💜Capitolo 1💜

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<<Svegliati Bon Bon, è ora di andare! Oggi sarà anche il tuo primo giorno d'asilo>> disse la mamma, e io :<<Ok, sono sveglia>>. Non so perché, ma quella mattina ero abbastanza indifferente, non provavo alcuna emozione in particolare. Ero solo preoccupata per il graffio profondo che avevo sulla guancia, oltre alle braccia e alle gambe piene di lividi.

Per fortuna il grembiulino aveva le maniche e i pantaloni lunghi, ma avevo bisogno di qualcosa che mi coprisse il viso... così presi la mia maschera di coniglio.
Sono un genio - pensai.

Quella mattina non andai con il pulmino, ma decise di accompagnarmi la mamma. La mamma voleva conoscere gli insegnanti con cui avrei passato d'ora in poi le mie giornate. Quel pazzo psicopatico la esortò a più riprese di non andare, ma dopo un paio di strattoni si arrese e "le diede il permesso di uscire"...

Lungo il percorso pensavo a come mi sarei dovuta comportare con gli altri bambini. I miei pensieri si interruppero quando mia madre disse :<<Velocizza il passo, siamo quasi arrivate!>>. L'asilo non distava molto da casa nostra. Di tanto in tanto guardavo mia madre, va bene il giaccone a maniche lunghe, ma gli occhiali da sole ad ottobre assolutamente no. Non ci voleva il mago per capire cosa volesse celare dietro quelle lenti scure...

Eravamo giunte dinanzi alla porta d'ingresso, quando la bidella aprì le porte le porte come prima cosa squadrò mia madre. Entrati la donna dovette per forza levarsi gli occhiali da sole, la bidella la fissò per un paio di minuti e dopo ci scortò nella mia classe.

Alla porta della mia classe ci accolse un maestro, il suo nome era Enrik. Enrik mi fece segno di entrare, dopodiché si fermò a parlare con mia madre... <<Allora Signora Linda...>> cominciò l'uomo.

Ovviamente i miei coetanei non rimasero indifferenti alla mia maschera da coniglio. Alcuni erano incuriositi, altri iniziarono a prendermi in giro. Un bambino cattivo cercò persino di strapparmi la maschera dal volto, e mi disse :<<Cosa cerchi di nascondere coniglietto?!>>. Infastidita dall'accaduto decisi di sedermi nell'ultimo banco disponibile in fondo alla classe, ben lontana da occhi indiscreti.
Il mio banco era tra due belle bimbe: Sally, una bimba dagli occhi azzurri e i capelli color arancia, e Silvia, due luccicanti occhi neri e capelli castani tendenti al bordeaux scuro. Erano due bimbe molto silenziose rispetto alle altre, ma il loro era un silenzio malinconico...

Stavo per i fatti miei, non stavo neanche ascoltando la lezione, quando Sally mi rivolse la parola :<<Hey tu! Ti chiami Bonnie, giusto? Questo pomeriggio ti va di rimanere a scuola con me e Silvia?>>, e io come risposta annuì con il con il capo. E lei ancora :<<Perché non parli? Quindi ora ho due amiche silenziose...>>. Una bimba che era seduta nel banco davanti al mio si girò e, guardando male Sally, esclamò :<<Avete intenzione di seguire il maestro Enrik, o avete intenzione di continuare a distrarre tutta la penultima fila?!>>

Silvia, dopo poco, andò in bagno...

Silvia, dopo poco, andò in bagno

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PTSD awareness childhood - libro IIWhere stories live. Discover now