72.Novembre Non Perdona.

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"Futura, come stai?" mi chiede.

"Tu come stai, piuttosto. Ti sei preso una pallottola per me."

"Lo rifarei altre cento volte se fosse necessario."

"Non scherzare, tu rischiavi di morire."

"A me non dispiace proteggerti."

"Che c'entra? Io non voglio che tu rischi per me."

"Vabbè, però adesso sto bene. Non ti preoccupare."

"Ciro, seriamente. Tu hai fatto fin troppo per me, non posso rischiare di perderti."

Gli brillano gli occhi appena glielo dico e nasconde un sorriso.

"Futura, io penso che dobbiamo parlare. Non qui, e non adesso." mi dice con tono serio.

"Se vuoi parlare è meglio farlo adesso, perché domani non mi troverai."

Aggrotta le sopracciglia.

"Io me ne vado da Napoli."

"E perché?"

"Sono successe un sacco di cose e io e mio padre abbiamo bisogno di ricominciare. Non me la sentivo di andarmene senza averti prima visto sveglio. E adesso che ti sei svegliato, sono libera di andare."

"Futù, non puoi lasciarmi solo." mi prende la mano e me l'accarezza.

"Tu starai bene senza di me. Io devo andarmene Ciro, mio padre ha ragione qua stiamo in pericolo."

"Ve ne andate per colpa di mio padre?" chiede.

"Ciro, non è solo per quello. Da quando ti hanno sparato sono successe tantissime cose."

"Che tipo di cose?"

"Tuo padre ha confessato che ad appiccare l'incendio è stato Salvatore Cirillo e pensiamo che abbia mandato l'ex ragazzo di Martina a spararmi, perché lei si ricorda che lavorava per Sasà. La mia famiglia lo è venuto a sapere e lo hanno ucciso. Noi però non ne abbiamo la conferma. Se tu sai qualcosa, dillo."

"Mio padre si era affiancato a Sasà, l'idea di appiccare l'incendio era sua ma lo ha fatto fare a lui. Inizialmente mi aveva detto che dovevo farlo io, soltanto perché sapeva che mi avrebbe allontanato da te così da lasciarti, ma in verità io non dovevo fare niente. Lui voleva solo farci lasciare."

"Questo lo avevo capito."

"Scusami, ti ho trattato male e non te lo meritavi."

"Ormai è acqua passata."

"Comunque non ti preoccupare, se vengo a sapere chi ha sparato te lo faccio sapere."

"Mi faresti un piacere, grazie."

"È il minimo che io possa fare."

"Io adesso devo andare, immagino che è finita qua." gli dico.

"Ciao,Futù." mi saluta.

Prendo coraggio e vado via.

Raggiungo casa di Martina, per stare con lei prima di partire e per raccontarle anche della mia chiacchierata di prima con Ciro.

"Ue amo, ce l'hai fatta a vedere Ciro?" mi chiede.

"Sì, Martì e si è anche risvegliato. Non sai quanto mi dà sollievo."

Futura Di Salvo. Where stories live. Discover now