KISS.

13 2 3
                                    

C'ero soltanto.
C'ero. 
Intorno cadeva la neve.
(Kobayashi Issa).

Il suo esistere si concentrava su una sottile venatura apertasi per mancanza di lucidità.

Cos'era essenzialmente lei?
Un nome?
Una persona?
Un sentimento?

Lui, sconosciuto a qualsivoglia forma vagamente simile alla felicità, stava davvero correndo il rischio di farsi assorbire dalla sua astrusa materialità?

Non si negò - nè lo avrebbe fatto in un futuro precocemente prossimo - che la sensazione impegnata ad arrochire il suo respiro e il conseguente avvamparsi di quelle gote femminili solleticate dalle sue falangi gli conferisse una colpa inoppugnabile, da cui poteva chiaramente distinguere l'eco di un tradimento a quei principi che ne emarginavano il costante dolore, ma il bisogno che ne inforcava l'essere ruotava attorno al desiderio di appurare un'impressione ingenua.

Le labbra di lei erano intense come la cioccolata al peperoncino piccante, deliziosamente morbide e piene; quel genere di sofficità incerta che tentava di assecondare i movimenti delle gemelle, per restituire la stessa e inebriante scarica di soffuso piacere.

Aveva avuto modo di osservarle nel loro attimo più vulnerabile e nella giovialità che prediligeva una tonalità rosea di beltà maggiormente modesta rispetto al sovraccaricato scarlatto di molte altre capitatogli di dover ripulire velocemente dagli angoli della bocca, ma dagli schiocchi umettati dal tentativo di stabilire un contatto fra i loro modi di essere, trasparì un diritto di proprietà che ne lasciò intuire l'umanità discernita nell'astruso egocentrismo di dover fare le cose secondo quel suo modo di fare che spesso privilegiava l'aggrottarsi della fronte a parole introvabili.

Dentro l'Anima.Where stories live. Discover now