Capitolo cinque.

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Stavano li dà mezz'ora a parlare, non so cosa stavano dicendo ma non mi interessava. Sentivo le urla di quei cittadini e bambini che perdevano le mani delle loro mamme, fiamme che si avvolgevano attorno all'erba. Il mio cuore stava tremando ma allo stesso tempo volevo fare qualcosa per aiutarli ma stavo ferma lì immobile aspettando quei due che finivano di parlare.
<< Jennifer>> MI girai di scatto e vidi Gordon fare il segno con la mano di venire. Andai verso di lui.
<< Dimmi Gordon>> Abram guardò Gordon e fece segno di andare con lui.
<< Aspettate ma non dobbiamo salvare quelle persone? >> chiesi confusa.
<< Quelle persone sono salve ora quelle persone hanno già dimenticato tutto>> disse Abram. Mi girai di scatto e le fiamme non c'erano più.
<< Come.. Come è possibile? Le fiamme erano alte..>> girai e mi rigirai confusa.
<< Signorina Jennifer qui siamo dove la magia è tutto>> Mi fece un occhiolino e io come una scema immobile a realizzare che non c'erano più.
<< è stato Abram a salvarli>> disse Gordon sorridendo.
<< Come ha fatto?>> gli domandai.
<< Un incantesimo, non dimenticarti, lui è un grandissimo mago>> mi guardò soddisfatto.
<< Giuro che impazzirò stare qui!>> dissi quasi in lacrime, ma l'importante quelle persone stanno bene sani e salvi. L'alba inizia a salire, giusto, qui gli orari non sono come sul nostro mondo; rimasi incantata da quella bellissima luce, il cielo era tutto arancione e quelle case di pietra si illuminavano, non potevo che rimanere incantata.
Lungo il cammino ammiravo ogni cosa; montagne, fiumi, laghi, foreste, capanne ... c'erano anche delle pietre, scritte delle frasi in leggibili, lingua che non conosco. Il posto era meraviglioso. Nemmeno sul libro Storia c'erano questi immagini.
<< Gordon come funziona qui?>> gli domandai, ero molto curiosa.
<< Qui funziona che ogni Gilda ha un suo popolo, una casa. >> rimasi sorpresa ma lui continuò a spiegare.
<< Ogni Gilda ha come capo un mago, gli uomini li manda a caccia e ad allenarsi per proteggere la loro famiglia e posto, le donne invece restano nel loro campo a coltivare frutta e verdure, nel tempo libero imparano le magie.. puoi incontrare molte persone che in futuro potrebbero diventare anche tuoi amici. >> Rimasi a riflettere
<< Gordon tu che in Gilda sei?>> Gordon rise. "perché ride" pensai.
<< Io sto con Abram, sono un cavaliere che protegge questo mondo>>
<< Abram ha un castello?>> quindi se tutti hanno una gilda il più potente deve avere un castello. Gordon scoppiò a ridere e io diventai rossa, cosa avevo domandato di così da far ridere a mal di pancia?
<< Gordon perché ridi?>> Gordon mi guardò e smesse di ridere, ma so che un'altra domanda sarebbe scoppiato di nuovo a ridere.
<< Scusami Jennifer, mi dimentico che tu non hai memoria di questo posto>> disse.
<< Ti spiegherà tutto Abram, e no non ha un castello ha solo una capanna>> continuò a ridere, e io rimasi con il broncio e andai avanti. Lui capì che aveva esagerato, volevo solo sapere come funziona qui. Quel cocciuto!
<< Jennifer scusami>> non lo ascoltavo, camminavo sempre più veloce, fino a quando non senti affermarmi il braccio.
<< Jen..>> rimasi con gli occhi spalancati, solo Irma mi chiamava così, lasciò la presa e lo guardai furiosa.
<< Non ti azzardare a prendere confidenze con me.>> Gordon dispiaciuto lasciò la presa del mio braccio.
<< Perdonami Jennifer, non volevo offenderti.>> Abram ci stava fissando perché ci eravamo fermati.
<< Che succede?>> disse Abram.
<< Niente, continuiamo a camminare>> dissi fredda.
Continuammo per un po' di tempo a camminare, ero stanca non ce la facevo più non vedevo l 'ora di sedermi! Ero solo abituata a lavorare avanti e indietro nella cucina ma non camminare così tanto.
<< Ecco siamo arrivati, questo posto è casa mia >> Rimasi sorpresa. Era davvero carina quella capanna, costruita con materiali deperibili come legno, fogliame, tessuto e pietra che era quella che manteneva tutto ciò. Proprio come nei libri di Storia, ne avevo studiato diverse lingue.
<< Andiamo dentro inizia a fare buio>> Entrammo dentro e c'era semplicemente davanti a me un cammino fatto di pietra, un tavolo di legno piccolo accompagnato da quatto sedie, e della paglia dove dorme, secondo me è scomodissimo!
<< Adesso faccio una bella bevanda poi Jennifer ti vorrei raccontare la mia storia, Gordon tu se vuoi puoi anche salutare i tuoi amici, saranno in pensiero visto che ti ho mandato di fretta e furia e non hai potuto salutarli>> Gordon ringraziò e si inchinò.
<< Grazie Abram, ci vediamo dopo>> Mi guardò, girai la faccia ero ancora arrabbiata! Se ne andò e rimanemmo solo io e Abram, chissà cosa mi racconterà.
Abram fece due thè, lo mise in un bicchiere di pietra e si sedette affianco a me. Assaggi quel thè ero sorpresa!
<< Buono vero?>> Non avevo mai assaggiato un thè così buono! Ma da una parte e come se lo riconoscessi, ma non ricordo di averlo bevuto nel mio mondo.
<< Questo delizia ha delle erbe aromatiche della mia terra, nessuna magia, nessuna pietra, solo le mie mani, curate e raccolte per la mia Dea Jennifer..>> Guardò triste il suo bicchiere di pietra, io invece non capì e lo guardai confusa.
<< Era la mia amata>> Per poco non mi andava di traverso il thè.
<< Era la vostra fidanzata?..>> Mi guardò strano dalla parola che avevo detto, giusto, non sto nel mio mondo e parecchie cose loro non lo capiscono.
<< Fidanzata è lo stesso termine che avete utilizzato voi>> Lui rimase sorpreso. Iniziò a fissarmi, mi sentivo agitata.
<< Questo thè è buonissimo!>> Lui non capì la parola "thè".
<< Da noi questa bevanda la chiamiamo thè>> Lui sorrise.
<< Sai, lei era uguale come te, i suoi bellissimi capelli color nocciola, i suoi occhi verde cristallo che ogni volta che la guardavo il mio cuore smetteva di battere, il suo sorriso, il suo corpo, le sue labbra accompagnate dalle mie, una morbidezza che mi faceva volare, tutti l'amavano, tutti la volevano sposare ma il destino mi regalò la sua vita a me, facendola mia, una maga meravigliosa..>> Rimasi imbarazzata dalla sue parole, è vero che non sono io ma la testa mi faceva girare, immenso di parole d'amore non potevo non stringere il mio petto a me, non lo sapevo e non voglio che accada perché anche se le caratteristiche sono quelle io non ero lei. Domandai timidamente se lo potevo chiamare con il suo nome lui mi sorrise e acconsentì.
<< Vorrei raccontarti la nostra storia, di come ci siamo conosciuti>> io tutta eccitata acconsentì.

JenniferWhere stories live. Discover now