CAPITOLO 9

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La stanza era notevolmente mutata da quel pomeriggio come ebbe modo di scoprire anche Lula: il tavolo di pesante legno di noce del salotto di fronte alla vetrina antica era scomparso; da davanti al vetro che portava al balcone non c'era rimasto che il mobile ad L che ospitava nell'angolo la televisione, infatti i due divani ed il tavolino di legno erano scomparsi, come volatilizzati nel nulla. Persino le tre camere che davano sul corridoio nella zona notte si erano trasformate così sopra ai letti singoli ora c'erano altri letti per un totale di tre letti a castello. Ad eccezione della stanza padronale che non le era stata mostrata, da quando era risalita tutto era mutato. Ora nella sala stavano materassi stesi e pronti per la notte con tanto di lenzuola e cuscini puliti, due matrimoniali (e uno dei due avrebbe giurato essere più grande) e due singoli ma ora stavano tutti seduti per terra attorno ad uno di quei tavoli bassi giapponesi coperti da una coperta sotto al quale sparivano diverse gambe.
Lula era poggiata con la schiena all'angolo del mobile sopra cui stava il televisore a schermo piatto molto grande, sorseggiando una tisana rilassante che la padrona aveva gentilmente offerto insieme ad un liquore dal sapore di noce molto buono (e molto alcolico). Stava rimirando affascinata il samurai, vestito di abiti più comodi e meno complessi di quelli da samurai indossati tutto il giorno, in particolare la sua lunghissima chioma nera corvino tenuta fino a poco prima legata stretta in una coda svettante in cima alla testa con una fascia bianca. Nobu stava appoggiato col gomito all'ultimo allungo del mobile, rideva e scolava il terzo bicchierino di liquore.

- Hai la mia attenzione.- bisbigliò Uvo nascondendo le labbra bronzee dietro al bicchierino col liquore. Kira lo occhieggiò felina senza dire nulla se non con un sorriso.
Uvogin non perdeva di vista gli altri, cercava di guardarla il meno possibile nonostante lei gli stesse proprio accanto.
Kira era stanca. Immensamente stanca. Aveva gli occhi quasi completamente chiusi; ciondolava mollemente, seduta accanto al suo maestro, con il bicchierino tra le mani appoggiate tra le nocette dei piedi, le gambe incrociate.
Pakunoda e Franklin stavano cantando una bellissima canzone del loro paese, dall'aria nostalgica ma dal ritmo allegro, al piccolo coro si erano uniti anche Nobunaga e Shalnark, dondolando a braccetto.
Shizuku sbadigliò e stropicciò gli occhi da sotto i grandi occhiali. Erano ormai le undici e mezza.
Uvo abbassò gli occhi su di lei dall'alto della sua mole, nonostante fosse seduto. Era curva, aveva un'espressione spenta ma mosse appena percettibilmente le labbra.
Gli altri erano talmente stonati e ubriachi che non avrebbero sentito una sola parola.
- Ho pensato di rendere il tutto più divertente, siccome non sarò isolata nella mia stanza. -
- E come? -
- Faremo un gioco. -
- Come ho detto: molto interessante. -
- Il gioco del silenzio. - bisbigliò usando un tono misterioso.
- Huhm...-

Iniziavano a spegnersi le voci e farsi più soffuse. Shizuku si era addormentata sulla spalla di Franklin e il piccolo Kortopi si era acciambellato sotto al tavolo, sporgeva solo un piede e un lembo della tunica.
La testa di Kira cadeva pesante sul petto, la rialzava e dondolava. Uvo sorrise e dandole un colpo con il dito del piede la sbilanciò di modo che nel dondolio si accasciasse sul suo braccio, come Shizuku davanti a loro all'altro lato del tavolo.
La rimirò dolcemente e le coprì i piedi con il lenzuolo del tavolo perché non avesse freddo.

A mezzanotte alcuni erano già andati a dormire nelle loro stanze. Lula si era addormentata nell'angolo del mobile mentre una partita a carte era giunta ormai alla fine.
"HA!" le svegliò l'esultanza di Shalnark "HO VINTO!"
"Ma come...? Hai barato!" replicò incredulo l'altro biondo.
"Nossignore! E con questo non ti devo più niente! Consideriamo pareggiato il conto. Guardate!! Ho vinto!!"
Lula si stiracchiò addormentata. Kira alzò la testa verso il suo maestro e si occhieggiarono.
"Mi dispiace darvi tutto questo disturbo." biascicò in mezzo ad uno sbadiglio la rossa.
"Nessun disturbo, affatto mia cara." disse con voce profonda la mora.
"Vieni, ti mostro la camera dove dormirai stanotte."
Si alzarono ed ancheggiarono verso una delle porte della sala. Shalnark le seguì con occhi delusi.
"Ehi!" Chiamò quasi implorante "Hai visto Kira? Ho vinto! Non vinco mai a questo gioco!"
Kira si fermò sulla soglia e si voltò verso di lui. Gli occhi a mandorla che le venivano quando era molto stanca o che restavano dalla notte di sonno le conferivano un'aria orientale estremamente attraente. E a Uvo questo piaceva ancora di più.
A passo felpato si avvicinò a Shal, si accovacciò, gli prese la testa come con un bambino lo baciò sulla fronte, facendolo arrossire.
"Sei stato bravissimo!" gli disse, strizzandogli una gota.
Tornò poi alla porta, entrò con la sua ospite e chiuse.
Silenzio. Shalnark godette di quel momento magico ancora per poco, prima che la voce ovattata di Phinks lo canzonasse.
"Bravo, bambino, hai vinto un bacino dalla mamma!"

Una giornata differenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora