CAPITOLO 23

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ATSENA'S POV
Ritornai nella capanna, sapendo di non aver risolto niente con Neteyam.

Mi faceva andare su di giri, a volte sembrava un bambino, incapace di prendere in modo serio alcune situazioni.

Ero arrabbiata con lui, ma continuare a farne una tragedia sembrava solo una perdita di tempo.

E dovevo assolutamente risolvere problemi ancor più difficili.

Appena entrai, vidi solo mio fratello, immobile, sembrava che stesse aspettando qualcuno.

"Sei tornata, mh?" mi chiede.

"Hai finito con questa sceneggiata? Pensi sia facile per me, vederci senza genitori?" gli chiedo avvicinandomi.

Ero così, delusa, da lui.

Lui gira la testa, non riesce a guardarmi degli occhi.

"Nayu, guardami" gli dico, prendendogli una mano.

Lui si rigira, costretto.

"Sono stanca, okay? Sono stanca di litigare con te, voglio solo, ritornare a come era prima" dico in modo sincero, mentre lui continua a zittirsi.

"Non voglio, ferirvi, voglio solo
prendervi cura di voi, secondo te perché non ho detto nulla ai più piccoli" continuo.

Gli lascio la presa, e accenno un viso sconfortato, guardandolo senza reagire.

Mi allontano dalla sua figura fino a raggiungere l'uscita dalla capanna.

"Atsena" mi chiama, facendomi avvicinare a lui.

Poi apre le sue braccia, e mi invita ad abbracciarlo.

"Ci prenderemo cura a vicenda, okay? Non voglio più essere arrabbiato con te, con Tya, più con nessuno" dice, accarezzandomi la schiena.

"Mi sei mancato fratellino" gli dico, ricambiando le carezze.

Tya entrò, nel mentre, di soppiatto, correndoci addosso per abbracciarci.

"Ci hai fatto spaventare" dice Nayu con una faccia infastidita.

"Sh, chiudi quella bocca per un po'" gli fa Tya, e io ridacchio.

Mi erano mancati tantissimo, mi era mancato il nostro rapporto.

Mi era mancata la mia famiglia.

——————
NETEYAM'S POV
Dal lontano, verso il mare, vediamo come delle specie di missili attaccare verso l'oceano.

Iniziammo tutti a spaventarci, poiché sarebbe potuto succedere qualcosa ai tulkun.

Così avvenne una speci di riunione, organizzata da Tonowari, tra tutti i Metkayina.

"Ci stanno attaccando, gli abitanti de cielo, stanno attaccando i nostri Tulkun" urla Tonowari abbastanza nervoso.

"Dobbiamo attaccarli!" iniziano poi ad urlare gli altri Metkayina, sempre piu arrabbiati.

"No, ascoltatemi, dovete fare mandare via i Tulkun" spiega loro mio padre, ma continuano ancora a strillare.

Vedo poi delle sagome dall'altra parte della folla, ovvero Atsena e i suoi fratelli, che non stavano capendo bene la situazione.

Ma i miei occhi erano puntati su mio fratello, che appena ha capito che i Tulkun fossero in pericolo ha iniziato ad allarmarsi.

"Ascoltatelo, ascoltatelo" grido ai Metkayina, così che ascoltassero mio padre.

Io avevo in mano un localizzatore lanciato proprio da Quaritch ai Tulkun.

Infatti lo prende e lo mostra alla folla, che appena lo nota si zittisce.

"I Tulkun sono la cosa più preziosa che avete. Se volete che questa guerra si fermi, dovete cacciarli via, perché se vengono attaccati da questi, sono marcati a morte" spiega infine.

Vedo poi Lo'ak allontanarsi dalla folla, e ritornare nella nostra capanna.

Decido da subito che sarebbe stato meglio seguirlo, e fermarlo, sapendo già le sue intenzioni.

Infatti, appena lo raggiungo, stava sistemando un Ilu, mettendogli l'attrezzatura.

"Dove pensi di andare fratellino?" gli chiedo avvicinandomi.

"Vado a cercare Payakan" risponde fermo.

"No, il tuo culo da skxwaung rimane qui" gli dico deciso.

"È un reietto, se non lo avviso io nessuno lo farà" mi spiega, ma andare fuori dal riff con un'attacco in corso era sicuramente la scelta più sbagliata che potesse mai fare.

"Perché rendi sempre le cose più difficili" gli dico accarezzandogli la testa.

"Perché non sono il figlio perfetto come te" mi dice, guardandomi con aria minacciosa.

Quelle parole mi ferirono, soprattutto poiché dette da mio fratello.

Ho fatto sempre il possibile, per proteggere tutti loro, le cose più preziose e importanti che avevo.

Ma sentire ciò, mi aveva letteralmente frantumato il cuore.

Però non lo diedi a vedere.

"Il soldatino perfetto, beh io non sono te" continua, e pian piano mi sento sempre di più morire.

"È lui mio fratello, io vado" dice per poi andare.

"Ah lui è tuo fratello, no, sono io tuo fratello" gli dico, facendolo girare prendendolo dal braccio.

Ma era già troppo tardi, perché con l'arrivo di Tsireya, Atsena e dei loro fratelli, Lo'ak si butta in mare.

E in un men che si dica, ci ritroviamo tutti ad inseguirlo, uscendo così dal riff.

𝐈'𝐋𝐋 𝐏𝐑𝐎𝐓𝐄𝐂𝐓 𝐘𝐎𝐔 // Neteyam SullyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora