<<Va bene, ti dirò tutto>> esala e i miei occhi tornano repentini a guardarlo, quasi ad assicurarsi che dica la verità, che non sia uno scherzo.
Il suo sguardo è sfuggente, puntato nella direzione opposta alla mia.
<<Davvero?>> Domando, a metà tra lo stupore e l'euforia.
Non ho sentito male, ha davvero detto che mi racconta tutto.

Un altro sospiro.
<<Sì>>
Lotto contro un sorriso che tenta in ogni modo di uscire allo scoperto.
Non sia mai cambi di nuovo idea.

<<Allora?>> Lo incito, vedendo che non parla.
Lui alza lo sguardo e sorride sghembo.
<<Oh, non così facilmente, Rose>>
E adesso che intenzioni ha?
<<Cosa intendi dire?>>
<<Vuoi sapere la verità?>> Chiede, non lasciandomi il tempo di rispondere <<Bene, ma starai alle mie regole>> preannuncia <<Quindi adesso tu mi seguirai, mi lascerai fare quello che voglio senza protestare e soprattutto...>>
<<Soprattutto?>>
<<E soprattutto non farai domande>>

***

Seguo Nicholas mentre si aggira per i corridoi della nave come se li conoscesse a memoria e ammetto che molti di questi non li avevo mai visti.
Almeno ci ho guadagnato una guida turistica.
Mi domando dove mi stia portando ma non oso chiedere.
In ogni caso, sto ben attenta a pianificare vie di fuga in caso di attacco.
Da parte sua, se non si fosse capito.

Da quando mi sono svegliata stamattina ho camminato fin troppo, il mio corpo non è abituato e inizio ad avvertire i muscoli delle gambe implorare di concedere loro una pausa.
Peccato che, se ci provassi, temo che Nicholas non si perda in preamboli assurdi e mi faccia fuori.

Ho una strana sensazione allo stomaco, è quasi opprimente e non riesco a comprendere se si tratti di rimorso: probabilmente mi sto cacciando in un guaio molto più grande di me.
Insomma, una parte di me, quella ragionevole presumo, teme che non sia un'idea del tutto geniale seguire un papabile criminale lui solo sa dove!
Ma ormai è troppo tardi per comportarsi da vigliacca...
Nonché da ciò che sono realmente.
Dico io, ma che mi è saltato in mente? Di mettermi a giocare a Wonder Woman?
A momenti ci rimetto la pelle!

Il flusso dei miei pensieri si blocca quando le porte, le luci e gli angoli cominciano a diventare sempre più familiari e dopo pochi passi siamo entrambi fermi davanti alla targa B77.
Spalanco la bocca.
<<Ma questa è la mia stanza!>> Esclamo, non riuscendo a capire perché siamo qui.
<<Non mi dire, che assurda coincidenza!>> Mi canzona lui, alzando gli occhi al cielo. Lo odio, giuro che lo odio. <<Avanti, aprila>> dice, con un cenno del capo in direzione della superficie di legno.
<<Cosa? No!>>
<<Perché no?>>
Non lo so! Magari perché ho paura che tu mi uccida e nasconda il mio cadavere a marcire lì dentro?

<<Perché dovrei aprirla?>>
<<Ti avevo detto di non fare domande>>
<<Tu vuoi entrare nella mia stanza!>> Rispondo indignata.
<<Fino a prova contraria non sono io quello che rompe le scatole per sapere cose chiaramente non di sua competenza>> mi rinfaccia e lo vedo cercare qualcosa nelle tasche dei suo pantaloni.
Tira fuori una tessera e, prima che io possa chiedergli quali siano le sue intenzioni, la striscia nella serratura facendo sì che la luce verde si accenda e la porta si apra.
La porta della mia stanza.
Cosa?

<<C-come...?>>
<<Non ho tutto il giorno da perdere, muoviti!>> Sentenzia con voce annoiata, entrando per primo e facendosi strada lungo il corridoio.
Io penso di essere in uno stato di shock.
In uno stato di shock molto profondo.

Ancora con gli occhi sbarrati e la sensazione di non riuscire ad emettere un singolo suono per via dello stupore, decido di imitarlo.
<<Chiudi la porta>>
Sento solo la sua voce mentre, dopo un respiro decisamente irregolare e pregno di paura, mi appoggio alla porta e indietreggio di quel poco necessario a chiuderla.
Ormai sono in ballo.
Anche se un po' di amor proprio non farebbe male.
Almeno l'ho capito: meglio tardi che mai!
Mi farà sicuramente comodo.
Nella mia prossima vita.

Under the same night sky Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ