CAPITOLO 30

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Continuammo a scambiarci dimostrazioni concrete di amore.

Neteyam continuava a lasciarmi segni sparsi della sua bocca sul mio corpo.

Lo stava vivendo, esplorando accuratamente, come non aveva mai fatto prima.

Il suo respiro era completamente mischiato al mio, e lo sentivo sempre più avanzante sulla mia pelle.

Le onde del mare ci stavano a poco a poco accompagnando al nostro contatto più profondo.

E gli uccellini cinguettavano ancora in modo sereno fuori la capanna.

L'atmosfera era paradisiaca, e sembrava durare per un tempo infinito.

Gli occhi di Neteyam erano chiusi, ma li apriva avvolte per ammirarmi.

Amava guardarmi anche solo per non dire una parola, e i suoi occhi sembravano infuocarmi.

Il suo sguardo era magnetico, e mi faceva provare un certo tipo di sensazioni contrastanti.

Le sue mani, scivolavano ancora sul mio corpo, calde come un tempo.

Mi avvolgevano, e non sembravano lasciarmi andare alla loro presa.

Accarezzavo piano il dolce viso di Neteyam, anche se le mie mani alternavano a toccare la sua pelle a impigliarsi nei suoi capelli.

Era pieno di ferite, oltre a quella che lo stava portando via da me giorni prima, e avevo paura che si potesse far del male.

Per quanto era logico, in certe situazioni era anche troppo impulsivo, e agiva senza pensare, proprio come in questo caso.

Continuava a scoprirmi sempre di più.

Mi aveva marchiata sulla pelle dappertutto, oltre che sulla coscienza, ora mai.

"Va tutto bene?" udiamo dalla capanna accanto alla nostra, compresi dei passi dirigersi proprio in quest'ultima.

Velocemente ci guardiamo, e complici, senza preferire neanche una parola, ci stacchiamo.

Neteyam si ristende, proprio come si era addormentato la sera prima, ma rimane sveglio.

Mentre io mi metto sul suo petto, e fingo di dormire.

Non ero brava a fingere, ma odiavo sentirmi a disagio, soprattutto con componenti della mia famiglia, quindi provai a fare del mio meglio quella volta.

Il battito cardiaco di Neteyam era veloce, e il suo respiro era profondo.

Potevo percepire la sua pelle, calda dall'eccitazione provata poco prima.

"Si" risponde lui a mia nonna, con una voce un pelo tremolante e abbastanza roca.

Lei entra nella capanna, controllando se io stessi ancora dormendo.

"Appena si sveglierà Atsena, curatevi le ferite, le bende e le cuciture sono lì" dice, e penso abbia indicato dove era costudito il materiale che ci serviva per medicarci.

"Grazie mille per tutto" dice Neteyam, e la nonna sembra uscire dalla capanna.

Mi alzai, e mi misi seduta accanto a lui, guardandolo.

I suoi occhi erano ancora più vivi di quando lo ritrovai, poche ore prima, sveglio.

"Per un pelo" dico buttando giù un enorme sospiro.

"Dovremmo ricominciare?" chiede sorridendo, facendo subito capire a cosa si stesse riferendo.

"Te lo puoi scordare, dobbiamo medicarci ora" gli rispondo, alzandomi in piedi e andando a prendere il necessario.

𝐈'𝐋𝐋 𝐏𝐑𝐎𝐓𝐄𝐂𝐓 𝐘𝐎𝐔 // Neteyam SullyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora