CAPITOLO 28

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POV'S ARABELLA:

Dopo il crollo che ho avuto davanti a Mary sono rimasta in palestra per il resto del pomeriggio, non volevo tornare a casa ma sapevo che i miei fratelli sarebbero impazziti quindi per evitare che mettessero sottosopra la città per trovarmi mi caricai di tutto il coraggio che avevo e uscì dalla palestra.

Una volta uscita una folata di vento mi investì la faccia procurandomi dei brividi di freddo, sicuramente mi sarebbe preso un malanno nei prossimi giorni poiché ero sudata e non mi ero portata nessun giacchetto dietro.

Dopo 20 minuti di camminata mi trovavo a metà strada, il paesaggio intorno a me era avvolto dal buio vista l'ora tarda e l'unica cosa che riuscivo a vedere erano i brevi spazzi illuminati dai pochi lampioni che c'erano al bordo della strada

Mi dovetti fermare varie volte per colpa del dolore alla gamba e il senso di bagnato che sentivo sul leggins era segno che stava sanguinando

Quando ripresi a camminare mi dovetti fermare nuovamente per colpa di una macchina che si era accostata improvvisamente dietro di me.

Andai subito in panico, se qualcuno avesse deciso di farmi del male non se ne sarebbe accorto nessuno visto il luogo isolato

AXEL: cazzo Arabella ti ho trovato sai che ore sono?

Appena sentii quella voce mi rilassai subito, mi voltai per piantare il mio sguardo negli occhi di Axel

Si trovava a pochi passi da me, aveva uno sguardo preoccupato e sollevato allo stesso tempo e con la mano si portava continuamente indietro il ciuffo ribelle che gli ricadeva davanti agli occhi

Diavolo era una visione, ma che cazzo Arabella riprenditi non lo conosci neanche

ARABELLA: come hai fatto a trovarmi

AXEL: sono ore che io e gli altri ti stiamo cercando, stavo tornando a casa per dire di organizzare delle squadre di ricerca fino a quando non ti ho vista camminare sul ciglio della strada, ma io dico ti sei per caso impazzita

ARABELLA: ma a te che cazzo importa non mi conosci neanche perché mai dovresti essere preoccupato per me

AXEL: non può fregarmene niente di te mi preoccupavo solo per i tuoi fratelli, ti sei comportata da imbecille

Non so perché ma il fatto che a lui non interessasse niente di me mi procurò una fitta al cuore, ma non capivo il perché infondo noi non eravamo niente per lui ero solo la sorella dei suoi migliori amici

Così per evitare di far vedere quanto ci fossi rimasta male alzai la mia maschera di freddezza e gli risposi con tutto l'odio che provavo in quel momento

ARABELLA: se è così allora puoi andartene e riferirgli che sto bene così ti toglierai questo peso

Detto questo mi rigirai e ricominciai a camminare senza prestargli attenzione

AXEL: dove cazzo vai adesso vieni qui

Non lo ascoltai e continuai a camminare accelerando il passo per mettere più distanza possibile

Non sentii più nessun rumore per questo credetti che si fosse arreso ma le mie ipotesi vennero smentite quando non sentii più la terra sotto i piedi

Mi ritrovai improvvisamente con la testa in giù e davanti si presentò la schiena di quel troglodita

Mi aveva messo sulla sua spalla tenendomi come un sacco di patate e mi stava portando verso la sua auto

ARABELLA: METTIMI SUBITO GIÙ O GIURO CHE NON LA PASSI LISCIA

di tutta risposta mi diede un pacca sul sedere e mi strinse maggiormente la gambe per fermare il mio tentativo di scendere

Rimasi a bocca aperta, come cazzo si permette prima mi urla che non gli frega niente di me, poi mi carica sulla sua spalla e per finire mi sculaccia

PRINCESS MAFIAWhere stories live. Discover now