CAPITOLO 33

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Ritornai sul tardi, probabilmente era già notte fonda.

Non avevo la minima intenzione di dormire, così andai a riposarmi sulla riva.

Il mare cullava la mia mente, e cullava il mio corpo.

Il rumore delle onde pian piano iniziò a lasciarmi andare, e diventare tutt'uno con la sabbia.

La luminescenza si faceva sempre più viva ad ogni tocco, e la luna illuminava l'acqua e il cielo.

Dove c'erano un milione di stelle e costellazioni stupende, che rendevano il cielo unico.

Il mio cuore si stava rilassando sempre di più, ma covavo dentro di me un'ansia abbastanza forte.

Pregavo che Neteyam stesse dormendo, come tutti.

Di solito, quando non riuscivamo a dormire, ci rifugiavamo sulla riva, a guardare la luna e a parlare.

Ed erano i miei momenti preferiti, i miei ricordi preferiti, lì su Metkayina.

Ma quella notte, pregavo che nessuno mi trovasse.

Volevo rimanere più da sola possibile, confrontandomi solo con i miei pensieri e le mie paure.

In realtà mi odiavo per questo, per quanti fossi incapace di cercare aiuto anche in questi momenti.

Ma non potevo, non lo volevo, e ciò era più forte di me.

Le mattine successive furono un vero inferno.

Non riuscii a parlare quasi con nessuno, e passavo il tempo perennemente in solitudine.

Mi sembrava fosse ritornato il periodo prima dell'attacco da parte di Quaritch, quando non ero in forze neanche per nuotare.

E non sapevo come avrei dovuto fare con Neteyam, con tutti gli altri.

"Az, vuoi uscire un po' insieme agli altri?" mi chiede mia sorella nella capanna vuota.

Io ero sopra la mia amaca, a scrutare il soffitto senza un apparentemente motivo.

"Lo sai che se ci trova Papà siamo nei cazzi, si?" le chiedo ancora guardando il soffitto della tenda impolverato.

"Tutte scuse, lo sai benissimo anche tu che adesso Papà è in mare, e per di più fuori dal reef" mi spiega a braccia conserte.

Io sbuffo sonoramente, ma mia sorella sembra non lasciare la presa.

"Dai, lo sai che poi se non ci vedono iniziano a preoccuparsi, soprattutto Neteyam" continua.

Vede che io non sembro collaborare.

"Ti prometto che non ti lascerò da sola con lui o con gli altri, giuro su-" dice, prima di venir interrotta da me che salto giù dall'amaca, abbastanza controvoglia.

"Giuri sul nonno e bla-bla-bla, okay, andiamo" dico alzando gli occhi al cielo e sbuffando, mentre intravedo lei che si lascia far scappare un piccolo sorrisetto soddisfatto.

In realtà facevo un bel po' la menefreghista, ma in quel momento il mio sangue stava congelando.

Come mi sarei dovuta comportare con i Sully?

Ma soprattutto, come mi sarei dovuta comportare con Neteyam?

"Ciao ragazze, come state?" ci accoglie caldamente Tsireya vedendoci arrivare.

Neteyam non c'era e neanche Lo'ak, perciò tirai un sospiro di sollievo.

Kiri sembrò felice di rivedermi, infatti mi saluta con un dolce sorriso, che io però ricambio a malapena.

Più ignoravo i Sully, più mi sarebbe stato facile dimenticare Neteyam.

"Bene, a parte la stanchezza dopo l'attacco, voi?" risponde Tya, sedendosi.

Mia sorella sembrava tranquilla, quasi contenta di rivedere gli altri.

Io invece, sembravo completamente apatica, come se niente e nessuno fosse concretamente intorno a me.

"Sapete dov'è Nayu? Non lo vedo da quanto sei tornata tu Az" dice poi Kiri, guardandosi attorno cercando probabilmente la figura di mio fratello.

"Oh è rimasto a dormire nella capanna, era stanco" spiega velocemente mia sorella, inventandosi una scusa all'ultimo minuto.

In quel momento arrivarono Neteyam e Lo'ak, e potevo aver intravisto benissimo lo sguardo di mi sorella su di me.

Come anche, quello del Na'Vi appena nominato.

Neteyam cercava perennemente il mio sguardo che si incrociasse con il suo, ma appena si rese conto che c'era qualcosa che non andasse, lasciò perdere.

Mi conosceva fin troppo bene, notava subito come mi sentivo in un attimo, senza neanche aprire bocca o guardare i miei occhi.

Come io sentivo la sua, lui poteva sentire la mia tensione, come se ce ne scaricassimo addosso.

Non disse nulla, non provò neanche ad avvicinarsi a me.

Sapeva che gliene avrei parlato in seguito.

——————
NETEYAM'S POV
Era chiaro come il sole fosse successo qualcosa.

Da quando siamo ritornati su Metkayina, Atsena non mi ha degnato manco di uno sguardo.

Perciò ho iniziato a domandarmi:

Ho fatto qualcosa di male?

È successo qualcosa con i suoi genitori?

Magari con i suoi fratelli?

Non lo sapevo, fino a quando non le avrei parlato.

La conoscevo fin troppo bene per sapere che di notte, in casi di nervosismo o confusione, non riuscire a dormire e rimaneva sulla riva della spiaggia.

Così aspettai che la luna sarebbe comparsa in cielo e che tutti fossero andati a dormire.

Uscii di soppiatto dalla capanna, e ciò mi fece ricordare quando uscivo di notte per parlare con Az, prima dell'attacco.

Non volevo perdere quell'abitudine.

Infatti, lei era pacificamente raggomitolata sulla riva, mentre alcune onde le bagnavano di volta in volta le gambe.

Sembrava stesse guardando il vuoto, forse il mare, forse la bioluminescenza, forse la luna.

La raggiunsi silenziosamente.

"Possiamo, parlare?" le chiedo, rimanendo ancora in piedi.

𝐈'𝐋𝐋 𝐏𝐑𝐎𝐓𝐄𝐂𝐓 𝐘𝐎𝐔 // Neteyam SullyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora