo con il tuo fidanzato" ribadisce e mi ritrovo ad annuire e arrossire come un pomodoro.

* * *

Alla fine siamo stati per molto più tempo al boschetto, non me lo sarei immaginato.

AeCha stava sempre con me, lei non parlava. Stava solo seduta accoccolata come un gattino in braccio a me oppure sdraiata sulle mie braccia mentre giocava coi miei capelli.

YeChan invece non stava affatto fermo. Correva da una parte all'altra per raccogliere margherite con lo stelo lungo per farne delle collane che poi ha regalato a Yeji.
Quanto a lei, stava seduta sull'erba con le gambe stese e le mani ordinatamente sulle cosce che guardava suo figlio compiere i suoi lavoretti.

L'ho vista innamorata dei suoi bambini, li guardava come se fossero la sua unica fonte di vita, come se fossero l'unica cosa per incoraggiarla a continuare la sua strada. I suoi occhi dicevano questo.

Siamo tornati a casa alle 6 di sera, lei se n'è andata dopo avermi dato un po' di tempo e io mi sono chiuso in camera per leggere il mio libro. Ammetto di sentirmi molto più leggero dopo la giornata passata.

Prendo il telefono giusto per avere notizie di mamma e papà che sicuramente sarà da lei in questo momento.

Immetto la password per sbloccare il cellullare, scorro tra i contatti e avvio una chiamata diretta.

Sta squillando e dopo cinque squilli la chiamata viene accettata.
Parlo con la mamma per prima e poi papà senza mai stancarmi di sorridere come il bambino quale sono. Li amo con tutto me stesso, soprattutto quando sono insieme.

Mi piace vedere, sentire e osservare la mia famiglia riunita per esempio a tavola a mangiare insieme oppure in salotto tutti accocolati sul divano letto su mamma e papà a guardare dei film o fare maratone di serie...

"Oh... ma del resto sta bene vero? Nel senso le avete fatto fasciare la caviglia?" domando.

Rachel si è slogata la caviglia e l'hanno dovuta portare in ospedale, oggi. Spero che guarisca presto, come sempre. È una bambina che prende molto seriamente la cura delle ferite.

"Va bene, ciao papà ciao mamma. Buona notte... anche io vi amo... mwah!" taglio la chiamata e metto il telefono in carica sul comodino.

La mia screensaver è composta da foto di famiglia, di noi cinque assieme oppure di me e le mie sorelle assieme ai cugini.
Non credo che la cambierò presto.

Ho... sonno. Ho tanto tanto sonno.

Appena tornato a casa ho fatto una doccia, ho cenato e ho bevuto un bicchiere di latte al cioccolato senza ricordarmi che il latte caldo al cioccolato, la sera, mi fa venire sonno. Sono un po' stupido.

Tanto stupido...

Mando la testa all'indietro e fisso il soffitto quando sento dei passi avvicinarsi alla porta. Mi ricompongo all'istante e immediatamente sposto gli occhi in direzione dell'angolo dell'armadio aspettandomi l'entrata di Hyunjin.

Non l'ho mai visto entrare e voglio vedere se sia stanco o meno. Voglio dire lui è un robot, praticamente. Non si stanca mai, è così energico...

La porta si apre, la sento, e lui entra ma i suoi passi, senz anemmeno che io lo possa vedere, rallentano e diventano più leggeri.

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100 Days || нуυηℓιχDove le storie prendono vita. Scoprilo ora